L’ INCOSCIENZA DELL’ ANIMA .
Ad un certo punto vien voglia
di distruggere quello che
per tanto tempo si è cercato
di completare ,
quando si capisce che si è inutili
anche a se stessi
non c’ è piu’ quella forza
che ti aveva sempre
mandato avanti senza curarsi
degli altri .
Sprofondare nell’ abisso
dell’ incoscienza dell’ anima e
trovare solo pessimismo ,
chiedere e chiamare aiuto
proprio quando non serve piu’ ,
il buio ti rincorre senza tregua
e non c’ è più spazio
nell’ incoscienza dell’ anima .
La luce entra nello stadio dell’ incubo
e tutte le tue paure
danzano al cospetto di un cuore
che non ha più battiti d’ amore ,
pareti di sasso brillano di
luci di ghiaccio e si posano
nell’ incoscienza dell’ anima .
Vedi gente che si lascia andare e
non reagisce alle crisi continue
di una vita non voluta ,
occhi che non vedono
la realta’ di un giorno senza futuro ,
ma continuano a guardare l’ ombra scura
che avvolge l’ incoscienza dell’ anima .
Fuori , fuori , bisogna guardare il sole ,
bisogna uscire da questa situazione e
ritornare alla pace interiore ,
trovare l’ inizio della coscienza ,
cercare una nuova dimensione
dove poter vivere in armonia
con l’ incoscienza dell’ anima ,
dimenticare la certezza di essere
niente nell’ infinito cosmo e
reagire per poter tornare a vivere .
Non voltarsi per non piangere ,
andare avanti senza rimpianti ,
senza più soffrire ,
è giunto il momento
del meritato conforto ,
è ora di scrollarsi di dosso
la vecchia pelle e con essa
l’ incoscienza dell’ anima ,
sei uomo e devi vincere
la debolezza della carne ,
ricorda puoi piangere
ma poi dimentica la fragilità
dell’ incoscienza dell’ anima ,
nascondila e vivi nel caldo
del tuo respiro ogni attimo
della tua nuova vita …….
carmelo ferre’……..15/10/1979
SENSAZIONI.
E MI RIPETO
NON TUTTI SIAMO UGUALI.
MA CHE VUOL DIRE?
ALLORA SONO IO
QUELLA STRANA, ASSURDA.
PERCHE’ NON RIESCO
AD ESALTARMI
A CONDIVIDERE UNA
SPESSA FOLLE PER UN ABITO,
PER UNA POTENTE AUTO,
MA STO MALE
A VEDER BUTTAR VIA
IL PANE DEL GIORNO PRIMA.
MA LA MISERIA QUELLA C’E’
OGNI GIORNO PER TUTTI GIORNI.
CHIUDO GLI OCCHI
PERCHE’ NON RIESCO
A GUARDARE GLI OCCHI
RASSEGNATI, IMPAURITI
DI LORO BAMBINI
DI POSTI LONTANI,
ANCHE DALLE NOSTRE COSCIENZE.
MI VERGOGNO
MA A LORO QUESTO NON SERVE.
E PENSO A COME
MI BASTA POCO
PER ESSERE FELICE.
UNA CANZONE, UN RICORDO, UN BRIVIDO.
TENEREZZA NELLA FRAGILITA’
DI UN VECCHIO,
AMORE PER I GESTI INCONTROLLATI
DEI BAMBINI,
IL VENTO SUL MIO VISO,
CAREZZA SPONTANEA
NON BRAMATA, ASPETTATA INUTILMENTE.
E POI C’E’ LEI:
LA MUSICA CHE ENTRA
NEL MIO CORPO
E LO FA SENTIRE VIVO.
NON SIAMO TUTTI UGUALI.
MA CHE GRANDE FORTUNA !!!!!!!
Nadia Salvatore
La nicchia. 3° sogno; Mamoiada, 22.09.2005
Migliaia stiam salendo in alto monte
sul monastero che si erge sovrano
senza nulla sapere della fonte.
Sento quel luogo dai santi lontano
con grande movimento e confusione;
perché, mi domando, é così strano?
Quel vociar di gente: che impressione!
Silenzio ci vorrebbe in luogo santo:
non certo come quando al mercatone.
Mi sento nel petto il cuore affranto
per tanto confuso mal vagare
fuggo perciò veloce via col pianto;
per non volere a quel far sottostare
inoltro in corridoio stretto e oscuro
senza neppur sapere dove andare,
ma vecchia porta mi fa lì da muro
per oltre ammirar stupendi fatti;
sereni son bambini ed al sicuro
mentre giocano insieme soddisfatti
e anche se son lontani dal divino:
ancor di più lo sono dai misfatti.
