INUTILE ESISTERE

Se tu potessi pensare

alla manifesta incoerenza

del tuo vano dire…

 

Se tu potessi riflettere

sulla discordanza

del tuo vuoto rimare…

 

Se tu potessi intendere

la sciocca vanagloria

del tuo essere…

 

Se tu potessi…

resteresti in silenzio

cassando i tuoi stupidi fogli.

 

07.05.2011 CIRO SORRENTINO  



L’ INCOSCIENZA DELL’ ANIMA .


Ad un certo punto vien voglia
di distruggere quello che
per tanto tempo si è cercato
di completare ,
quando si capisce che si è inutili
anche a se stessi
non c’ è piu’ quella forza
che ti aveva sempre
mandato avanti senza curarsi
degli altri .
Sprofondare nell’ abisso
dell’ incoscienza dell’ anima e
trovare solo pessimismo ,
chiedere e chiamare aiuto
proprio quando non serve piu’ ,
il buio ti rincorre senza tregua
e non c’ è più spazio
nell’ incoscienza dell’ anima .
La luce entra  nello stadio dell’ incubo
e tutte le tue paure
danzano al cospetto di un cuore
che non ha più battiti d’ amore ,
pareti di sasso brillano di
luci di ghiaccio e si posano
nell’ incoscienza dell’ anima .
Vedi gente che si lascia andare e
non reagisce alle crisi continue
di una vita non voluta ,
occhi che non vedono
la realta’ di un giorno senza futuro ,
ma continuano a guardare l’ ombra scura
che avvolge l’ incoscienza dell’ anima .
Fuori , fuori  , bisogna guardare il sole ,
bisogna uscire da questa situazione e
ritornare alla pace interiore ,
trovare l’ inizio della coscienza ,
cercare una nuova dimensione
dove poter vivere in armonia
con l’ incoscienza dell’ anima ,
dimenticare la certezza di essere
niente nell’ infinito cosmo e
reagire per poter tornare a vivere .
Non voltarsi per non piangere ,
andare avanti senza rimpianti ,
senza più soffrire ,
è giunto il momento
del meritato conforto ,
è ora di scrollarsi di dosso
la vecchia pelle e con essa
l’ incoscienza dell’ anima ,
sei uomo e devi vincere
la debolezza della carne ,
ricorda puoi piangere
ma poi dimentica la fragilità
dell’ incoscienza dell’ anima ,
nascondila e vivi nel caldo
del tuo respiro ogni attimo
della tua nuova vita …….
carmelo  ferre’……..15/10/1979



SENSAZIONI.

E  MI  RIPETO

NON  TUTTI  SIAMO  UGUALI.

MA  CHE  VUOL  DIRE?

ALLORA  SONO  IO

QUELLA   STRANA,   ASSURDA.

PERCHE’  NON  RIESCO

AD   ESALTARMI 

A  CONDIVIDERE  UNA

SPESSA  FOLLE  PER  UN  ABITO,

PER  UNA  POTENTE  AUTO,

MA  STO  MALE

A  VEDER  BUTTAR   VIA

IL  PANE  DEL  GIORNO  PRIMA.

MA  LA  MISERIA  QUELLA  C’E’

OGNI  GIORNO  PER  TUTTI  GIORNI.

CHIUDO  GLI  OCCHI

PERCHE’  NON  RIESCO

A  GUARDARE  GLI  OCCHI

RASSEGNATI,  IMPAURITI

DI  LORO  BAMBINI

DI  POSTI  LONTANI,

ANCHE  DALLE  NOSTRE  COSCIENZE.

MI  VERGOGNO

MA  A  LORO  QUESTO  NON  SERVE.

E  PENSO  A  COME

MI  BASTA  POCO

PER  ESSERE  FELICE.

UNA  CANZONE,  UN  RICORDO,  UN  BRIVIDO.

TENEREZZA  NELLA  FRAGILITA’

DI  UN  VECCHIO,

AMORE  PER  I  GESTI INCONTROLLATI

DEI  BAMBINI,

IL  VENTO  SUL  MIO  VISO,

CAREZZA  SPONTANEA

NON  BRAMATA,  ASPETTATA  INUTILMENTE.

E  POI  C’E’  LEI:

LA  MUSICA  CHE  ENTRA

NEL  MIO  CORPO

E  LO  FA  SENTIRE  VIVO.

NON  SIAMO  TUTTI  UGUALI.

MA  CHE  GRANDE  FORTUNA !!!!!!!

Nadia Salvatore



La nicchia. 3° sogno; Mamoiada, 22.09.2005

Migliaia stiam salendo in alto monte

sul monastero che si erge sovrano

senza nulla sapere della fonte.

Sento quel luogo dai santi lontano

con grande movimento e confusione;

perché, mi domando, é così strano?

Quel vociar di gente: che impressione!

Silenzio ci vorrebbe in luogo santo:

non certo come quando al mercatone.

