agosto 14, 2013 - Inserito Da Ana Valdeger - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Quando il cielo
fu cupo
sorrisi comunque
ricordando le giornate di sole
ed ogni momento felice.
Quando fui perso
in mezzo alla gente
senza sapere dove andare
cercai in fondo al cuore
la sua immagine incisa.
Quando fu tutto buio
e la terra molto arida
senza respiro
non ebbi paura
la sua forza traspariva in me.
Non dimenticai
ogni dolore
che frattumato
diventò più leggero
sopportare.
Sentii il suo respiro
le sue orme vicine alle mie
il suo calore confortare
e la luce guidò
la mia vita verso di te.
Ana Valdeger 14/08/2013
agosto 14, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Come oscura negativa
di vecchia foto
hai preso forma e vita.
Il rosa della tua pelle
ha colorato i punti del buio
ed il grigio cristallo.
Il tuo sorriso si è stretto
in un morso di rabbia
sulle sottili e lucenti labbra.
I tuoi occhi si sono accesi
in ardenti iridescenze
di trasparente eloquenza.
Le tue mani sul viso
hanno cercato le palpebre
per sciogliere l’attesa.
Nelle tue agitate pupille
si è acceso il giorno
del tuo misterioso universo.
La luminosità del volto
ha fugato le ombre
e il tempo screziato di nero.
Così dalle lastre di ghiaccio
il tuo raggio di luce
si è levato nell’istante eterno.
14.08.2013 Ciro Sorrentino
agosto 13, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 2 Commenti
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La mia anima
vagava smarrita
come grano
perso alla spiga
frastornata dal vento.
Nella quiete notturna
rimasi disteso
rivivendo il fatuo volo
di tutta una vita
annientata dal nulla.
Quante briciole
rividi sulle acque
quanta vita spezzata
e lanciata d’improvviso
senza saper dove.
Per anni rimasi
aspettando
che altre brezze
mi reggessero in volo
per giungere a te.
Quando ormai
stavo rinunciando
il dolce sussurro
del tuo amore guidò
le mie diafane ali.
Così l’uccello cieco
fuggì la deriva
e gli afosi venti
rialzandosi infine
nella triade del tuo nome.
13.08.2013 Ciro Sorrentino
agosto 13, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Nelle tue eteree mani
il mio cuore
si ravvivò
come il seme
che scampa la morte.
Le fresche radici
si nutrirono
della tua linfa rosa
e germogliò
un magico amore.
Alla tua nitida luce
s’aprì
la mia corolla
che fissò con fede
il tuo volto.
Di null’altro
ebbi urgenza
perché il mio stelo
si dissetò
alla fonte del tuo amore.
13.08.2013 Ciro Sorrentino
agosto 13, 2013 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 0 Commenti
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Nella mia lunga notte
giunse il tuo sorriso
che ruppe l’incantesimo
lanciato dalla voracità
del terribile e famelico nulla.
Abbigliata d’azzurra luce
tra puri e semplici veli
apristi il tuo sorriso
come frangia di uno scialle
orlato di colorati nastrini.
Il mio cuore vibrò
con rintocchi di campane
che scoccano precisi
liberando il volo degli uccelli
intorno alle alte torri.
Il tuo sorriso si immerse
nella piena del mio fiume
che suggellò l’istante
tra svolazzanti coriandoli
e scintillanti polveri di stelle.
Nelle tue vesti mi avvolsi
riscaldando il corpo
infreddolito dal silenzio
nell’oscurità di un bosco
avido come tremenda palude.
13.08.2013 Ciro Sorrentino
agosto 13, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
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Scende la sera e gli stanchi uccelli
tornano rumoreggianti al loro nido,
quatti quatti si adagiano fra
le fronde degli ospitali alberi
accovacciando fra le penne il piccolo capo
nell’attesa del meritato sonno.
La loro moltitudine rende chiassoso il covo,
ma dividono con equa parzialità
lo spazio e fra mille cinqettii si adagiano
sereni nell’attesa del nuovo giorno.
I miei rientri tristi e silenziosi,
nel buio cercano sostegno
in qualcosa che non c’e,
quel penetrante, silenzioso rumore
giunge perfido e doloroso
irritando e lacerando il mio cuore.
Perfide stille di sudore cospargono
di ferite sanguinanti i suoi percorsi,
e a nulla vale la flaccida rivalsa
dei miei sensi, sono vinto e deriso.
Frasi dette e ripetute
che nel giurarsi eterno amore
commettevano il più insulso degli spergiuri,
i cuori non battevano all’unisono,
il mio, chiassoso e gioioso,
non si accorse che era l’unico a trepidare,
rumoreggiava assordante,
folle d’amore e di felicità,ma era l’unico.
Tardi compresi, quello che fu
un trastullo per la mia anima,
ora è un tormento senza fine,
un dolore lancinante la cui sola panacea
e l’attesa dell’eterno silenzio, ma proprio
perché fu cosi grande
non vuol disperare e
si adagia nell’attesa di un inutile ripensare.