Mare selvaggio.
Mare selvaggio.
Che gravità quella
di un mare intrigante,
mite e irriducibile,
tocca e fugge
ma non lascia semi,
corrode e saccheggia
frammenti
di roccia non sua.
Non ha padroni
e si rizza al complice
vento di burrasca,
urla aggressivo,
muove cose e anime,
e rende quando vuole
ciò che prende.
Mare odioso e mirabile,
dai vita e affanni,
traghetti sogni e illusioni
in luoghi distanti,
e invogli ai distacchi,
il tuo ridere sfuggente
emette bianche spume raggianti
e come sirene adescanti
promette nuove esistenze
in altre ammirevoli coste.
Sii generoso alza le tue acque,
trascina ciò che vuoi,
ma prendi i miei aliti
che qualcuno sappia
che io sono e che la mia mano
può inibire la tua collera,
offrendoti ghirlande di fiori,
preghiere nuove,
e grandi lacrime per gonfiare
le tue smisurate onde,
a volte compiacenti,
a volte voraci e predanti.
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