IL CAVALIERE ERRANTE
Fui e non ebbi che
esser RE senza regno,
delle immortal gesta
solo lamentose
ed effimere scaramucce
senza onore,
con la mia tutt’altro
che prestante ombra.
Pavido e scarno
il cuore mio battea solo
per dar vita ad un corpo
deforme a volte tracotante,
e vana fu la ricerca di colei
donzella da salvare e
poi amare.
Baldanzoso e scalpitante
il mio bianco destriero
galoppava lento e sicuro,
e anch’egli, sembrava voltasse
in ogni dove il suo capo,
quasi a cercar nemico e
gloria e mostrar il suo
intrepido valore.
Nella vasta distesa solo
vaghi echi e versi di animali
a me sconosciuti,
forse inquietanti,ma
non certo urla di guerrieri
affamati di gloria.
Ormai stanco il mio
trotterellante cavallo
di tanto in tanto rallentava
il suo passo, e mostrando
nervosamente i suoi denti
bianchi e grandi mi guardava
come a voler dire, basta
deponiamo l’armamento
non serve il gesto eroico
per trovar amore è gloria.
E mai cosa fu più vera,
una errante pastorella,
dal superbo sorriso
e col suo dolce animo
porse amore e devozione
ad un guerriero senza
macchia e senza lode.
Forse io come tanti cercai
nel posto e nel modo sbagliato
il mio destino, a volte basta
calar gli occhi per trovar quello
che molti non avranno mai.
Ciro Sorrentino Scrive:
Una stupenda dimostrazione delle doti linguistico – espressive di Feola che riesce a scrivere secondo un uso sempre nuovo della parola, cadenzando ritmi e versi secondo una sperimentazione di tecniche che è già essa perfezione.
Ciao, fratello,
Ciro Sorrentino