UN EMPIO SILENZIO DI SANGUE
Muore l’inquieto giorno
mentre l’ultima stilla
s’attorciglia invano
alle stregate lancette
pressate da un orribile vento.
Nell’incessante tormenta
dell’infida notte
anche il dolce ricordo
cede disperato
la sua delirante frenesia.
Sotto gli svigoriti rami
d’un solitario salice
due addolorate farfalle
restano immobili
nel gelo degli scoloriti nastri.
Nessuna tenera luna
guarda l’amore
e il sogno d’un bacio
affievolisce presto
spirando nel gelido vuoto.
Rabbrividisce fatalmente
ormai intontita
una piccola lucciola
che sfuma arrotolandosi
in un empio silenzio di sangue.
28.10.2012 Ciro Sorrentino
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