Mi sento nel petto il cuore affranto

per tanto confuso mal vagare

fuggo perciò veloce via col pianto;

per non volere a quel far sottostare

inoltro in corridoio stretto e oscuro

senza neppur sapere dove andare,

ma vecchia porta mi fa lì da muro

per oltre ammirar stupendi fatti;

sereni son bambini ed al sicuro

mentre giocano insieme soddisfatti

e anche se son lontani dal divino:

ancor di più lo sono dai misfatti.

Questo luogo ha avuto altro destino

come dominato da un portento,

ma un’altra porta trovo nel cammino

per entrarne veloce come il vento;

nel tetto canne e tavole riprendo

e in rossa argilla vedo il pavimento.

Mentre il pane stanno ora cuocendo

tre belle donne con un ragazzetto

e una nicchia anche vado scorgendo

ben curata lì nell’angoletto

con dentro la mamma del Signore

che all’intorno dona gran diletto.

Nel luogo sento e vedo tanto amore;

così quando rivedo Madonnina

sento inondarmi solo dall’amore

e come sia stato punto da una spina:

in cuor s’innesca voglia di condono

per l’alto volar via dalla cucina.

Com’ero prima sento più non sono

dall’emozione mi sorprende il pianto

per il passato mio chiedo perdono;

così, nel luogo povero ma santo

il cuore sento che sta risorgendo:

Madre che sta in nicchia lì da tanto.

Soltanto pace e amore sto vedendo.

Restare qui pertanto le domando

e per tutto ciò che mi sta proponendo

con amore un canto le rimando.

Così a gran voce per la prima volta

il Padre Nostro mi sento cantando.

1. – E’ un percorso



AVVILENTE MALINCONIA

 Un giorno

quando il tuo cuore

consumato e turbato dal tempo

non sentirà più

la giovanile esultanza

tu, perduta e solitaria imago,

leggerai con rimpianto

i fiumi di parole

che scrivevo immortalando

l’idea dell’amore.

 

Non avrai più

le dolci e sensuali forme

perché la tua storia

memoria intessuta

in una falsa passione

sarà trascorsa in un lampo

e come un bocciolo

reclinato su se stesso

ti accorgerai d’essere arrivata

al punto di non ritorno.

 

Rimpiangerai

le occasioni perdute

ma non sarò ad aspettarti

leggerai ancora

i miei versi

che suoneranno aspri

perché t’accenderanno

al ricordo d’un incanto

al quale tu stessa

ponesti fine.

 

Sarai sola e smarrita

perché il tuo cantore

che t’aveva scolpito

nella marmorea bellezza

delle più raffinate parole

sarà già al suo altrove

laddove i fiori

non appassiscono mai

profondendo

inebrianti e ben diverse essenze.

 

05.05.2011 CIRO SORRENTINO 



AMORE E GUERRA .


Sei cresciuta , diventata donna ,
la ragazzina di un tempo
con i tuoi sedici anni
non c’ è più ,
il ricordo della tua giovinezza
perduta in occhi colmi d’ amore ,
il tuo primo amore  ,
era passione , era fuoco
che bruciava la tua pelle ,
era desiderio  , era amore puro .
Ora ti perdi nel suo ricordo ,
rivedi il suo viso ,
il viso di un ragazzo
con lo sguardo luminoso ,
capelli lunghi che a volte
gli nascondevano gli occhi .
Lui che voleva solo amare ,
lui che voleva la pace
e non la guerra ,
e tu che tremavi ogni volta
quando vedevi il postino
suonare alla tua porta .
L’ alba non era ancora arrivata
quando alla tua porta due gendarmi
chiesero di tuo marito ,
riccordi che il tuo roseo viso
cambio colore , non piu’ roseo
ma divento’ più bianco di un lenzuolo ,
hai avuto solo pochi attimi ,
un abbraccio e un sorriso
bagnato da lacrime d’ amore .
La guerra , una guerra voluta
da uomini che volevano potere ,
poche lettere ti venivano recapitate ,
il postino a volte per intere settimane
non si faceva vedere e tu sulla soglia di casa
aspettavi il suo arrivo ,
giorni , settimane , mesi ,
niente , dal fronte non arrivava più
nessuna lettera e tu sperduta e triste
stavi alla finestra a guardare il grano .
Due anni sono lunghi da passare
senza avere una lettera e la speranza
di rivederlo un giorno sull’ uscio di casa ,
ma la speranza svaniva al tramonto del sole calando ,
ora ti rimane il sorriso di  tuo figlio
che ti fa compagnia nelle fredde sere d’ inverno ,
e pensi a lui , a lu se ora  ti ritrovi mamma ,
pensi all’ uomo che un giorno ti fece donna
e che un giorno la guerra portò via
dai tuoi occhi ma non dal tuo cuore .
carmelo  ferrè …….28/04/2010