Il vecchio abito
Il vecchio abito sul vecchio manichino.
L’aria mite della sera le stelle ammiccanti
e complici dei miei ricordi scuotono il mio vecchio abito indossato da un manichino esanime.
Sul taschino ancora il bianco candore di
un fazzoletto per esprimere gagliarda e fiera l’immagine di un uomo pieno di un tracotante sapere.
Il collo della camicia lacero e corroso dal tempo declina il compito a lui affidatogli nel mostrare classe, non abbandono.
La giacca sgualcita sulla quale rimane ancora una vecchia e dignitosa appariscenza racchiude tanti vecchi e deliranti ricordi quasi commoventi.
Vaghi e preziosi oggetti dimenticati
da me e dal tempo che raccontano parti di una esistenza frivola ma cosciente, forse voluta chissà..
I pantaloni con le sue linee perfette e lusinghiere lasciano presagire movimenti studiati e tendenziosi per allinearsi con dolcezze sulle mie
scarpe bianche e nere i tacchi alti e fieri,
come il mio sguardo.
Il passo scodinzolante e sicuro asseconda il morboso assetto del mio corpo incurante del tempo e degli addii.
Ora che la gioventù ha esaurito il suo
compito, voglio indossarlo per l’ultima volta, per rivivere i vecchi sapori della mia imberbe vita e a nulla vale la mia accomodante rassegnazione.
Quel che resta di me non mi appartiene più, sono solo un sostegno per tener retto
quel vecchio abito come testimone
di vecchi sogni e vecchie speranze.
Raffaele Feola Balsamo.