I CONFINI DELLA VITA

 Contro l’odiosa voragine

 sollevo la mia anima

 ma ancora frana

 nell’inumana risonanza

 dell’informe suono.

 

 In siffatta quiete

 lo spaventoso niente

 cristallizza le povere lacrime

 che si frantumano

 sulla nebbiosa e isterilita via.

 

 Apostrofo d’orrido

 l’impenetrabile notte

 rinvenendo

 il propizio verso

 nel vortice d’un attenuato soffio.

 

 Intesso presagi

 al disadorno cielo

 ma si infrangono

 sull’oscuro limite

 rovinando presto al suolo.

 

 

Nuove ondate di ceneri

 s’alzano all’irruente soffio

 che deride impetuoso

 la pregnanza d’una voce

 dispersa nel silenzio.

 

 Fantastico l’altrove

 al di là del diffuso buio

 e m’immagino salvo

 dalle grevi trame

 dell’estraniante nulla…

 

 11.05.2011 CIRO SORRENTINO 



TRENO.

MA  PERC HE’  MI  AFFASCINI  COSI’  TANTO.

E’   RIDICOLO

SEI  SOLO  UN  ENORME

MUCCHIO  DI  FERRO,

MANOVRATO   DAGLI  UOMINI.

EPPURE  MI  TRASMETTI

UNA  MIRIADE  DI  EMOZIONI.

FORSE  SONO  PAZZA,

O  UN’  INGUARIBILE  SOGNATRICE.

RIESCI  A  FARCI  IRRITARE

CON  I  TUOI  RITARDI,

PER  IL  TROPPO  CALDO,

IL  TROPPO  FREDDO,

PER  LA  POLVERE, 

I  CATTIVI  ODORI,

E  MENTRE  BRONTOLIAMO

CONTONUIAMO  A  PRENOTARTI

RIESCI  A  FARCI  SOSPIRARE

QUANDO  FINALMENTE  ARRIVI,

RUMOROSO,,  SORNIONE,  DISPETTOSO.

TU  CONOSCI  TUTTO  IL  MONDO,

E  TUTTI  CONOSCONO  TE

E’  UN  INCANTO  VEDERTI

SFRECCIARE  TRA  PAESAGGI  DIVERSI,

COSE,  PERSONE.

SFIORI  MA  NON  TOCCHI!!!!!

MASSIMA  FASNTASIA 

E  IO  VIAGGIO  CON  TE.

TRASPORTI  STORIE,,  AMORI,

DA  UN  POSTO  ALL’ ALTRO,

INCONTRI  ASPETTATI,  DOLORI  ACCERTATI.

L’  ENTUSIASMO  DI  UN  VIAGGIO,

IL  CALVARIO  DI  UN  PENDOLARE.

TU  MI  PIACI,

GUARDO  L’  OROLOGIO E  PENSO:

DEVO  SBRIGARMI,

TRA  DIECI  MINUTI  PARTE

E  LUI  NON  ASPETTA.

Salvatore Nadia.

.

 

 



NUOVI ORIZZONTI

  Ancora esploro

 l’universale nulla

 e perdo il senso

 nella sfuocata luce

 dove scaturisce il pianto.

 

 Avanzo sconcertato

 quando tempestose forme

 sconvolgono la mente

 che smaniosa diverge

 all’ineffabile affanno.

 

 Scruto la vaga nebulosa

 gelido alveo

 d’impalpabili nuclei

 inarcando forte

 l’estremo grido del cuore.

 

 Le infide tenebre

 vessano e annientano

 fantasie e illusioni

 e nell’enigmatico cielo

 s’eclissa ogni presente.

 

 Ma ad un tratto

 un bagliore differisce

 alle pallide stelle

 che lontane tremolano

 con attenuati flussi.

 

 Inconsapevolmente

 resto estasiato

 dall’ignoto spazio

 oltre le posposte tenebre

 dell’inasprita esistenza…

 

 09.05.2011 CIRO SORRENTINO 



LA VALIGIA.

LA  MIA  VITA

E’  APPOGGIATA    IN   TERRA,

DENTRO  UNA  VALIGIA.

