IRRIDENTE LUNA
È notte quando l’impietosa Luna
irrompe divertendosi…
con attonito silenzio.
Sorride nella sua densa pienezza
e non concede sollievo
al disperato che ama…
Accende indiscreta i ricordi…
e si nasconde presto
tra velanti nubi.
Chiudo gli occhi
e nell’amaro pianto
vivo soffrendo l’assenza…
Fuggo l’emozione…
e provo a distogliere
il disanimato pensiero su altro.
Ma le immagini di Lei…
come prolungate ansie
mi spingono alla deriva del tempo.
…Invariabili flussi
sono la coscienza
d’un impossibile amore.
D’un tratto un soffio
e in esso l’acre salsedine…
che ancora mortifica e gela la vita.
27.03.2011 CIRO SORRENTINO
Assisi 2004
Entrato son di certo in altra era
lavoro, leggo e scruto la natura
vivo con la famiglia e ben si spera.
I dolori non mi provocano arsura
più non assilla il tempo la mia vita
più non mi riconosco in vita dura
di più qualcuno a leggere m’invita;
Giovanna mi dice che son matto
ed anche ben avviato in dipartita.
Ciò però non mi trova distratto
tranquillo mi sento e pur felice
mi muovo silenzioso come un gatto
prim’attore non sono e manco vice
neppur vedo più la mia persona
ma per nulla m’impegna ciò che dice.
Mi dice pure ascoltami e ragiona
che non si vive osservando e leggendo
devi ritrovar chi t’impersona;
intendo ben ciò che mi sta dicendo
distogliermi vorrebbe dalla nuova
ma nella nuova non vado piangendo.
L’anno duemilaquattro mi ritrova
con Giovanna in spirituale crisi
e in quest’agosto caldo l’uovo cova:
per ritrovarci ora insieme ad Assisi
ben ascoltando Ignacio Larranaga
e in seguito rifletterlo dai visi.
È ben che ho riportato vera paga
santo pregare infatti ho qui scoperto
ma per allontanare idolo e daga:
centrato perfetto m’han l’inferto?
Dal silenzio impostoci con cura
volando mi ritrovo per l’offerto.
Or di capir la Bibbia mi premura
per dedicarmi così all’orazione;
ma nulla quell’impegno mi procura,
quel libro non mi da soddisfazione,
dicevano che avrebbe respirato
essendo strutturato col polmone.
Quelli tutti quanti avrei legato
come le rane vanno gracidando
pazzi sono e niente han mai provato,
ancor non so che vanno dimostrando;
bella resta la Bibbia ed elegante
ma nulla di quel testo va mutando.
“L ‘ho considerata come amante
ma quel gracidare ho risentito
senza che si muovesse mai un istante
e senza aver mai nulla percepito
mai neppur felice mi sentivo:
dal non aver forse nulla capito.
Per poco allor di testa non uscivo,
circondato com’ero dal pensare
sempre di meno così m’accudivo
allontanandomi anche dal pregare;
dal pregar che prima non pensavo
che forse non potrò più ritrovare… .”
– E’ un percorso
CORPI IGNOTI.
Le prime luci dell’ alba
si fondono con i lampioni
della piccola strada di periferia ,
i piccoli falo’ ancora accesi
mandano nell’ aria fredda
piccole lingue di fuoco ;
la notte silenziosa e umida
lascia lentamente il suo posto
al nuovo giorno nascente………..
L’ ultimo estasi d’ amore
e’ solo un pavido ricordo
come gli altri prima di lui ,
ma resta sul corpo
violenza e abusi di strani corpi ignoti………
L’ ultimo lucicchio di sfaville
si spegne con il corpo esausto….. ,
lo sguardo e’ vuoto di sorrisi
che non hanno calore d’ amore ;
lentamente con la morte nell’ anima
lasci il marciarpiede freddo e muto ,
non ti volti indietro perche’ sai
che stasera sarai di nuovo
su’ quel marciapiede pronta
a vendere il tuo fragile corpo
per pochi soldi .!!!!!!!
carmelo ferrè….27/11/2009
IO E TE…, E NULL’ALTRO AL MONDO
Nel silenzio resto in ascolto
e d’improvviso percorro
la realtà d’un sogno
il mio presente.
Sono il viaggiatore
di una notte lunare
e il suo limpido riflesso
protegge il mio rapito viaggio.
Incredibili atmosfere
d’evocanti armonie
e mitici presagi
m’infiammano.
Nella speranza m’affretto
seguendo dorati pensieri
e ancora desidero
unicamente lei.
Ad un tratto ansimanti venti
aprono il velato orizzonte
mostrando al mondo
un fulgido volto.
Ora sussulta il crepuscolo
specchio dei lucenti veli
e al sospirato amore
corro veloce.
E come le brezze muovono
alle sciolte fronde
così la dolce fata
s’avvicina.
Solo un bacio
ed è già l’aurora
per noi perduti amanti
nel nostro atteso domani.
20.03.2011 CIRO SORRENTINO
i giorni di pietra
Una musica
viene da lontano,
cos’è Maria questo alternarsi di stagioni
questo amore chiuso nei vicoli
circondati dai muri di pietra,
come faresti a penetrare la lama della tua vendetta
sul mio corpo, come faresti a crescere i nostri figli
a farli diventare grandi
fino
a scagliarli contro di me
come piccoli soldati delusi.