Questo luogo ha avuto altro destino
come dominato da un portento,
ma un’altra porta trovo nel cammino
per entrarne veloce come il vento;
nel tetto canne e tavole riprendo
e in rossa argilla vedo il pavimento.
Mentre il pane stanno ora cuocendo
tre belle donne con un ragazzetto
e una nicchia anche vado scorgendo
ben curata lì nell’angoletto
con dentro la mamma del Signore
che all’intorno dona gran diletto.
Nel luogo sento e vedo tanto amore;
così quando rivedo Madonnina
sento inondarmi solo dall’amore
e come sia stato punto da una spina:
in cuor s’innesca voglia di condono
per l’alto volar via dalla cucina.
Com’ero prima sento più non sono
dall’emozione mi sorprende il pianto
per il passato mio chiedo perdono;
così, nel luogo povero ma santo
il cuore sento che sta risorgendo:
Madre che sta in nicchia lì da tanto.
Soltanto pace e amore sto vedendo.
Restare qui pertanto le domando
e per tutto ciò che mi sta proponendo
con amore un canto le rimando.
Così a gran voce per la prima volta
il Padre Nostro mi sento cantando.
1. – E’ un percorso
AVVILENTE MALINCONIA
Un giorno
quando il tuo cuore
consumato e turbato dal tempo
non sentirà più
la giovanile esultanza
tu, perduta e solitaria imago,
leggerai con rimpianto
i fiumi di parole
che scrivevo immortalando
l’idea dell’amore.
Non avrai più
le dolci e sensuali forme
perché la tua storia
memoria intessuta
in una falsa passione
sarà trascorsa in un lampo
e come un bocciolo
reclinato su se stesso
ti accorgerai d’essere arrivata
al punto di non ritorno.
Rimpiangerai
le occasioni perdute
ma non sarò ad aspettarti
leggerai ancora
i miei versi
che suoneranno aspri
perché t’accenderanno
al ricordo d’un incanto
al quale tu stessa
ponesti fine.
Sarai sola e smarrita
perché il tuo cantore
che t’aveva scolpito
nella marmorea bellezza
delle più raffinate parole
sarà già al suo altrove
laddove i fiori
non appassiscono mai
profondendo
inebrianti e ben diverse essenze.
05.05.2011 CIRO SORRENTINO
AMORE E GUERRA .
Sei cresciuta , diventata donna ,
la ragazzina di un tempo
con i tuoi sedici anni
non c’ è più ,
il ricordo della tua giovinezza
perduta in occhi colmi d’ amore ,
il tuo primo amore ,
era passione , era fuoco
che bruciava la tua pelle ,
era desiderio , era amore puro .
Ora ti perdi nel suo ricordo ,
rivedi il suo viso ,
il viso di un ragazzo
con lo sguardo luminoso ,
capelli lunghi che a volte
gli nascondevano gli occhi .
Lui che voleva solo amare ,
lui che voleva la pace
e non la guerra ,
e tu che tremavi ogni volta
quando vedevi il postino
suonare alla tua porta .
L’ alba non era ancora arrivata
quando alla tua porta due gendarmi
chiesero di tuo marito ,
riccordi che il tuo roseo viso
cambio colore , non piu’ roseo
ma divento’ più bianco di un lenzuolo ,
hai avuto solo pochi attimi ,
un abbraccio e un sorriso
bagnato da lacrime d’ amore .
La guerra , una guerra voluta
da uomini che volevano potere ,
poche lettere ti venivano recapitate ,
il postino a volte per intere settimane
non si faceva vedere e tu sulla soglia di casa
aspettavi il suo arrivo ,
giorni , settimane , mesi ,
niente , dal fronte non arrivava più
nessuna lettera e tu sperduta e triste
stavi alla finestra a guardare il grano .
Due anni sono lunghi da passare
senza avere una lettera e la speranza
di rivederlo un giorno sull’ uscio di casa ,
ma la speranza svaniva al tramonto del sole calando ,
ora ti rimane il sorriso di tuo figlio
che ti fa compagnia nelle fredde sere d’ inverno ,
e pensi a lui , a lu se ora ti ritrovi mamma ,
pensi all’ uomo che un giorno ti fece donna
e che un giorno la guerra portò via
dai tuoi occhi ma non dal tuo cuore .
carmelo ferrè …….28/04/2010