PAGINA.

SU  QUESTA  PAGINA  SCRIVO  DI  TE,

SE  SI  POTESSE  ANIMARE,

  NON  RIUSCIRESTI  A  FERMARLA,

LEI    DANZA,   VOLA,   PERCHE’  PARLO  DI  TE.

UN  RICORDO  IN  PIU’

DA  POTER  RILEGGERE,

RIVIVERE,

LE  DIREI  DI  SFIORARTI  LE LABBRA,

DI  TOCCARTI  LE  MANI,

PRENDI  LE  MIE

E  PORTAMI  DOVE  VUOI,

E  PER  FINIRE  DAREI  VOCE

A  QUESTA  PAGINA

PER  GRIDARTI  TI  AMO.

STANCA  SI  POSEREBBE

SUL  TUO  CUORE

PERCHE’  QUELLO 

E’  IL  SUO   POSTO.

Salvatore Nadia



OBLIANTE VAGHEZZA

 Quante notti …,

quante ancora

ne dovrò trascorrere

senza poter dormire

per il tuo raggiro,

l’ammiccante gesto

dei tuoi compiacenti occhi

che ora vedo

con scoperto inganno?

 

Sai ho svelato il tuo gioco,

sono stato una pedina

che abilmente hai mosso,

perché all’occorrenza

il tuo invitante fare,

sapeva sempre conquistarmi

spingendomi a sfidare

ogni conosciuta realtà,

per te solo per te.

 

Ma questa volta

hai giocato male

le tue carte,

la stessa frenesia

ti ha tradito

quando mi hai lasciato

con un freddo saluto,

sperando che tutto

tornasse come prima.

 

Ma ora mi difendo,

non già dal mondo

ma da te,

la fata di cuori,

per la quale

oceani d’inchiostro

si sono riversati

sui fogli bianchi della storia

per cantare l’amore.

 

Ora è rimasto

solo un quadro scolorito

di quella dolce idea,

che si era materializzata

dal tuo sguardo,

che credevo vero

in te che apparivi

ingenuamente piena

di candidi veli.

 

Cosa t’aspetti adesso?

Dimmi, cosa pretendi

da questo cuore

che piange solo

nel suo triste palpitare,

mentre le lancette,

ancora e sempre,

si accelerano

in un replicato rintocco?

 

Quanta finzione

hai saputo ostentare,

mi hai tenuto

sulle corde

giorno e notte,

mi hai rapito

e anche il pensiero

si perdeva

dietro la tua parola.

 

Ti credevo,

e senza dubitare

ho alterato io stesso

il futuro per te,

ho rilanciato sempre

contro tutto e tutti,

ma ho perso

le occasioni importanti

la luce del vero…

 

Ho ostentato il silenzio

a chi mi invitava

a capire ciò che tu eri,

e ho rinnegato

l’affetto sincero,

 la trepidante emozione

 di quanti hanno sofferto

stanchi d’aspettare

un mio cenno d’assenso.

 

Ora voglio che ti oblii,

perché offendi davvero

con la tua presenza,

e ti cancello

dalla fantasia, 

non aspiro più fissare

il tuo arcano riverbero,

che ambiguamente

trascina nello struggimento

emozioni e pensieri.

 

01.05.2011 CIRO SORRENTINO 



FINO A QUANDO

FINO A QUANDO AVRO’ ANCHE UN ATTIMO DI TEMPO

E POTRO’ CHIUDERE  GLI OCCHI PER SOGNARE.

FINO A QUANDO SO DI ESSERE IMPORTANTE

PER QUEL’ANIMA, ANCHE PER QUELLA SOLTANTO.

FINO A QUANDO AVRO’ LA FORZA DI ASPETTARE

TUTTO IL TEMPO, ANCHE PER IL SOLO ISTANTE

CHE AVRO’ IL MODO DI POTERLA  ACCAREZZARE,

IO VIVRO’  IL MIO TEMPO… ANCHE UN MOMENTO.

FINO A QUANDO AVRO’ ANCHE UN SOLO FIL DI VOCE

ED AVRO’ UN MOTIVO ANCORA PER SPERARE

IO ASPETTERO’ L’ISTANTE

E M’INNAMORERO’ DELLA TUA LUCE.

 



VORREI AMARTI

Vorrei amarti,
per far che il cuore mio solo non voli
che il mio pensiero non diventi vano.
Vorrei amarti,
per far che non ci si senta mai da soli
e le anime si tengano per mano.
Vorrei amarti,
cosi che le parole abbiano un senso
e che l’istante mi rimanga impresso.
Vorrei amarti,
perché ci sei in tutto quel che penso
perché vorrei che tu ci fossi adesso.
Vorrei amarti.

 



TAUMATURGICA IMPERIZIA

 Frena il tuo vuoto annunciare

presunto e sciocco ideologo

che nel tuo insulso chiedere

t’ostini a implorare

una falsa realtà

che assolutamente non è.

 

Eppure la tua scempiaggine è tale

che la senti davvero una presenza

e ci credi anche

le dai forme a tua insaputa

posponendo a te stesso

il terribile nulla che t’avvolge.

 

Non t’ostinare ancora

in tali elucubrazioni

che ti faranno spegnere alla vita

convinto di essere stato illuminato

da un dogma e da una fede

che è solo grigia figurazione.

 

Ricorda che la tua esaltazione

è un falso d’autore

a sua volta spurio ritratto

di un’indefinibile effige

che ambiguamente ti lusinga

con inani culti e vuote credenze.

 

01.05.2011 CIRO SORRENTINO



RICORDO .


Ricordo la superficie del mare calmo ,
la solitudine degli bianchi scogli
che si specchiavano su calme onde ,
il fondo sabbioso nel quale mi
piaceva affondare le dita ,
ricordo il sole che splendeva e
si insinuava nell’ acqua e andava
a illuminare come poteva
creste di conchiglie rotte .
Ricordo l’ acqua limpida e
piena di colori e di musica
sulle quali mi piaceva abbandonare
il corpo per lasciarmelo trasportare
con eterna dolcezza ,
ricordo le bracciate forti
nelle quali assieme alla forza
andava a sfogarsi la rabbia
della mia anima .
Ricordo di averti anche
chiamato per nome ma
le onde del mare l’hanno
nascosto nel profondo blu ,
ricordo che nel tenero
sciacquito dell’ acqua salata
un tenero e dolcissimo bacio
si posò sulle mie umide labbra .
carmelo  ferrè….13/08/1968