Il mio demone.
Il mio demone.
Ricevo ombre e trame da te
mio demone perverso e scaltro,
non offendere tal mio animo
posto in un universo di poche
e vane speranze e di futili
affetti ingannevoli e avvilenti.
Fuggi miserevole abbietto
io resto vuoto e consapevole
dei miei infausti monologhi
divenuti tali dopo infinite
sofferenze e fragili amori
senza calde carezze e lascive
parole, ed ora la mia strada
è divenuta misteriosa e fredda
anche se di tanto in tanto
colgo un fiore del sorriso
e qualche arido ramoscello
ricco di speranze nel campo
delle elusive illusioni.
Non posso tornar sui miei
passi ne proseguire, dimmi
Tu mio Dio come posso
evitare l’oltraggio del demone
che divora senza tregua il mio
animo è la mia fede in Te,
par di esalar le mie ultime
confuse parole prima
di un addio non condiviso
dal mio cuore stremato
e sfiduciato da tal torbido
assillo di un futuro aleatorio.
Sia come sia il mio amaro
vivere non sarà come il delirio
di un moribondo, ma resta
in attesa di una bramata
rinascita di fede e nuovi
sentori di dolci sentimenti
e il ticchettio del mio cuore
sarà assordante e condiviso
con anime sensibili e devote
che mi faranno dono di parte
della loro incantevole estasi.
Raffaele Feola Balsamo.
FG Scrive:
Ciao Ciro. Molto bella la tua poesia sulla mamma, peccato che non la vedo più…
Ciao e buon proseguimento…
Raffaele Feola