Il mondo perduto.
Il mondo perduto.
Penso che il cielo sia sempre azzurro
e che non abbia mai nuvole o foschia,
e il suo strano mutismo attanaglia
e avvilisce di strane colpe,
la mia fragile mesta esistenza.
La mia mente ed il mio corpo,
corrosi dall’usura di una città
muta e priva di stagioni,
è chiusa nella cupa remissività
di una morte lenta
e senza scampo,
ove ogni respiro è il rantolo
di un corpo che rifugge
da una vita fiduciosa,
priva di gioia e densa
di cupo sconforto.
Quel che resta del mio mondo
è solo entità fisica digradata,
da anime frettolose e ansiose
di avviarsi per il grande viaggio,
nel mondo dell’assoluto e
dell’agognata quiete.
La morte del volere e del cercare,
ella non premia e disperde le velleità,
dona solo scostanti amarezze
nel durante e dopo l’avvilente
rassegnata essenza di muti palpiti.
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