La Portiera
Ti osservo, cara la mia becera portiera,
quando sete e sudore
si avvicendano sul tuo corpo,
ormai inerme e aggrinzito.
Rivoli di liquidi salati scivolano silenziosi
in ogni dove, percorrendo itinerari
inenarrabili e il tuo smanioso grattare,
non irrita più di tanto la tua pelle
che parea cotenna.
E la tua bocca addenta per il collo,
una enorme bottiglia che pare non
debba mai staccarsi dalle tue labbra,
disdicevoli e gonfie come comodi
cuscini da salotto a forma di caramella,
ma dai la sete è sete, tranquilla nessuno
ti osserva, a parte e me e il vicinato.
Il tuo è un lavoro di concetto mia cara,
sei splendidamente puntuale nell’imbucare
la posta ad ogni povero tuo suddito,
che partecipa al tuo non miserevole stipendio,
si è un compito arduo è difficile assegnare
ai legittimi proprietari,
la propria corrispondenza,
tu riesci dove molti falliscono,
mai hai consegnato
quella giusta alla persona giusta.
La mattina ho timore a recarmi al lavoro,
ti vedo spesso di spalle, Dio mio,
quello che i miei occhi vedono è orribile,
tu sei curva in avanti a grattare
con una dura spugna le indifese scale,
ed il tuo posteriore non sono ancora
riuscito a quantificarlo,
spero di riuscirci prima che arrivi la mia
gratificante pensione, vero che ci vorranno
anni ma …speriamo
Ebbene devo lasciare l’arduo compito
descrittivo di una verace donna,
dalle indubbie qualità e mai smetterò
di essergli grato, poiché
vedendola da giovinetta spense ogni
mia velleitaria voglia di cercarmi
una degna compagna che mi stesse al fianco
nell’arduo e difficile cammino della vita,
come si suol dire…meglio soli che
mal accompagnati.