marzo 26, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La festa di un addio
Cosa avesti a vedere dietro un velo
se non oscure sagome,
le ombre non hanno bagliori ne forme,
si cela solo un essere
che nel mentre dosa e calcola
strane ricette,
arranca e pensa cose avvilenti ,
come sfregi e rimpianti,
e ironizza l’esistenza,
e soffre e pensa… pensa
a ciò che fosse stato giusto…
cosa angustia una tal voglia di dir
seppur con supremo sapere
di una eletta Dea,
un saggio dire
del suo oscuro e strano presente.
Il sopprimere, quantunque fosse
rivolto al proprio essere
non rende felicità,
ironica e avvilente si rammarica nel dire
di frustrazioni e sapienza,
nel descrivere il cammino di una
sofferenza cercata
e accudita con morbosa sobrietà.
Veli trasparenti e tetri ricoprono,
come se avvolgessero e celassero
gli ultimi respiri di un voluto moribondo,
avvolto e inondato da aloni
di perfidi ed esalanti letali odori
di sofferenza, acre e deturpante.
Il fuggire da vita… a vita cupa,
dai concediti un dono vero,
di un compleanno senza adescare
un inconsapevole e buio universo.
Son sempre fardelli gli avvilenti
cupi torpori e voleri insani,
seppur coperti da veli e veli,
e dietro di essi si cela colei che seppe
raccontare e vivere una eternità
in una frazione di vita
amara e indesiderata,
intensa ed eterna.
marzo 25, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Spirito ribelle
Ossessioni di uno spirito indocile,
mai destai voluti distacchi eppur
ebbi ed ebbi ancora malcelati addii,
fato sornione fuggi fuggi in maldestre
scarpe rumorose e veloci,
ma che far amor mio,
non mi resta che l’anima.
Son colui che dentro gli trema
l’urlo di un cigno nero, ma nero non è,
dai son incantato e perplesso,
sento tanti ma tanti i lamenti,
ma che strano fan sorridere e pensare,
dopotutto l’anima non è
complice del corpo, ne è solo
l’immortale parte e ne delizia il congedo
nel momento del grande commiato.
Dai vivi vivi anima mia che il corpo
sofferente e malizioso non abbia a
capire l’addio, egli reclamerebbe
l’ingiusto e non par che ciò sia giusto,
poiché mai il tangibile si accompagna
all’irreale e all’illusorio e all’evanescente.
marzo 25, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
I miei sensi
Finalmente ho ripreso i miei sensi
e di essi ne ho compreso il valore,
osservo il fluire del tempo,
dei suoi umori
le sue instabilità
e il malevolo celare
delle sue verità.
Ascolto silenzioso strane melodie
e odo i passi dell’anima
che fugge taciturna e irrefrenabile,
ella non ama che se stessa
e non incanutisce mai.
Tocco ciò che non esiste,
ed a carponi sfioro i verdi prati
spogli e sciatti,
cerco fiori,
e sassi
e vita
e conoscenza,
ma nulla appare
solo piccoli solchi
di terra nera,
null’altro.
L’odore della grande libertà,
solo sentori aguzzi e laconici,
parvenze solo parvenze,
e l’odore del non vivere
è amaro e penetrante.
Ma il gusto dell’aria porta
storie di altri e oscuri mondi,
e con gli occhi chiusi
attendo l’arrivo
di nuovi piaceri,
e intanto colgo i sapori
di una primavera trascorsa,
e che mai volle più giungere.
marzo 25, 2014 - Inserito Da carmelo - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Solo ,sperduto tra giorni di pioggia
e notti senza lune osservo silenzioso
lo scorrere del tempo ,
il ticchettio di uno orologio impoverito
da ombre di luce fosforescenze
accarezzano parole e pensieri
muti e silenziosi che scorrono
soffici su ali di venti senza mete.
