Che brutta storia.
Stavo sfogliando qualche
foto ce ne sono di belle,
ma altre mi fanno
apparire ancora
più brutto.
Diavolo questa si che
è speciale,la feci
ad una gita,
viaggiavo in autobus,
ricordo che il mio bagaglio
era solo una bisaccia con
uno stuzzichino e
tanta birra.
Al mio fianco sedeva
una donna,
certo era un po’strana,
ma aveva dei
capelli ricci favolosi.
Senza capire come,
ci trovammo a conversare,
sai era di bella presenza e
quasi quasi…ci provo
dissi fra me, caro amico
Bukowski.
Ma più l’ascoltavo
più ritraevo
la mia gamba che nel
frattempo le si era
impudentemente
accostata.
Cominciò a dirmi
di suo figlio,
ne parlava come se
fosse con noi.
Era vedova e il suo ragazzo
una sera dimenticò
di portare a casa una pizza,
il capriccio di una mamma,
di corsa e sorridendo
il ragazzo rifece il percorso,
ma non tornò più,
un maledetto ubriaco
lo falciò,
non ebbe scampo.
Be non ho voglia di birre oggi,
forse domani.. parola mia,
io bevo solo quando non guido
a presto amici miei.
Ciro Sorrentino Scrive:
“…ci provo dissi fra me, caro amico Bukowski…:
questa sperimentazione stilistica, che poggia sul continuo rivolgersi ad un interlocutore ben identificato – potremmo dire sperimentazione condotta e istituita secondo una particolare variante del monologo interiore -, è assai interessante seguirla in chiave lirico – drammatica.
Rende essa più coinvolgente ed emotivamente vissuta la situazione e la spinta immaginativa verso cui il poeta tende tutta la sua capacità di concentrare suggestioni e pensieri.
Un fraterno abbraccio,
Ciro Sorrentino