Che confusione.
Che confusione.
Il tuo volto induce l’illusione
a credere allo svanire
di sopiti dolori ed alle
passioni represse, ma ormai
l’inconfutabile è realtà.
La comprensione non
è mai condivisa,
le verità giungono su
zattere invisibili,
e l’incorporeo udirti
e non parlare è uno
straziante dolore,
rinuncio al mio corpo
non alla mia anima.
L’immaginario mio essere,
i suoi vaganti sensi sopiti,
mi indurrà a cercare nei cieli,
nei mari, nelle lontane terre,
ove i pesci fuggono dal mare,
gli uccelli planano
e non volano più,
i cuori si chiudono per sempre,
ma l’iridescente luna e i
fiori e le farfalle
di un cielo frammentato
di diamanti e rossi rubini
sono e rimarranno l’ambita
e sublime meta della nostra esistenza.
La misteriosa entità che attraversa
i cuori innamorati altri non è che un
rosso globo di fuoco ricoperto
di un brullo colore di cupa tinta,
occhieggiante e ansiosa in cerca
di misere e riluttanti attenzioni.
Sdegno e collera ci invadono
nel vedere un affranto volo di un
claudicante gabbiano reso inerme
da ali incapaci e pesanti e giungere
ansante nei sobborghi delle nostre
infelici esistenze dove piccoli fiori gialli
prepotenti si insinuano in ogni dove,
allietando le cospicue masse di laceri
ammassi di ferro arrugginito,
e le vecchie case cosparse
di vecchi cigolii silenziosi,
stanche accolgono i tristi uomini che per
barattare amicizia e assensi usano
strani e a volte incomprensibili cenni
di accondiscende e necessaria reciprocità.
La fioca luce delle candele rende
suggestivi e irreali i loro volti biechi
e insofferenti, ed il vicino mare
ribollente e nevrotico scaturisce ansia
e frammenti di inquietudine,
e si mescolano ai ricordi
di cieli variopinti e ricolmi
di luci e luci di colori e colori
cadenti e sfuggenti e ingialliti
dall’indifferente tempo.
I tristi uomini reclinano
il capo di lato lasciano scorrere
i neri capelli coprendo il viso stanco,
e mascherando un triste risentimento
di un abbraccio cercato e mai ottenuto,
occcultando la prepotente pretesa
di uomini che mai ebbero
la capacità di amare.
Attilio Beltrami Scrive:
“…ali incapaci e pesanti…”, debilitate dalla vana ricerca di una meta, ali che sembrano richiudersi e abbandonarsi, senza avere più la forza per rialzarsi dai “…sobborghi delle nostre infelici esistenze…”.
In questo luogo poetico si concentra e rappresenta la Sua maestria e la Sua arte – la sua visione della vita che condivido e ammiro.
Gli uomini sono, dunque, come mutilati delle ali della speranza: hanno lungamente cercato risposte alle mille domande sul fine ultimo dell’essere e dell’esistere, senza mai trovare soluzione alcuna.
A presto.
Attilio Beltrami
raffaele feola Scrive:
La ringrazio molto dott. Beltrami delle sue parole, quale premio potrei ambire più della sua condivisione, è un onore che terrò stretto e non mi sfuggirà. Un grande saluto e grazie del vostro tempo Vs Lele Feola
feola raffaele Scrive:
La ringrazio molto dott. Beltrami delle sue parole, quale premio potrei ambire più della sua condivisione, è un onore che terrò stretto e non mi sfuggirà. Un grande saluto e grazie del vostro tempo Vs Lele Feola
Feola Raffaele Scrive:
Cari amici, Ciro Sorrentino, dott, Beltrami, dott.ssa de Rosis volevo invitarvi virtualmente al matrimonio di mio figlio che avverrà domani.
Domani parlerò di voi e della vostra amicizia dell’onore e del grande …grande aiuto e sostegno morale che ho ricevuto da voi.Vi abbraccio con affetto e grazie ancora delle vostre attenzioni. Un affettuoso vero abbraccio. Lele Feola