L’  APRO PER  L’ ENNESIMA  VOLTA,

GUARDO  ATTENTA  SE

VI  HO  MESSO  TUTTO.

PAURA  DI  DIMENTICARE

QUALCOSA  D’  INDISPENSABILE.

E  MI  CONVINCO

CHE  C’E’  TUTTO.

CHIUDO  E  SUBITO  IL DUBBIO

HO  DIMENTICATO  QUALCOSA,  ANSIA.

FACCIO  MENTALMENTE  IL  RIEPILOGO

DELLE  COSE.

LAVORO…… C’E’

LA  CASA……..C’E’

LA  SALUTE…….ANCHE

L’  ALLEGRIA ……C’E’

CARA  MIA  VALIGIA

SEI  DIVENTATA  TROPPO  PICCOLA

PER  CONTENERE  TUTTI

I  MIEI  SOGNI,  PROGETTI !!!!!!

CERCO  DI  CHIUDERLA  CON  FORZA…… NIENTE

MI CI  SIEDO  SOPRA,

MA  UN  LEMBO  DI  TRISTEZZA  E’  FUORI,

UN  ALTRO  PICCOLO  LEMBO  LA  RASSEGNAZIONE.

CALMA.  PENSO  LA  CAMBIO.

LA  FORMA,    LA  GRANDEZZA,

POCO  CONTA,  LE  COSE   RESTANO  LE  STESSE.

TANTO  LA  SPERANZA

CE  L’HO  IN  TASCA.

Salvatore Nadia



LUCI ED OMBRE

 Cammino senza meta

 

mentre una piena di immagini

 

travolge il pensiero

 

che ancora cerca una ragione

 

al suo infinito e indicibile dolore.

 

 

 

Senza comprendere

 

mi ritrovo presto sorpreso

 

sul giardino pensile

 

tra le sospese ombre

 

del nostro inaridito tempo …

 

 

 

Ombre ambigue

 

del chiaro di luna

 

che si prolungano

 

fino a svaporare

 

in onde senza contorni.

 

 

 

Guardo lo sfocato cielo

 

indifferente volta

 

d’eterei punti

 

e stringo tra le mani

 

l’ultima poesia d’amore.

 

 

 

L’accartoccio lanciandola in alto

 

contro il silenzioso buio

 

e continuo a roteare

 

l’amico e fidato archetto

 

in mulinelli d’aria rarefatta.

 

 

 

Lo scaglio con rabbia

 

verso le mute stelle

 

e lo vedo ricadere

 

presso il fatiscente muro

 

d’un casolare diroccato.

 

 

 

Lì un rivolo di polveri si leva

 

 al repentino sibilo del vento

 

che s’abbatte furioso

 

nella ridondanza d’un grido

 

svanito nell’attimo.

 

 

 

Guardo di nuovo

 

nel vuoto buio

 

perdo i miei pensieri

 

nel lontano orizzonte

 

dove s’addensano nubi di lacrime.

 

 

 

Mi proietto al di là

 

oltre le prolungate ombre

 

e mi scuoto

 

fuggo i vincoli dell’inconsistenza

 

la disarmante alienazione e il non senso.

 

 

 

Al precipizio del nulla

 

urlo la mia pena

 

ma come un boomerang sordo e spietato

 

l’eco precipita e involve

 

nell’afono e amorfo effetto.

 

 

 

Ombre fluttuanti

 

travolgono e sferzano

 

desideri e speranze

 

quando il sibillino cielo

 

nasconde la rotta al solitario veliero.

 

 

 

In tale vertigine

 

d’orrida e indistinta quiete

 

gelano le ultime lacrime

 

che s’infrangono

 

sull’umida e sterile terra.

 

 

 

Oscuri e velati presagi

 

segnano la caduta irreversibile

 

lo slancio che s’affievolisce e muore

 

tra le corrugate crespe

 

d’una bassa marea.

 

 

 

Ormai forte impera

 

la cupa angoscia

 

che si rigenera e s’erge

 

sulle ferree barriere

 

sconvolgendo e irridendo la realtà.

