LA COSTELLAZIONE DI CARIANO

I miei vuoti giorni

inseguivano i tramonti

le mie lunghe notti

attendevano la tua nascita.

 

Così la primavera

senza boccioli

germogliò all’amore

nel tuo passo d’inverno.

 

Ah, amore mio,

giungesti dallo spazio

e mi riconoscesti

su questo mondo spento.

 

Rapidamente frenasti

la tua vivida corsa

ed entrasti pura

nel primo sigillo dell’anno.

 

Ma gli avversi venti

deviarono il corso

trascinando i tuoi semi

su un lontano continente.

 

La mia e la tua vita

infiammarono altre storie

e dal nostro sangue

prosperarono nuove vite.

 

Ma il tuo azzurro oceano

e le mie sconfinate acque

si desiderarono

come la terra desiderò il sole.

 

Trascorsero molti anni

 prima che la mia fiaccola

potesse ritrovarsi

nel fuoco del tuo riverbero.

 

Un solo istante bastò

perché i nostri nuclei

si unissero creando

la costellazione di Cariano.

 

Di noi iniziammo a parlare

al muto universo

con densi pensieri

e il rosso cuore dell’anima.

 

Le tue folgori si fusero

ai miei bagliori

nell’eterno flusso

impregnato d’infinita luce.

 

26.07.2013 Ciro Sorrentino



ECCOMI, …SILENZIO

Eccomi, silenzio,

torno al tuo vuoto,

il nero che gioisce

perché l’aurora è morta

nei miei giorni.

 

Ah, quanto tepore

nella luce del sole,

i raggi entravano

nei miei occhi

per giungere al cuore.

 

Ma tu, silenzio,

mi hai negato la gioia,

e non mi concedi

di essere sulla terra

che fa nascere le rose.

 

Ora guardo

questo rosso tramonto,

che presto smorza

ogni luce sui declivi

e sui sentieri da sogno.

 

Eccomi, silenzio,

tu non hai suoni

per il mio cuore,

eppure nella tua voce

custodirai il mio tormento.

 

21.07.2013 Stefany Martinelli



Il vecchio abito


Il vecchio abito sul vecchio manichino.

 

L’aria mite della sera le stelle ammiccanti
e complici dei miei ricordi scuotono il mio vecchio abito indossato da un manichino esanime.

 

Sul taschino ancora il bianco candore di
un fazzoletto per esprimere gagliarda e fiera l’immagine di un uomo pieno di un tracotante sapere.

 

Il collo della camicia lacero e corroso dal tempo declina il compito a lui affidatogli nel mostrare classe, non abbandono.

 

La giacca sgualcita sulla quale rimane ancora una vecchia e dignitosa appariscenza racchiude tanti vecchi e deliranti ricordi quasi commoventi.

 

Vaghi e preziosi oggetti dimenticati
da me e dal tempo che raccontano parti di una esistenza frivola ma cosciente, forse voluta chissà..

 

I pantaloni con le sue linee perfette e lusinghiere lasciano presagire movimenti studiati e tendenziosi per allinearsi con dolcezze sulle mie
scarpe bianche e nere i tacchi alti e fieri,
come il mio sguardo.

 

Il passo scodinzolante e sicuro asseconda il morboso assetto del mio corpo incurante del tempo e degli addii.

 

Ora che la gioventù ha esaurito il suo
compito, voglio indossarlo per l’ultima volta, per rivivere i vecchi sapori della mia imberbe vita e a nulla vale la mia accomodante rassegnazione.

 

Quel che resta di me non mi appartiene più, sono solo un sostegno per tener retto
quel vecchio abito come testimone
di vecchi sogni e vecchie speranze.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



E IL SOLE ANCORA RUOTA LENTO NEL CIELO…

 

Volteggio nel mio vuoto,

la terra è spoglia,

e tra grigie nuvole

si è oscurato il sentiero…

 

…Alberi sfogliati,

terra rossa assetata,

carcasse in mezzo alla strada,

persone disorientate.

 

Il sole è grandioso,

chiediamo misericordia,

afferrando l’ultima speranza:

“Che Dio doni e generi pioggia!”

 

Le nuvole hanno ascoltato…

 

La terra è risorta,

gli alberi che sembravano morti

alzano i rami verso il cielo,

le bestie si muovono in festa.

 

Arriva una generosa pioggia…

i contadini adesso piangono,

sono lacrime di felicità,

lacrime che danno forza d’amare.

 

Salutiamo la siccità,

possiamo sorridere,

ringraziare il cielo…,

Dio, angeli e santi.

 

E il sole ancora ruota lento nel cielo.

Ana Valdeger – 19/07/2013



GUIDAMI ALLA VITA

Il tuo nome, amore,

risuona nelle valli

e nel cuore delle rocce

 nate dalla terra

 che accoglie le albe

 colorate in eterno

 dalla tua infinita primavera.

 

 In te, amore,

 i miei notturni vascelli

 aprono le vele alle brezze

 di metallico fuoco

 che riflettono le tue lettere

 tra seducenti correnti

 di verde linfa per il mio cuore.

 

 Albeggia il tuo nome

 inciso nella pietra

 nascosta da rami e giunchi

 sotto cespugli cresciuti

 sulla porta ignota

 d’un solco sconosciuto

 che mi conduce alla tua anima.

 

 Avvolgimi del profumo

 delle tue foglie

 sommergimi di baci

 e guidami alla vita

 lascia che i miei velati navigli

 attraversino gli oceani

 per ricomporsi nel tuo nome.

 

 19.07.2013 Ciro Sorrentino



IL TRENO DELL’AMORE

Amore mio, quante anse,

e quanta attesa

per un tuo bacio

nel deserto dei sorrisi.

 

Si srotolano le rotaie

come nastri di seta

scoloriti dalla nebbia

che ci nega la primavera.

 

Ma a noi poco importa

perché le radici

nutrono le nostre chiome

come il sole la terra.

 

Né autunni di tempesta

né vesti di neve

potranno dividere

il puro respiro dell’anima.

 

Uniti per sempre

fusi nelle rocce

che i fiumi spingono

nelle valli d’acqua e terra.

 

Nulla arresterà

il vero amore

né lontananze di luoghi

né lingue né pensieri.

 

Baciami ora che i binari

si sono allineati

come lucenti astri

per il treno dell’amore.

 

19.07.2013 Daniela Rossetti