NELLA GEOMETRIA DEI NOSTRI CUORI

Adagiati, mia Nàiade,

stenditi sulla riva

perché le primule

sfateranno il maleficio

delle oscure chiromanzie.

 

Sarò con te sugli argini

dell’incantevole lago

dove i boccioli

fioriranno esultanti

gonfi d’argentei riflessi.

 

Il tempo richiuderà

l’abisso che ci lasciò

su continenti lontani

e riempirà le notti

che sanno d’aspro vino.

 

Giungeranno vestali

alte e snelle

recandoci la coppa

che riempiremo

dell’impenetrabile estasi.

 

Un tremolante vento

lambirà le nostre mani

mentre ci immergeremo

nelle nitide acque

della nostra azzurra laguna.

 

Nell’immensa primavera

un plastico vento

muoverà i faggi

tra verdi smeraldi

d’affascinanti fogliami.

 

Svaniranno le polveri

sulle inflorescenze

invase dal raggio

delle sfere infiammate

nella geometria dei nostri cuori.

 

17.08.2013 Ciro Sorrentino



L ‘Autunno

 

Tempo chiassoso e grigio,

 io e te nell’ombroso autunno

accovacciati a rimirar

 lo spettacolo decadente di

 un cielo stanco e senza luce,

 lacerato dagli infiniti voli

 di  uccelli che fuggono

 erranti alla ricerca di nuovi tepori.

 

 Le nostre guance si sfiorano

 e il pallore dell’autunno

 arroventa come un magico  

 sortilegio i nostri ansiosi

 e scalpitanti corpi.

 

 Le nostre mani si toccano

 è i colori tenui ma

 smaglianti dell’autunno

 col giallo ocra delle sue foglie,

 col suo rosso fuoco esalta gli

 intricati cespugli,

 e il profumo inebriante

 di una natura che si accinge al

 suo lungo riposo, asseconda con

 complicità le nostre frasi d’amore.

 

 Il nostro muretto con l’abbarbicarsi

 delle rampicanti nasconde

 le nostre frasi d’amore,

 le nostre promesse di condividere

 l’eternità, scritte nei momenti

 di felicità voluta da entrambi i cuori,

 sembrano un eterno suggello

 oracolare alle nostre promesse

 ed ai nostri sogni condivisi.



SULLA SOGLIA DELLA CITTÀ DI DITE

Tristemente siedi sulla riva

e fissi lo scoglio

imperlato d’onde

mentre il sole saluta

l’oscura terra

che inutilmente ruota.

 

E ti perdi lontano

nel tremolio del mare

che cerca la luna

 e di essa il sorriso

 che tante volte

ha illuminato la tua poesia.

 

Tra le mani stringi

una vuota conchiglia

e l’avvicini per sentire

l’eco di voci passate

il canto del tuo cuore

di nuovo e sempre sorpreso.

 

Come un’ombra

accompagni la tua ombra

laddove i flutti

imbiancano gli scogli

che splendono

di ionica e verdeggiante pietra.

 

In tanta solitudine

la tua anima lucente

seria e pensosa

danza con ironici passi

nello spumoso mare

 e nel complice lampo lunare.

 

Sul cuscino della luna

cerchi la quiete

 e ti abbandoni

alle chiare bolle d’aria

cercando di obliare

la dura scienza del mondo.

 

Oh mio amico specchio,

che nulla hai più

della notte nell’animo

né il giorno negli occhi,

ti vedo sereno

nell’estranea ed ignota armonia.

 

Come ombra di marinaio

ti avvii sulla ghiaia lucente

e cerchi il tuo veliero

che ti traghetterà

 con freddezza di fuoco

sulla luminosa soglia dell’infinito.

 

17.08.2013 Ciro Sorrentino



ORLI D’INTARSIATI ARABESCHI

Senza la tua voce

la notte si riempie

di atroci segnali

e le stelle sembrano

tante lucciole in agonia.

 

Ah, mia Nàiade,

i tuoi occhi

danno quiete

alla mia essenza

rivestendo l’oscurità

di liete e tripudianti tinte.

 

Ti cerco inquieto

sotto il nero cielo

e ripercorro la terra

per giungere deciso

alla quercia che albeggia

sulle tue dolci e calme acque.

 

Nelle sue miti fronde

il tuo e il mio cuore

si congiungono

e vanno avanti

oltre le rive del lago

nell’argenteo orizzonte.

 

Nella prossima alba

il nostro naviglio

vestirà d’amore

l’universo stesso

con limpide trasparenze

e orli d’intarsiati arabeschi.

 

16.08.2013 Ciro Sorrentino



VERTIGINE D’AMORE

Oh, mia Nàiade,

in questo giorno

nudo e chiaro

lo spazio e le cose

hanno la forma

del tuo viso che incanta

questo misero cigno.

 

Come i fiori

attirano

le api cercanti

e i pollini

esaltano le farfalle

così i tuoi occhi

infiammano le mie foglie.

 

Sorridono frusciando

le silenti vele

alla tua rugiada

che scende

nutrendo la mia terra

e il triste albero

consumato dal tempo.

 

Sei tu l’eliso giardino

creato ad arco

sull’ignoto buio

l’arcobaleno

sorto nel cielo

che mi conquista

alla vertigine d’amore.

 

16.08.2013 Ciro Sorrentino



UNO SCONVOLTO QUADERNO

Ad ogni tuo saluto

una fumosa mano

scompiglia i fogli

delle emozioni

che ci sorprendono

tra vividi pergolati d’oro.

 

Così il cielo si fa cupo

e i fiori cadono

sui duri campi

come le farfalle

su sassi taglienti

velati da rovi di spine.

 

Si attenuano i lumi

nelle buie scie

della fitta notte

che pigia e falcia

le messi dell’amore

maturate nei nostri cuori.

 

Si arrotolano le foglie

nel folle vuoto

che veste di nero

e getta livide ceneri

sulle pagine squillanti

di uno sconvolto quaderno.

 

16.08.2013 Ciro Sorrentino