Nel parco.
Nel parco
Nel grande sobrio parco
grandi statue erette
agli eroi del tempo che fu,
loro perirono per una
madrepatria che non è più tale,
e noi riconoscenti afferriamo
esuberanti stelle luminose
con coppi di sottili reti,
e le poniamo sui loro
freddi sepolcri eterni.
Sempre silenziosi,
gli eroi non parlano,
osservano,
che resta del loro coraggio,
una roccia bianca
cosparsa di ricordi,
occhi senza pupille
quasi a nascondere
inquietudini e paure celate.
Noi distratti li osserviamo
e poi….poi che dir di loro,
son pietre che furono
eroiche, cosparsi di
coraggio e di
tanta fredda pazienza,
si perché morire
non è piacevole,
ancor di più se i beneficiari
son i codardi trastullatori
di un frodato benessere,
ed è triste sapere che
loro furono sacrificati per il nulla,
forse… forse non volevano,
e noi testimoni del folle declino,
sappiamo che tutto sommato
non valeva la pena che loro
fossero immolati
per un mondo popolato
da scialbi individui dal cuore
della stessa dura pietra.
Ora i martiri scendono avviliti
dai loro podi, stanchi di essere
gli inconsapevoli autori di un
cosi aberrante mondo e non
scacciano più gli irriverenti uccelli,
inconsapevoli denigratori di inutili
altari eretti alla denigrante beffa.
Raffaele Feola