aprile 1, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La fuga dell’esistenza
Celestiale l’equilibrio
ove scaturì l’armonia
e il fluire dell’anima
verso l’eterna serenità.
E il calare del turpe livore
fra me e il mio essere,
fa vera la speranza
della lesta e ambita fine.
Essa induce all’affezione
del non esistere più,
poiché la meta di
ogni essere umano
altri non è che l’involarsi
di ciò che non giova
e irrita il nero presagio
di una morte
senza il risorgere.
La nera donna
rende uguali,
sorniona carpisce
e inghiotte passioni,
livella e lacera sogni,
lega lo spirito al corpo,
e poi fugge via,
dopo, solo dopo
scioglie le illusioni,
e beffarda si appiglia
nuovamente alle nostre
debolezze e porta
ancora via ciò
che essa brama
e ambisce,
la nostra esistenza.
marzo 31, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 4 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Il tempo che fu
Quanta gaiezza e poi andò via
e giunse ancora gioia e gioia
ma era pigra e uggiosa, che nausea.
Ho riletto i compiti domani devo
ancora raccontare e che dire
se lacero e strapazzo
ciò che mi indispettisce e illude,
no no l’oro e argento son poca cosa
come il bacio e l’amore.
Ho riposto e poi ripreso quel che lasciai,
ero non vecchio ma ebbi a pensare di
non esser più giovane
e volli vita e vita ancora,
dimmi dimmi fata del sapere quando
smisi di esser vero,
ora non ricordo,
ma brandelli di ferro e stagno lottano,
lottano e ormai son forti
e l‘argento e l‘oro son svaniti,
son all’apice del nero,
furibondo e arrabbiato e stanco,
son armato, si ho deciso mi difendo
col silenzio e gli occhi chiusi,
e aspetto il senno del poi..quale poi?
no, non mi incanto più,
basta,
non mi diletta ed è fine.
marzo 30, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore • Poesie D'Autore • poesie personali • Poesie sulla Vita • Poesie Varie
Hai chinato il capo
aspettando muta
che l’azzurra scia
fermasse il tuo respiro.
Con il tuo verdetto
hai svincolato
l’increspata vita
dalle frenetiche acque.
Sei rinata – anima –
sciolta dalle ombre
che accerchiano
sul viale degli spettri.
Va e viene il tuo astro
in questa cupola
persa al tramonto
del mondo elettrizzato.
Penso a te che
hai chinato il capo
risollevandoti
da questa vagante terra.
27.03.2013 Ciro Sorrentino
marzo 29, 2014 - Inserito Da Angelo Michele Cozza - 0 Commenti
Post Categoria: poesie personali
Ozia sullo scoglio l’uccello marino
un velo fosco l’orizzonte nasconde
un naviglio lento si distanzia;
sonnecchia il vento, l’onda è calma
diradate schiume si spengono
cala e imbruna il giorno cadente.
Mare, stanco di tutto e di niente
ancor a te mio soccorso torno
e una fratellanza ritrovo
se tutto addosso par mi crolli
e dall’impresa del vivere mi dimetto.
Che imperituro ti contamina cuore
che su te aderisce e morde
che ti scombina e l’ago
della bussola di essere dirige,
che oltre lo sguardo vuoto e fisso?
Sono come un suolo spaccato
in uno sverdito sepolcro:
nulla germina nell’arso!
Che mi dissangua e aggruma
in questo pestilenziale stagno
ove sostano impaludati pensieri?
Tramonta, dirupa la luce
cresce l’invaso del buio
si ritirano gesti e parole,
niente oltre l’acedia dirompe .
S’aprisse a rinsanguarmi
un cielo ai raggi della sera
vita in cui più non credo:
oh dimenticare le tariffazioni di pene
le sottrazioni di allegria
la mancanza di irenici abbandoni!
Ravviva e enfatizza me spento mare
di ottimismo empimi salsedine
fomenta e capovolgi il mio animo
che tocca il fondo del nulla
quando ogni luce mente o si spegne
e in me vecchio tutto si stinge,
rialzami da questa infelicità
in cui son disteso e non comprendo:
nei vortici flussi e riflussi
del mio essere solo io non anneghi!
marzo 28, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La panchina dei ricordi
Soffici batuffoli bianchi
di neve fresca e odorosa,
uno e uno e tanti ancora
e tutto diviene marmoreo.
Ogni fiocco un sogno e
imbianca e nasconde
prati e alberi e cose,
e rallegra di candido
il nostro nero mondo
uniforme e sfuocato.
Bella la mia panchetta
in quel verde prato,
amica di vecchi sogni
complice di promesse
e carezze e abbracci.
La sua tinta lacera,
ora è cosparso di una
luminosa bianchezza,
vergine e promettente,
come vorrebbe essere
il mio oscuro passato
e ambiguo vago futuro.
Mio presente aiutami,
non andar via avvolgiti
anche tu del chiaro e
soffice manto, chi vuoi
che ti scorga e biasimi.
Che estasi questi istanti,
quanti lusinghieri ricordi
qui ho dato l’inibito bacio
sulle labbra del mio primo
ed ultimo veritiero amore.
Il nitido bianco riveste
il “ti amerò per sempre”
scritto su quel becero e
bugiardo legno di una
vecchia panchina di un
prato trasparente ormai
senza sfumature e fiori
addio mio ultimo ricordo.
marzo 27, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Il vecchio treno
Un aureo dono smarrito e cercato,
come l’avido cerca il giallo metallo,
e il contadino dalla terra
l’ingente raccolto,
io cercai colei che volle…
volle tanto ed io fui poco.
Eclatante lo splendore
e l’estasi di un amore vissuto
in un morboso silenzio,
ma grande fu il compenso,
smodate allegrie fra mille
e tante promesse,
accoccolati fra umide erbe
e svolazzi e svolazzi
di allodole intimorite.
Quante lacrime nascoste,
di gioia e abbracci,
tenui e poi veritieri e poi …
ansiosi respiri,
e poi…poi..quanti veli di nebbia
hanno respinto i nostri affannosi respiri,
e le mani impavide e oltraggiose
sfioravano con passione
i nostri volti quasi..quasi
a modellarne la forma,
e la felicità parea irrefrenabile.
Tracce e deturpazioni indelebili
sul mio cuore,
io giunsi ferito
da quel lontano fronte
ove si esaltava il bene o il male,
l’amore o l’indifferenza,
ma il fazioso e lercio inganno
scorre veloce e sinuoso
nei nostri sentimenti,
e come l’orda di un lontano barbaro,
dove egli passò non nacque più erba,
ma solo fiori neri e addii… e addii
ed a nulla son valsi i miei rimpianti.
Quanti infiniti tormenti ebbi
a soffrire del suo abbandono,
il cigolio del vecchio treno mi sfiora,
scivolando sui lucidi binari
e imperterrito scuote la mia anima,
inala fumo nero e desolanti stridii
e non prende passeggeri a bordo,
egli è stato l’effimero
traghettatore dei nostri sogni,
l’ espediente per giungere inutilmente
nella terra del sublime essere.