Il Ritorno

 

Sfogliano i petali di un immaginario fiore

affidando  ad esso le sorti di un amore

velato d’ombre e  deturpato da sogni colpevoli,

 l’afflizione mortificante dell’inganno ha reso

vile il tentativo di erigere felicità sulla sofferenza,

e il loro clandestino bacio altri non è che il suggello

di un inquietante futuro cosparso di lacrime.

 

Mi ama, non mi ama, ma le nude corolle dei

delle nere margherite non sono complici

di tale amore sfigurato e  vile.

L’attesa di giovani bimbi appoggiati ai vetri delle finestre

 appannati dal loro pianto, gemono trepidanti nell’attesa

dell’arrivo di una mamma colpevole e lasciva.

 

All’improvviso un temporale proietta come folgori

gocce di pioggia in ogni dove, i tetti sobbalzano e i prati

sfigurati da tanta rabbia si piegano sconfitti da tanta ferocia.

Piano il  buio ombroso delle torbidi nuvole lasciano il posto

ad un chiarore quasi innaturale e all’orizzonte un magnifico

arcobaleno accompagna la corsa di una donna redenta che

corre dai suoi piccoli con le lacrime purificatrici di una

 tentazione pensata e  mai vissuta.

 



LASCIATI ANDARE

Dimentica il dolore,
dammi la mano
e balla con me
sull’aurea spiaggia.

 

Bagna i tuoi piedi,
rinfrescati
nei briosi pensieri
e custodiscine il brivido.

 

Fidati della brezza
che ti bacia il viso,
scompigliando
il tuo inquieto sorriso.

 

Parlami sottovoce,
vinci l’amarezza
e liberati dalla croce
nella mia alba d’amore.

 

Lasciati toccare,
prendimi il respiro,
ascolta il cuore
e saprai che in me sei vivo.

Ana Valdeger 05/09/2013



SULLA FOSCA VIA DEL DOLORE

Luccicano i binari

dinanzi al treno fermo

in questa stazione

persa tra strane colline.

 

Guardo il campanile

e le finestre delle case –

chissà dove saranno

le persone e gli uccelli.

 

Riprendo la mia corsa

tra pallidi campi

dove gli alberi

sembrano corvini filari.

 

Come sfera di creta

precipita la luna

ormai imprigionata

dal verdetto della sorte.

 

La scorta il mio treno

come una meteora

lanciata dallo spazio

sulla fosca via del dolore.

 

05.09.2013 Ciro Sorrentino



SVEGLIATI AMORE ….

Parlami , io sono quì , non mi vedi ? .
Non puoi non vedermi !!! .
Vedi la mia ombra che si staglia
su queste nude rocce di ferro ,
mi vedi ? .
Sono nudo con la mia coscienza
e non ho colpe da nascondere ,
parlami , io ti ascolterò , non mi credi ? .
Il soffio dei tuoi respiri
sbatte forte sul mio viso rigato ,
asciuga calde lacrime che non hanno senso di esistere ,
come non ha senso questo tuo muto silenzio
che scava profondi labirinti di carta bianca .

Parlami , io non sono sordo e tu lo sai !!! .
Toccami , perchè solo toccandomi
sentirai il mio cuore battere per te ,
credimi , ti supplico ascolta la mia voce !!! .
Dormi , ma sul viso hai ancora quel tuo sorriso ,
ringrazio il DIO che non ha cancellato
dal tuo dolcissimo volto il sorriso della vita ,
ti guardo mentre tu continui a sognare ,
ti vedo serena e sei ancora più bella ,
ma a me non basta ,
questo tuo silenzio mi fa morire ,
ti prego amor mio svegliati
io non ne posso più ad aspettare il tuo risveglio !!! .
Bianche lenzuola di lino profumate
accarezzano il tuo esile corpo immobile ,
lievemente le tue labbra assaporano le mie ,
e con esse piccole gocce di rugiada salate
innumidiscono le tue labbra rosse …..
Ti prego amore svegliati !!! ……
carmelo ferrè ….25/08/2013

 



VENTO DI TRAMONTANA

Affanna la vita

 nel febbrile autunno

quando le foglie

precipitano perse

nel furioso urto

dell’implacabile vento.

 

I neri uccelli

tacciono respinti

nell’ombra

soffrendo

il nodo d’angoscia

che stringe le loro ali.

 

Si addormentano

gli alberi piegati

nel silenzio

della vita che sogna

una prossima fioritura.

 

E intanto che giunga

la primavera

sulla corteccia

picchietta

il gelo che assedia

l’interna scintilla d’amore.

 

Ah, quanto è duro

restare nascosti

badando a riparare

la fiamma celeste

dall’empia insistenza

del vento di tramontana.

 

05.09.2013 Ciro Sorrentino



SIAMO UN SOLO ESSERE

Poter essere

al tuo fianco ora

sentire sempre

i tuoi pensieri

e il canto del cuore.

 

Riunire le mani

che il destino

ha disperso

nell’alienazione

di queste vuote notti.

 

Gettare infine

mappe e bussole

dalla banchina

del quieto porto

contro i battuti venti.

 

Potesse la vita

ricompensarci

dell’acredine

di questa distanza

che ci sottrae la presa.

 

Eppure anche in tale

inquieta pena

siamo un solo essere

che sente il mistero

e ne comprende il senso.

 

05.09.2013 Ciro Sorrentino