Che importa.
Che importa.
Quanto ridere, ma son pessimista,
che importa se la mattina
scorgo tanta polvere di ossa nel mio letto,
molti affermano, è la vecchiaia,
e che importa se trovo umidi di pianto
i miei stanchi fazzoletti,
dicono che son lacrime di gioia, chissà,
che importa se il mio pigiama è umidiccio
fuori fa freddo e c’è tanto gelo,
e soffia vento di burrasca.
Ma forse mi muovo piano perché le ossa
son infiacchite dall’usura,
piango di dolore e quante pezzuole impregnate
da lucciconi e quanta rassegnazione,
fuori dalla mia finestra vedo tanta luce,
e quanto sole, saettanti rondini,
e allegri pendolari che si accingono
ad andare da quel mare blu e caldo
che generosamente li accoglierà
nelle sue calde acque.
Dio, quanto è oscuro e freddo il mio cielo.
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