SULLA SOGLIA DELLA CITTÀ DI DITE
Tristemente siedi sulla riva
e fissi lo scoglio
imperlato d’onde
mentre il sole saluta
l’oscura terra
che inutilmente ruota.
E ti perdi lontano
nel tremolio del mare
che cerca la luna
e di essa il sorriso
che tante volte
ha illuminato la tua poesia.
Tra le mani stringi
una vuota conchiglia
e l’avvicini per sentire
l’eco di voci passate
il canto del tuo cuore
di nuovo e sempre sorpreso.
Come un’ombra
accompagni la tua ombra
laddove i flutti
imbiancano gli scogli
che splendono
di ionica e verdeggiante pietra.
In tanta solitudine
la tua anima lucente
seria e pensosa
danza con ironici passi
nello spumoso mare
e nel complice lampo lunare.
Sul cuscino della luna
cerchi la quiete
e ti abbandoni
alle chiare bolle d’aria
cercando di obliare
la dura scienza del mondo.
Oh mio amico specchio,
che nulla hai più
della notte nell’animo
né il giorno negli occhi,
ti vedo sereno
nell’estranea ed ignota armonia.
Come ombra di marinaio
ti avvii sulla ghiaia lucente
e cerchi il tuo veliero
che ti traghetterà
con freddezza di fuoco
sulla luminosa soglia dell’infinito.
17.08.2013 Ciro Sorrentino
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