Lo zoo
Che sballo questa sera,
quanta gioia nello zoo della mia città,
sono stato ad osservare la sofferenza,
occhi di animali che hanno conosciuto il pianto,
che supplicano,
e i bimbi con il loro filo zuccherato
si divertono e scimmiottano.
Ma dai, i piccoli uomini non conoscono che una piccola libertà,
quando butteranno i loro giochi
imbratteranno di nero il loro volto,
indosseranno vesti mimetizzate e nelle mani non più balocchi,
ma ferri dallo sputo mortale,
e quel sorriso perenne sui loro visi mai si stanca di far male
ed è sempre più lontano il ricordo di quella mela proibita
nel grande Eden,
e mai fu sedata l’arguta voluta e devoluta strafottenza
dell’umano essere.
No, non pregate più, siate forti
e quel che avete deciso sia fatto,
l’inferno non esiste, ma il fuoco si,
ed arde silenzioso e perenne
e strani fantasmi piano piano si crogiolano su di esso,
e fra un pentimento ed un grido di dolore
si preparano rassegnati all’eternità.
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