luglio 26, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Caro mi fu il ricordo di un arcaico passato,
ai compagni di sventura in un mondo troppo
grande e complesso per godere dei benefici
dell’intelletto e ognuno di loro vivrà come
controparte di uno sventurato destino:
la non comprensione.
La loro primordiale cultura, il non comprendere
predomina il bagaglio non umano del
sapere e ognuno di loro arricchisce la diversità
umana come tanti variopinti pappagalli.
Pollastrone collega effimero ma profondo, il cui
intelletto è grande quando la sua paura di non
capire e nel suo caparbio non “ so “ suscita affetto.
Mezzazappa l’uomo cosciente di non essere colto
ma sul suo impressionante taschino della giacca
imperversano svariate e imponenti penne mai usate ..
coperte da tappi allegorici e forse simboleggiano
il Dio pagano del non sapere.
Bruttomesso, umano ma ferrato nell’indolente controversia
contro il genere umano, spregiudicato propulsore di un mondo
senza sapere, collerico e stravagante come le sue non
impeccabili orripilanti scritture degenerative ma vere.
Che dire di Culella, ha pensato bene di sostituire al sapere
svariate e improbabili avventure con il libro dei codici
il loro orgasmo insano e irriverente ha destabilizzato ogni
senso di pudore professionale.
Zucchero, il viso raggiante è soddisfatto di chi senza sapere
incoraggia la sua passione dal non dipendere e spesso
la fortuna, che aiuta sempre gli audaci, ne testimonia la
gioia di non aver mai pagato il debito con la società.
Buonafine, ottimo amico grottesco e caparbio, nella sua
sfortunata carriera abbina il suo macilento fisico,
il suo cervello incustodito da anni è alla ricerca di un posto
dove collocarsi e trovare finalmente pace.
L’inconsapevole loro felice convinzione di essere parti di
un disegno divino li consegnerà alla storia come coloro che
non capiranno mai il perché della loro esistenza ma certo
sapranno quantomeno il perché del loro necessario addio.
luglio 26, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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“Amami!”
Tante volte t’invocavo
e nessuno immaginava
quanto palpitavo
cercando il tuo cuore.
“Amami!”
Nei tramonti e nelle aurore
le lacrime si perdevano
nel mare di una luna
ferita dalle spine del silenzio.
Come un’onda improvvisa
una voce chiara
rimbalzò tra le stelle
e abbracciò la mia mente:
“Amami!”
Le tue parole scatenarono
tutte le mie pulsioni
e come un fulmine
varcasti il cielo
per portarmi il tuo respiro.
Ah, amore mio,
recasti la quiete
ai miei freddi giorni
e il tuo cuore
riscaldò le mie notti.
Dorasti uva e spighe
per regalarmi
vino e pane
l’odorosa mescolanza
che fa girare il mio tempo.
Nella tua essenza vivo
e sono ovunque
sulla terra che gira
tra luci bianche e gialle
che si colorano di noi.
Sei il frumento cresciuto
sulla mia sterile terra
l’acceso vulcano
che fa divampare
la mia silente coscienza.
26.07.2013 Ciro Sorrentino
luglio 26, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Languivo nei boschi
quando prendesti
il mio ramo franto
e udisti il mio brusio
che fluiva come pioggia
nel pianto di un cuore reciso.
In te riconobbi
la mia sete
la voce liquida
presa nelle caligini
sorte dai gravi autunni
che ti spingevano al pianto.
Ma il respiro dell’anima
ci liberò dal buio
e rinascemmo
nel nocciolo
che cantò di nuovo
nel fruscio delle fronde.
L’antica linfa rinverdì
e ci prese fulminea
come se si fossero
riuniti i sogni
perduti nella storia
delle nostre sopite speranze.
Ora siamo rosso sangue
radici intrecciate
tra polveri d’oro
sale d’amore
che ci esaudisce
con il vino del calice sacro.
26.07.2013 Ciro Sorrentino
luglio 26, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Raggiungimi
sulla dolce riva
dove il tuo corpo
si levò sul lago
come cigno
d’acqua silenziosa.
La terra ci donerà
i suoi intensi aromi
e ciuffi d’oro
custodiranno la vita
della nostra rosa
che prospera senza spine.
Le nostre mani
sono animati petali
di quel fiore
senza macchie né silenzi
liscio e resistente
come levigato marmo.
Mai altro sfioro
sarà più dolce
del nostro bacio
che si ripete sprigionando
il fuoco che nel tempo
vive e dura.
Il nostro vascello
scivola libero
nella tempesta d’amore
che svincola le vele
appesantite dalla caligine
della solitudine errante.
Sul nostro albero
sventola il rosso vessillo
che ci distinguere
dal nero sonno
in cui versano confuse lacrime
di uomini e donne.
26.07.2013 Ciro Sorrentino
luglio 26, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Il tuo delicato amore
s’insinua nel mio cuore
nel respiro dell’anima
guarendo le mie ferite
con i baci che diradano i fumi
sul nero fiume dei miei pensieri.
Mi copri delle tue fragranze
e disperdi l’oscurità
lasciando che l’aurora
illumini i calici di rugiada
riscaldando ogni stilla
con il calore delle tue mani.
Vivo nella tua fiamma
inaspettata linfa
per le mie fronde
perse nella nebbia
diradata dal luccichio
dei fiori che s’inchinano a te.
Tu, rosa dai petali rosa,
corolla di sorriso,
fregiata ala della Fenice
ciuffo di vellutata erba
astro del disco di Cariano
mi invii i tuoi raggi luminosi.
E mi giunge il tuo bacio
come sfioro di petali
che bruciano le polveri
della mia solitudine errante
e il rovo di spine
che perfidamente s’addensa.
Vivimi, amore mio,
semplicemente vivimi
nei vermigli tramonti,
nell’unico e prezioso istante
quando incontrandosi
la notte e il giorno si baciano.
26.07.2013 Ciro Sorrentino