I CONFINI DELLA VITA

 Contro l’odiosa voragine

 sollevo la mia anima

 ma ancora frana

 nell’inumana risonanza

 dell’informe suono.

 

 In siffatta quiete

 lo spaventoso niente

 cristallizza le povere lacrime

 che si frantumano

 sulla nebbiosa e isterilita via.

 

 Apostrofo d’orrido

 l’impenetrabile notte

 rinvenendo

 il propizio verso

 nel vortice d’un attenuato soffio.

 

 Intesso presagi

 al disadorno cielo

 ma si infrangono

 sull’oscuro limite

 rovinando presto al suolo.

 

 

Nuove ondate di ceneri

 s’alzano all’irruente soffio

 che deride impetuoso

 la pregnanza d’una voce

 dispersa nel silenzio.

 

 Fantastico l’altrove

 al di là del diffuso buio

 e m’immagino salvo

 dalle grevi trame

 dell’estraniante nulla…

 

 11.05.2011 CIRO SORRENTINO 

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