Cielo e solitudine.
Cielo e solitudine.
Mio caro cielo son qui a esser
di tormento per te che non lesini
di ascoltar ciò che ho da narrarti.
Ho provato a contar le stelle,
poi ancora e ancora, ma nulla mi
distoglie dal rimirar l’inebriante Tua grandezza e far man bassa
dei tuoi palpiti e dei tuoi segreti.
Non fuggire e racconta del creato
e dell’amore, degli inganni e dei fati,
degli oppressi e dei forti,
del buio e della luce che io folle
tanto temo, poiché codesta svela
il mio dissenso a tal vita affannosa.
Becero ed a volte terribile
il mio destino teso a rimarcar
le mie sconfitte e dar corpo
ai miei più neri pensieri,
lasciando il mio cor stizzito
e nel contempo indifeso
e colmo di tetri incubi.
Quanta malinconia nei ricordi
di un tempo che fu, occasioni
smarrite all’ombra di un Universo
confuso e scarno di consigli.
Raffaele Feola Balsamo