Il cammino che a Te mi porta
In questo niente
che evolve al nulla
in questo mancato respiro
sorgi tu, sogno mio
Come falce di luna
nel cielo notturno
votato al buio estremo
tracci per me la strada
Il cammino che a te mi porta
irto e scosceso
senza scampo, senza uscita
se guardato con occhi ignoti
Osservo la strada a me di fronte
foglie sul mio cammino
attutiscono i passi dell’anima
che a te s’avvicina danzando
Fronde di salici
adornano la via
dolci colline di ricordi
e fiumi di rugiada trasparente
Non v’è pendio ch’io non possa risalire
non v’è luce ch’io non possa scorgere
non v’è sole ch’io non possa sentire
scaldarmi il cuore per Amore tuo
Danzerò con ali di Fata ai piedi
canterò la mia poesia
raggiungerò il tuo cuore
per donargli la mia luce
This entry was posted on lunedì, settembre 26th, 2011 at 23:31 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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Ciro Sorrentino Scrive:
Leggere questi versi significa immergersi in acque terse ed impetuose, nell’elemento primordiale che diede origine al Tutto.
Questa lirica è un’ “alchimia” in “progress”, un flusso magnetico e dinamico che sorge per ridare luce e speranza allo squallore che dirompe, in questo assurdo tempo, lanciando dardi sui cuori innocenti e puri.
Con l’affetto di sempre
Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
La sostanza estetica, il nucleo “emotivo”, nonchè l’istanza fondante e razionale di questo canto è racchiuso in questo incisivo “epilogo”, di grande rappresentatività scenica:
“Il cammino che a te mi porta irto e scosceso
senza scampo, senza uscita se guardato con occhi ignoti”
La metafora è talmente “carica” di segni ed indizi epifanici che da sola costituisce un luogo poetico assoluto e totalizzante, una chiave d’accesso immensamente esaustiva e catalizzatrice.
Questa premessa ci porta sui sentieri della critica “semiologica”: il significato del “segno” (e dei “segni” utilizzati dall’autrice) è dato quindi dalla cooperazione di tre soggetti: il simbolo (“il cammino”), l’idea (lo slancio vitale dell’amore) e il referente (un mondo “irto e scosceso).
A presto…
Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
Post scriptum
Sul piano stilistico, Piccola Tsunami predispone e organizza la sua poesia, come potente strumento di efficace e concreta comunicazione, di effettiva e seria testimonianza, contro l’irresolutezza espressiva di ogni formalismo retorico.
In ogni sua opera la voce lirica, l’io narrante e il suo complementare “interlocutote..”, vengono significati come simboli e paradigmi conoscitivi.
Diventano personaggi vivi e reali, anzi lo sono, e sono creature che manifestano una coerenza logica e una tensione ad essere che li rende creature autentiche, decise a pronunciare uno straziante ed inesauribile grido di protesta contro le opprimenti finzioni del misero e logorante vivere quotidiano.
Possiamo dire che tutta l’arte di Piccola Tsunami tende a cogliere l’irresolubilità ad essere tra l’io e la realtà (almeno di questa che ci è dato conoscere), a rappresentare i contrasti, le esitazioni, le angosce di un’anima esclusa alla condizione di primitiva e sostanziale semplicità della natura.
Ciao Fata
Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
“Non v’è pendio ch’io non possa risalire non v’è luce ch’io non possa scorgere non v’è sole ch’io non possa sentire scaldarmi il cuore per Amore tuo”
E’ questo inciso documento e poesia elegiaca che tratta l’elemento simbolo – l’ “ente-amore”-, facendolo sorgere dal particolare modo di sentire e dal vissuto personale dell’autrice.
Lo spunto iniziale è di tipo descrittivo: Piccola Tsunami osserva le cose che la circondano con una superiore ed immensa capacità di cogliere i loro significati.
Sulla realtà percepita l’autrice proietta il proprio stato d’animo e lo trasmette al “lettore…” attraverso parole associate in una sonorità ritmico-melodica senza eguali.
Il linguaggio di questo canto possiede caratteristiche e “spinte” emotive speciali (perchè autentiche e profonde), facilmente misurabili nella strutturazione dei versi, nell’uso delle figure retoriche e nel preciso utilizzo (coerente e coeso) del lessico e della sintassi.
Le parole, per il modo in cui sono state scelte, accostate e composte, producono una particolare musicalità e ritmo, che si aggiunge all’effetto trasmesso dal significato semantico.
Con l’affetto di “….sempre….”
Ciro Sorrentino