Il vecchio treno
Il vecchio treno
Un aureo dono smarrito e cercato,
come l’avido cerca il giallo metallo,
e il contadino dalla terra
l’ingente raccolto,
io cercai colei che volle…
volle tanto ed io fui poco.
Eclatante lo splendore
e l’estasi di un amore vissuto
in un morboso silenzio,
ma grande fu il compenso,
smodate allegrie fra mille
e tante promesse,
accoccolati fra umide erbe
e svolazzi e svolazzi
di allodole intimorite.
Quante lacrime nascoste,
di gioia e abbracci,
tenui e poi veritieri e poi …
ansiosi respiri,
e poi…poi..quanti veli di nebbia
hanno respinto i nostri affannosi respiri,
e le mani impavide e oltraggiose
sfioravano con passione
i nostri volti quasi..quasi
a modellarne la forma,
e la felicità parea irrefrenabile.
Tracce e deturpazioni indelebili
sul mio cuore,
io giunsi ferito
da quel lontano fronte
ove si esaltava il bene o il male,
l’amore o l’indifferenza,
ma il fazioso e lercio inganno
scorre veloce e sinuoso
nei nostri sentimenti,
e come l’orda di un lontano barbaro,
dove egli passò non nacque più erba,
ma solo fiori neri e addii… e addii
ed a nulla son valsi i miei rimpianti.
Quanti infiniti tormenti ebbi
a soffrire del suo abbandono,
il cigolio del vecchio treno mi sfiora,
scivolando sui lucidi binari
e imperterrito scuote la mia anima,
inala fumo nero e desolanti stridii
e non prende passeggeri a bordo,
egli è stato l’effimero
traghettatore dei nostri sogni,
l’ espediente per giungere inutilmente
nella terra del sublime essere.