Il Contadino
L’alba arriva solerte e grata al buon Dio,
il contadino si avvia con passo sicuro al
campo incolto con indosso qualche cencio,
il piccolo fardello con indentro la stozza di
pane e il sorso d’acqua in un otre di terracotta.
Un maestoso albero antico colmo di frutti e
ricordi lontani sembra attenderlo e con il
movimento vibrante delle foglie lo saluta gaio,
gli uccelli su di esso per nulla intimoriti
continuano imperterriti nello svolazzo da un
ramo all’altro poi fuggono fra gioiosi pigolii
a cercar cibo per i loro piccoli che affamati
e fiduciosi attendea nel loro sicuro rifugio
il rimbocco di cibo loro spettante.
Col capo chino ricoperto da una sudicia
paglietta e con il madido sudore che scorre
copioso sul nero corpo l’uomo continua a solcare
il duro terreno e un sorriso labile percorre le sue
labbra, forse è un tendenzioso stimolo al suo
sacrificio, forse è solo felicità.
Il sole scotta ma allieta, fiacca la volontà
ma premia, lui è la vita e il vecchio servo di
quella feconda terra attende dopo mille supplizi
e infiniti sacrifici il premio, il raccolto tanto atteso,
e quando esso arriva
si genuflette e ringrazia il buon Dio.