La festa di un addio

 

La festa di un addio

 

Cosa avesti a vedere dietro un velo

se non oscure sagome,

le ombre non hanno bagliori ne forme,

si cela solo un essere

che nel mentre dosa e calcola

strane ricette,

arranca e pensa cose avvilenti ,

come sfregi e rimpianti,

e ironizza l’esistenza,

e soffre e pensa… pensa

a ciò che fosse stato giusto…

cosa angustia una tal voglia di dir

seppur con supremo sapere

di una eletta Dea, 

un saggio dire

del suo oscuro e strano presente.

 

 Il sopprimere, quantunque fosse

rivolto al proprio essere

non rende felicità,

ironica e avvilente  si rammarica nel dire

di frustrazioni e sapienza,

nel descrivere il cammino di una

sofferenza cercata

e accudita con morbosa sobrietà.

 

Veli trasparenti e tetri ricoprono,

come se avvolgessero e celassero

gli ultimi respiri di un voluto moribondo,

avvolto e inondato da aloni

di perfidi ed esalanti  letali odori

di sofferenza, acre e deturpante.

 

Il fuggire da vita… a vita cupa,

dai concediti un dono vero,

di un  compleanno senza adescare

un inconsapevole e buio universo.

 

Son sempre fardelli gli avvilenti

cupi torpori e voleri insani,

seppur coperti da veli e veli,

e dietro di essi si cela colei che seppe

raccontare e vivere una eternità

in una frazione di vita

amara e indesiderata,

intensa ed eterna.

 

 

 

This entry was posted on mercoledì, marzo 26th, 2014 at 02:05 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Post a Comment




Security Code: