La vita o la morte, chissa’.
La vita o la morte, chissa’.
Tal buio mi incute timore, chiare divengono le oscure nubi e la folle anima mia turba il mio cuore e fugge fra oscuri boschi regno di perverse fattucchiere.
Ma non temo cio’che accadra’, sono solo un inerme essere debole e affamato di un po’ coraggio, non mi spaventa il mio ingrato destino ma cio’che vien giu’da questa ultima pioggia, macabre e amabili promesse,ma false da cui traspare cio’che l’uomo inetto e passivo ringhia al sol cospetto di un abbraccio fraterno
e la parola pace, son rimasto con gli occhi umidi e col sapor di labbra amaro, tu donna del mio cuore che senza te non vivrei che un sol attimo, mi porgi cio’ che non merito, e il tardivo mio amore mi spezza il cuore e sol la tua indulgente virtu’ di bonta’ mi permette di ripensare a cio’che dovevo e mai ho fatto,rifiutare la vita e rinascere quando il buon Dio avrebbe capito e perfezionato quest’uomo dalle puerili arguzie.
E tu donna della mia vita hai preso possesso della mia penosa malattia e curato nel possibile, ma son felice che cio’che non meritavo ho avuto, ma la morte e’il dono che appartiene a tutti, e se me la donerai io ti saro’grato e il mio amore diverra’ per te indissolubile ed eterno, morro’, forse no.
Raffaele Feola.