PROFUMO D’AMORE

Nell’umida penombra

scorgesti

la mia anima

che si rivoltava

sulla tenera erba

nell’irrequieto sonno.

 

Ti accostasti piano

e la tua mano

accarezzò

il mio palmo

che di te sentì

profumo d’amore.

 

Per il tuo dono

riascoltai

i miei battiti

e mirai il tuo viso

tra le sorelle stelle

che richiesero la tua luce.

 

Da lassù sfiorasti

le mie acque

che agitate

fuoriuscirono

al di là delle arcate

d’una remota e persa vita.

 

02.09.2013 Ciro Sorrentino



SPETTRALI RIVERBERI

I miei sogni

si levano

nella sciolta foschia

colorando l’aria,

densa e scura,

con macchie cremisi

che schizzano

il mantello della notte.

 

Ma nel denso buio

svanisce

ogni speranza,

mentre la città di luce

brucia consumandosi

come l’albero

attraversato

da folgoranti bagliori.

 

Così lentamente

finiscono in cenere

le giovani farfalle,

che vacillano

in spettrali riverberi

su questa terra

dove anche le ombre

si dissolvono per sempre.

 

01.09.2013 Ciro Sorrentino



RAMI DI CRISTALLO

Sui rami degli alberi

il gelo ha eretto

la sua fortezza

e assedia la fantasia

con muto silenzio

affinché si dissolva

come una fiaba perduta.

 

In quei rami di cristallo

sono i miei sogni

muti e accartocciati

nel loro tormento

aspettando una mano

che liberi la vita

dal peso delle morte foglie.

 

Neri passeri

precipitano con vano

agitarsi delle ali

in un tormento di nubi

fuse in una coltre

che ride scaricando

le sue stoccate di grandine.

 

01.09.2013 Ciro Sorrentino



VESTI DI PIOMBO

Fisso a lungo

questo tramonto,

e sogno di varcarne

l’infuocato passaggio…

 

Sogno di fuggire

la fosca prigionia

delle tremende celle,

spezzare ogni catena…

 

Vorrei superare

i limiti della realtà,

la sconfinata bruma

per tuffarmi nell’infinito…

 

Così toglierei

le vesti di piombo,

dal corpo consumato

e infiacchito nel tempo…

 

Ah, poter essere

svestito naufrago,

senza nave che vada

nella stessa direzione…

 

Felice sarei oltre

gli annebbiati porti

dove si frantumano

i tristi uccelli affamati…

 

01.09.2013 Ciro Sorrentino



La città del silenzio.

 

Strade di fango,

cosparse di resti di una umanità

allo sbando, visi esilaranti e briosi,

ma dal cuore spento,

il liquido scuro  frutto di una vendemmia felice

e ora la speranza di chi vive, ma non vive,

e lui il procacciatore di false euforie,

il vino rende felici e aiuta a

dimenticare dolori

e frustanti solitudini,

ma sono solo attimi ..sempre più brevi.

 

I muri, libri aperti ove si scrive e si racconta

con strani  barattoli di inchiostro nero,

la propria muta arrendevolezza,

la miserevole e fatiscente società

cosiddetta “Civile “ha abbandonato

la sua gente lasciandola  

nell’obbrobrio di un insulso è

mortificante declino.

 

A volte il furore esplode,

ma è poca cosa i silenzi restano tali,

la immutevole  rassegnazione si

ricompone e branchi di disperati

aggrediscono con veemenza i nuovi

e brillanti contenitori di immondizia,

Dio ti ringrazio di aver creato il popolo

dei  ricchi altrimenti tali  dispensatori

di sudici resti resterebbero vuoti.

 

La nostra città si arricchisce

di nuovi umani di altri miserevoli mondi,

smaniosi e portatori di altre sofferenze,

lasciano alle loro spalle desolanti paesaggi

di guerre e morte, che siano i benvenuti,

un piatto vuoto non si nega a nessuno,

è tutto quello che abbiamo,

ma dividiamo volentieri con loro

il frutto di sagaci uomini che hanno saputo

ferire a morte una umanità una volta

pregevole e volitiva …

ora solo silenzio.



ESILI FALCI DI LUNA

Fluttua il tuo bianco spettro,

oh mia luna che volgi

al tramonto,

esile come il filo

di un aquilone

perso nell’oscuro spazio.

 

Ah, quante disillusioni

hanno consumato

 il tuo sorriso,

e ora tristemente

continui a scivolare

oltre la frontiera del cielo.

 

Seguo il tuo giro

ma resto disorientato,

perché la mia anima

è così fiaccata

dalla spossante vita

da non poter risalire in alto.

 

Ah, mia luna, il tempo

mi ha strappato

dal tuo grembo materno,

lasciandomi da solo

in un oceano di ombre

e relitti di frenetici miraggi.

 

Il tuo declino è il mio declino,

la vita mi ha spogliato

degli ingenui sogni

e posso solo scendere,

sconvolto ed estraniato,

la prolungata scala del cielo.

 

Non c’è speranza di salvare

le tue esili falci

alle dense piaghe

del dolore, che spinge

ogni lucentezza di stella

nel puro mistero delle tenebre.

 

01.09.2013 Ciro Sorrentino