 

 

 

Serro i pugni…

 

l’angoscia è la mia vita

 

la solitudine la mia salvezza

 

il tormento è la molla

 

che fa gridare e sempre desiderare.

 

 

 

La pena del cuore

 

accende memorie

 

inalberando torsioni emotive

 

pensieri e parole

 

sul vessillo dell’amore.

 

 

 

Come l’erma bifronte

 

piango e rido

 

ancora sogno e cerco

 

m’agito e smaniando sento

 

volo oltre l’oscuro crepuscolo.

 

 

 

Il tormento è la mia volontà

 

che figge scacco matto

 

all’oscuro futuro

 

scrivendo versi

 

sui fogli bianchi della storia.

 

 

 

Cerco m’agito e smaniando vivo

 

racconto le perdute speranze

 

che sopravanzano fedeli

 

sovvertendo l’ordine

 

del crudele burattinaio.

 

 

 

Vivo e scrivo

 

e il mio cuore s’illumina

 

perso nella realtà della fantasia

 

che tutto libera

 

germogliando vita.

 

 

 

Fremiti d’infinito si sganciano

 

e dal fondo dell’anima

 

sovrastano ogni barriera

 

finalmente fuori

 

dalla vita e dalla morte.

 

 

 

Cerco m’agito e smaniando sono

 

combatto l’enigmatica sfinge

 

che tutto assorbe

 

e poi dissolve

 

nel suo oscuro e sibillino antro.

 

 

 

S’illumina lo sconfinato buio

 

mentre si rincorrono

 

fiumi di tempestosi versi

 

i fotogrammi danzanti d’una storia infinita

 

misterioso e ciclico tempo dell’amore.

 

 

 

Provo cerco e annaspo

 

mi schianto e resto atterrito

 

al lento rabbuiarsi

 

dell’assurdo e irriverente cielo

 

franato sull’ultimo desiderio.        

 

 

08.05.2011 CIRO SORRENTINO  



PERDERSI.

OGGI  NON  HO  VOGLIA   NEANCHE  DI  PENSARE,

MA  LA  MENTE  LO  FA PER  ME.

CERCO  DI  RICORDARE 

IN  QUANTI  OCCHI

HO  CERCATO  DI PERDERCI  I  MIEI,

QUANTE  MANI 

HO  CERCATO  DI  AFFERRARE,

QUANTE  BOCCHE  HO  BACIATO,

SAPORE  AMARO,

QUANTE  BRACCIA  FORTI,

MI  SONO  PERSA  IN  FALSI  ABBRACCI.

IN  QUANTE  BUGIE  HO  CREDUTO,

AI  CONSIGLI  MAI  ASCOLTATI,

AI  SEGRETI  CHE  NON

HO  SAPUTO  CUSTODIRE,

ALLE  ILLUSIONI  PADRONE  DI  ME,

A  TUTTI  I  MIEI

SOGNI  IPOTIZZATI,  MAI  REALIZZATI,

SOGNI  INIZIATI,  INTERROTTI,

FINITI  IN  INCUBI,

SOGNI  FERITI,  UCCISI  E  IO  CON  LORO

LA  DELUSIONE  SCIPPAVA  LE ILLUSIONI,

LASCIANDO  TROPPI  SPAZI  BIANCHI.

CREDEVO  NELL’  AMORE,  COMBATTEVO  PER  LUI,

MA  PERDEVO  OGNI  VOLTA.

ENTUSIASMO  ALLA  PARTENZA,

SOFFERENZA  NEL  PERCORSO,

VEDEVO  IL  TRAGUARDO

PENSAVO  CE  L’  HO FATTA!!!!!

ED  INVECE  SCIVOLAVO

VERSO  LA  PARTENZA,

TUTTO  RICOMINCIAVA,

STESSE  TAPPE,  STESSI  ERRORI,

MA  CI CREDO  ANCORA,

NONOSTANTE  TUTTO,

LA  MIA  ANIMA  E’  ANCORA

SPAVENTOSAMENTE   PULITA,

SPERANZOSA,  VULNERABILE.

Nadia Salvatore