Discutere.
Abitavamo a Milano da tempo
col freddo la sete la voglia
adesso sempre da sola
per incontrare una sua amica simpatica.
Dormivo quando la gente
usciva a divertirsi
e mi perdevo in un gelido incubo
orrendo.
Vicino alla mia casa nessuno
solo il rumore immaginario
sulla città ombre oscure
che camminavano di notte.
Certe volte la gente non ascolta
mente e si rifugia
numero trenta numero magico
ma io non mi arrendo sono felice.
Ad un tratto mi avvicinai alla scogliera
le persone riunite parlavano fra loro
il cane correva nel cortile
vicino al giardino.
D’inverno le voci mi perseguitavano
io mi lasciavo plagiare
debole e senza coraggio
bevevo un poco di birra.
Ricordando le profezie
e le bugie delle sorelle
amavo la malinconia
dell’Italia
le serate solitarie.
Capendo ogni situazione
motivo pieno di gioia
solo e pieno di nostalgia
amici fedeli.
Non viveva in loro il male
servire era il loro mestiere
le buone intenzioni dei discepoli
parlavano come brava gente.
Seduti sopra il muro di sera confusi
tutti da soli tutti intelligenti
ragazze e vecchie cucivano gli abiti
come antiche sarte premurose.
Milano ci piaceva tanto
vivere nel ricordo difficile
rilassati e soli in casa
noi uscivamo per delle ore.
La pioggia era forte quel giorno
e nel sentiero solo indifferenza
dolore nel mio evolvermi
pane fresco sul tavolo
le donne amano discutere.