Effimero dolore
Un nuovo giorno,
una mattina di lucente sole
e di grandi auspici,
i miei occhi stanchi del pianto
di una notte appena fuggita,
si appoggiano sulla foto
posta sul mio scarno mobile
ai lati di un letto vuoto e freddo.
Il volto di una giovane donna
il cui sorriso,un po’ arrogante,
un po’ ammaliante mi osserva,
ed io quasi a pensar che tale figura
non dovesse esser più fra i viventi,
ma subito il mio senno si ricompone,
codesta è fra noi, ma non con me.
Odo la tua dolce voce nei silenzi assoluti,
ed il suo suono si ripercuote
nell’anima mia ed asserva
il malandato cuore
alla causa di un amor
perso già da subito,
forse tu già sapevi,
che il destino non ha padroni.
Dio che silenzio, fitte dolorose e cruente
trafiggono i miei sensi, non ho rimedi,
sono come una barca senza remi in un
oceano senza fine.
Si certo lasciarsi andare e
non udir voce di strane sirene
che attirano e ingannano,
ma pensar che il fato,
a me non attirò che strani
ed effimeri pensieri.
Giace inerme la mia volontà,
alla mercé di mistificanti figure,
oscure e tenebrose
nascoste nella selva buia
di una foresta senza anima.
Pregar i potenti santi e
affidarsi a Colui
che pose il suo martirio nelle mani
di uomini senza cuore,
al loro sbeffeggiante e
insulso accanirsi,
ma soffrir d’amor è
immolarsi ad un Dio pagano
e che non merita, non è sacra abnegazione
ma stupida follia di un cuor incapace di
intendere e di voler.
Amor mio non immolarmi
ad un funesto destino
di una solitaria fine,
dimmi che sono stato, fa nulla che non sarò più,
ma fa che io ascolti ancora una volta
la tua voce che tanto mi assilla, grazie ho avuto.