MAGNIFICENZA FEMMINA……

E…. il mondo prese vita
da una immensa scintilla di luce ,
gli alberi si riempirono di frutti rossi più del fuoco
le acque fresche e trasparenti sgorgarono come per incanto da monti inviolabili ,
come cascate di schiuma d’ argento lucente
bagnarono con grazia un corpo nudo di donna .
due occhi di stelle illuminarono l’ oscurità di un universo nascente
donando l’ eternità della essenza di esistere .

Il corpo perfetto di una magnificenza femmina
si staglio su una valle incantevole coperta da un cielo azzurro-rosa ,
i primi usignoli intonarono un cinguettio incensate che
non avevano nessuna risonanza melodiosa 
per un istante di un secondo nella valle rumorosa 
si udì una dolcissima canzone d’ amore , 
la sua dolcissima e incantevole voce donò
agli usignoli la melodia delle note ai lori cinguettii .

La magnificenza femmina dal viso di un angelo
tocco maliziosamente una piccola schegge di roccia ,
un piccolo taglio sul dito fece cadere due , forse tre gocce di sangue
che subito caddero sulla ariosa terra
che germoglio un meraviglioso fiore rosso
difeso da piccole spine
quel fiore assomigliava alle sue carnose e sessuale labbra
mentre le spine rappresentavano i suoi affanni nei dolori di madre .   

carmelo  ferrè ….29/08/2013



IL FARO E IL TEMPO

Dal mio faro osservo…

 

I battelli splendono nel sole

spinti da gelide correnti

stremate e rarefatte come il tempo.

 

Nella scia del nudo orizzonte

resto come sospesa,

assopita, ma ancora resisto.

 

M’inonda un silenzio rarefatto…

 

Trafitta da eterea presenza,

ho vissuto nel futuro

senza mai aver avuto un passato.

 

Questa luce sembra catturata

dalla bruma inviolabile del tempo

che annienta ogni cosa.

 

Attenua le candele, e la mia vita

che serve a tenere vivo il faro

si sta spegnendo come la sua luce.

 

Io rimango sospesa, trattengo il respiro…

 

Resto ad aspettar la buia notte in cui

la luce del mio faro avrà fortuna

e il tempo la dispenserà, ignorandola.

 

Attraversando i varchi del cielo

sarà da guida per il mio amato

che arriverà dal futuro offuscato.

 

Non mi resta che aspettare

che il tempo si distragga un attimo

e faccia sopravvivere, pietoso…,

 

…il desiderio eterno del nostro istante.

 

07.09.2013 Ana Valdeger



Il passato e il futuro

Piccolo mondo frivolo e infelice

tu dai, ma molto togli,

spesso come compenso rubi

i colori della vita  e

 lasci il grigiore

di una esistenza incompiuta,

inodore e insapore.

 

Qual è dunque la differenza

 tra il primo è l’ultimo amore?

 

 Il bianco ghiaccio si scioglie

confondendosi con gli immensi oceani,

la terra si scuote con strani

sussulti e tremori,

terrorizzando coloro che  non temono, 

 

il tempo

muta i decrepiti ricordi di una

 vecchia e becera umanità,

 monumenti eretti al nulla e corrosi dall’incuria,

 

il moltiplicarsi di chiese enormi e sfarzose

ricche di prestigiose immagini,

 ove si prega solo quando giunge

 dolore e paura,

 

vecchie e tristi case brulicanti di vita

 dove si consumano drammi e

lievi barlumi di inattese felicità,

sembrano accovacciarsi

 aspettando forse

inutilmente che qualcosa muti

il loro terribile aspetto,

 

Ma se tutto si trasforma,

perché i ricordi di amori vissuti

 restano perenni?

Il pungente dolore del primo smarrimento,

 i primi baci

le prime promesse…poi il silenzio.

 

  E mentre il mondo cambia,

 io con il miserevole vestito che il tempo

 ha confezionato per me,

cerchiando di nero i miei occhi,  

imbiancando i miei scarsi capelli,

rendendo goffo,

 incerto e maldestro il mio passo

 

vivo la parte finale dell’ultimo atto

 di una malinconica commedia e

 recito come un vecchio e logoro attore

 un copione già scritto,

la sofferenza dell’ultimo amore

 che mi è stato portato via da quella

che non è più vita, ma morte.



Io…sciocco.

Io… sciocco.

Io, che strano essere,
tanto sciocco quanto avverso
e quanti versi inutili
in una vita inutile,
son matto è vero
ma che farci,
ho sempre gli occhi umidi,
quanti pianti,
mai il sano ridere
che folle,
son gramigna
in un colorito campo di grano
dalle ricche spighe gialle,
che vaghezza son triste,
ma galeotto in uno
strano mondo ostile.

Raffaele Feola



SPLENDIDO AMORE

Estasi e grazia

il tuo profumo e il tuo corpo nudo.

Estasi e grazia

il tuo sguardo e il tuo pensiero.

Lente scorrono sui nudi seni

gocce di rugiada e perle d’ebano.

Come acqua invadente il mio amore ti avvolge,

mentre con mani leggere i miei pensieri ti accarezzano,

lenti e fluidi sciabordando

sui meati e le gole

di fianchi fieri e di sinuose cosce.

Fragranze d’infinito disegnano i tuoi sguardi e

nuvole di gioia gonfiano le vele

che spingono i miei passi,

le tue parole.

Alito d’amore il suono della tua voce

sveglia i miei sensi e anima il mio sangue.

Guidami alle fonti dell’ estasi

e alimenta la fiamma perenne del mio desiderio,

splendido amore.



IL PESO DEI NOSTRI CORPI

Presto l’orizzonte

sarà oscurato

da fitte nuvole

ma saremo insieme

per quanto impervia

sia l’anonima via.

 

Il vento della notte

insegue

le pallide ombre

che si distendono

sul sentiero lasciato

da un tramonto di luna.

 

In lontananza

brillano le luci

che sfuggono

anche se andiamo

senza sosta

sulla sconosciuta via.

 

E il vento

ancora ricade

con il suo passo

sempre uguale

sull’erba distesa

nel deserto campo.

 

Ma una lucente scia

ci guiderà oltre –

tra i grani

di questa vastità

che mai avvertì

il peso dei nostri corpi.

 

05.09.2013 Ciro Sorrentino