Solo , tra nuvole impalpabili
trattengo il respiro mentre raggi
di un sole rosso dipinge
un cielo assente d’ azzurro,
su ali di gabbiani scorre il tempo
dei miei giorni persi
che come acque distorte dal destino
si infrangono su ruvidi scogli indifesi .
Solo , tra sorrisi e lacrime
scorrono i giorni della tristezza
divisi da occhi senza amore ,
sospiri avidi di carezze si sfiorano
su mani nude e senza emozioni
ricamano su labbra di fuoco
la mia anima solitaria e indifesa
che leggera si dissolve
nello scorrere del tempo infinito .
carmelo ferrè…..24/03/2014
marzo 24, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Spetta ..ciò che mi spetta
Noi che di noi siamo inconsci,
che dire o fare se il destino
perpetua nell’erigere o disfare,
non è che un pari e dispari,
ciò che spetta… spetta.
Siamo e saremo sempre in attesa,
del giorno dopo la notte e
della notte dopo il giorno,
la fatalità è la grande saccente,
perché mai la certezza del dopo
è la verità del dubbio vissuto,
Dio che angoscia.
Assisto e medito l’ intima
esistenza di un fato,
ma posso, si che posso
dir che nulla mi piacque
di tal letizia di una sorte
annunciata, ma non probante.
Per tal concetto soffio e soffio
sulle grandi nubi affinché si
discostino dal mio cielo blu,
e che io possa liberare
la mia anima e
come un grande aquilone
innalzarsi e rimirarsi
su un mondo schiavo
dello strano incantesimo,
chiamato sentimento o amore.
marzo 23, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 4 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Che confusione.
Il tuo volto induce l’illusione
a credere allo svanire
di sopiti dolori ed alle
passioni represse, ma ormai
l’inconfutabile è realtà.
La comprensione non
è mai condivisa,
le verità giungono su
zattere invisibili,
e l’incorporeo udirti
e non parlare è uno
straziante dolore,
rinuncio al mio corpo
non alla mia anima.
L’immaginario mio essere,
i suoi vaganti sensi sopiti,
mi indurrà a cercare nei cieli,
nei mari, nelle lontane terre,
ove i pesci fuggono dal mare,
gli uccelli planano
e non volano più,
i cuori si chiudono per sempre,
ma l’iridescente luna e i
fiori e le farfalle
e le mille fluorescenze
di un cielo frammentato
di diamanti e rossi rubini
sono e rimarranno l’ambita
e sublime meta della nostra esistenza.
La misteriosa entità che attraversa
i cuori innamorati altri non è che un
rosso globo di fuoco ricoperto
di un brullo colore di cupa tinta,
occhieggiante e ansiosa in cerca
di misere e riluttanti attenzioni.
Sdegno e collera ci invadono
nel vedere un affranto volo di un
claudicante gabbiano reso inerme
da ali incapaci e pesanti e giungere
ansante nei sobborghi delle nostre
infelici esistenze dove piccoli fiori gialli
prepotenti si insinuano in ogni dove,
allietando le cospicue masse di laceri
ammassi di ferro arrugginito,
e le vecchie case cosparse
di vecchi cigolii silenziosi,
stanche accolgono i tristi uomini che per
barattare amicizia e assensi usano
strani e a volte incomprensibili cenni
di accondiscende e necessaria reciprocità.
La fioca luce delle candele rende
suggestivi e irreali i loro volti biechi
e insofferenti, ed il vicino mare
ribollente e nevrotico scaturisce ansia
e frammenti di inquietudine,
e si mescolano ai ricordi
di cieli variopinti e ricolmi
di luci e luci di colori e colori
cadenti e sfuggenti e ingialliti
dall’indifferente tempo.
I tristi uomini reclinano
il capo di lato lasciano scorrere
i neri capelli coprendo il viso stanco,
e mascherando un triste risentimento
di un abbraccio cercato e mai ottenuto,
occcultando la prepotente pretesa
di uomini che mai ebbero
la capacità di amare.