VOGLIO FISSARE I TUOI OCCHI

Voglio fissare i tuoi occhi

e cercandoti

vado per strade

solitarie e incolte

dove risuona il suono

della tua rassicurante voce.

 

Nel vaporoso orizzonte

seguo la tua eco

e attendo l’alba

che segue la notte

per raggiungere

il candore della tua anima.

 

Il desiderio mi sospinge

muove il mio corpo

stanco e affamato

sulle morbide orme

lasciate dai tuoi passi

nell’arrendevole sabbia.

 

Mi rasserena l’eco

 del suono fluente

dei tuoi fianchi

di giovane farfalla

che mi turbina intorno

placando il mio triste pianto.

 

Scorgo il versante

in cui i fiori

sorridono ancora

aspettando lo sfioro

di una tua carezza

che sa di vellutata pesca.

 

E finalmente gioisco

quando nel buio

scorgo la tua rosa

prezioso fiore

di rigogliosa vita

e di sublimante bellezza.

 

18.08.2013 Ciro Sorrentino



NELLE BRACCIA DI NÀIADE

Oh mia radiosa luna,

che ti specchi

nel cerchio del mare,

illumina lo scoglio

delle aromatiche alghe

e fa che l’onda

mi bagni

con una sola goccia

di sale azzurro

schizzato

dai suoi sciolti capelli.

 

Illumina la rotta

al naufrago tra queste

rocciose pareti

che d’oscura notte

circondano

il misero naviglio

e il mio cuore che batte

nel riverbero

della sua intatta primavera

che sa

di fuggitiva freschezza.

 

Il mio è il viaggio di Ulisse

tra turbinose onde

che sfidano

le silenti stelle

e con la vela tesa

schivo i lampi

e devio i vortici d’aria

per arrivare all’isola felice

dove posso trovare

la sublime pace

nelle braccia di Nàiade.

 

18.08.2013 Ciro Sorrentino



MA ORA DESIDERO VIVERTI

Se fossi certo

di poterti abbracciare

in autunno

falcerei l’estate

con un’ascia 

e un beffardo sorriso.

 

Se potessi baciarti

entro l’anno

rinchiuderei i mesi

in forzieri dorati

per far silenzio

ad ogni loro lamento.

 

Se dovessi aspettare

altri secoli

li conterei sui petali

anche a costo

di sfogliare

tutti i fiori del mondo.

 

Se sapessi che

oltre questa vita

io e te saremo

sempre insieme

brucerei il tempo

e mi tufferei nell’eternità.

 

Ma ora desidero viverti

perché del dopo

non ho certezza

e ti voglio sul cuore

per ascoltare

le tue parole d’amore.

 

18.08.2013 Ciro Sorrentino



L’ Amicizia

Amico,amico caro ben tornato,

sentire la tua mano sulla  mia

spalla,rende quella parte di me

di solito incerta e sconnessa,

forte e sicura perché io possa

dire e pensare nel modo che è.

 

Non lusingarti del mio detto poiché

ciò è verità a volte le cose vere

sono dette nel modo più semplice.

Le tue parole, i tuoi scritti fanno

vivere e pensare, ed io sto

imparando, vedrai saprò leggere.

 

Le tue frasi a volte tristi fanno riflettere,

forse è vero che i veri eroi son quelli

silenziosi, ma chi ha cuore non è mai

indifeso, non è mai solo.

Dare l’amicizia è poca cosa il difficile

a volte è conservarla, con affetto.

 

  



LE TUE LUCIDE MANI

Ogni giorno

cerco una tua carezza

e la liquida virtù

delle tue trasparenti dita.

 

E mi conforta sapere

che tu, amore mio,

mi concedi

il tuo lievissimo tocco.

 

Sento le tue mani

che prendono le mie

per conoscere

il brivido del mio cuore.

 

Ah, le tue lucide mani,

le dita aperte e tese

che si infiammano

scoprendo il tuo amore.

 

Ogni notte i tuoi palmi

serrano le braccia

per placare l’ira

di non potermi stringere.

 

Ma ti conforti sapere

che nella penombra

sfioro i tuoi capelli

proteggendo il tuo sonno.

 

17.08.2013 Ciro Sorrentino



Il Contadino

 

 

 

L’alba  arriva solerte e grata al buon Dio,

il contadino  si avvia con passo sicuro al

campo incolto con indosso qualche cencio,

il  piccolo fardello con indentro la stozza di

pane e il sorso d’acqua in un otre di terracotta.

 

Un maestoso albero antico colmo di frutti e

ricordi lontani sembra attenderlo e con il

movimento vibrante delle foglie lo saluta gaio,

gli uccelli su di esso per nulla intimoriti

continuano imperterriti nello svolazzo da un

ramo all’altro poi fuggono fra gioiosi pigolii

a cercar cibo per i loro piccoli che affamati

e fiduciosi attendea nel loro sicuro rifugio

il rimbocco di cibo loro spettante.

 

Col capo chino ricoperto da una sudicia

paglietta e con il madido sudore che scorre

copioso sul nero corpo l’uomo continua a solcare

il duro terreno e un sorriso labile percorre le sue

labbra, forse è un tendenzioso stimolo al suo

sacrificio, forse è solo felicità.

 

Il sole scotta ma allieta, fiacca la volontà

ma premia, lui è la vita e il vecchio servo di

quella feconda terra attende dopo mille supplizi

e infiniti sacrifici il premio, il raccolto tanto atteso,

e quando esso arriva

si genuflette e ringrazia il buon Dio.