Amami
Amami
Io sono la tua illusione,
colui che tu brami,
sono anima e corpo,
di sera sono un soffio
e mi spingi via col tuo sbuffo,
perché non vuoi che io ti ami.
I tuoi sono ansimi di fastidio,
nell’attesa dell’ombra giusta,
ma che mistero affligge
il tuo corpo,
perché scivola silente
fra ombre e ombre
senza mai arrestarsi ?
Uccidi il mio amore,
io canto serenate e non ascolti,
mi risponde il sussurrio gracidante
delle rane celate
nei piccoli stagni di acqua,
mentre la sabbia
spinge fuori fiori rossi
come a voler fermare il mare ansioso
con il garbo di qualche petalo.
Aspetto con avida speranza
l’arrivo del nuovo giorno,
i raggi del sole forse vinceranno
le tue assurde resistenze,
e piano piano gli scogli
si arricciano e l’ acqua lambisce
i primi tracciati di barche trainate
da pescatori notturni al rientro
alle prime luci dell’albeggio.
Dai smetti di trastullarti, amami,
compiamo il destino del non volere,
che tu abbia almeno il rammarico
di esser stata mia su una riva senza luna,
con gabbiani simili a falchi,
e il mare colmo di strane ciocche
di verde erba marcia,
io posso amarti anche cosi.
Raffaele Feola.