Che male

Che male che mi han fatto…..

le tue parole terribili? No

venivano dall’altra te

quella che non vorrebbe esistere

che poteva scomparire grazie alla forza del nostro amore

 

Che male che mi han fatto…..

i calci e i lividi? No

avevo messo in conto che ne avrei presi anche altri

10, 100, 1000 calci avrei preso per te

nessun dolore mi avrebbe fermato, col pensiero del nostro amore

 

Che male che mi han fatto…..

sentirmi dire che sono io la tua pena? No

lo diceva l’altra te

quella circondata e costretta da brutta gente

che sarebbe potuta essere cancellata, dalla forza del nostro amore

 

Che male che ha fatto…..

vederti spaventata

vederti senza speranza

vederti tremare

vedere che stai male



ISTANTI D’IMMENSO

Nel dedalo della vita

una pietosa luna

arride piano

agli stravolti pensieri.

 

Come nude sculture

le spoglie idee

cercano la mano

del proprio autore.

 

Di nero si colorano

le trepidanti tele

quando dei diletti acquerelli

s’è persa la traccia.

 

L’ultima lacrima

fugge il declivio

e s’invola spedita

al suo inviolato cielo.

 

La cerco nel dilagante buio

avvampo e mi spengo

come stella

sul confine del tempo.

 

Lentamente s’irradia la luce

ma subito si dilegua

nelle asperse emozioni

della perduta realtà.

 

Veloce è l’alba

dell’amore spezzato

e come rugiada presto vapora

all’irriducibile afa.

 

Baleni. Istanti d’immenso.

 

Momenti. Fluttuanti riflessi

che l’infinito iscrive

e poi cancella

nel suo isterilito spazio.

 

S’addensano nuvole

e precipitano gelide scaglie

bricioli d’amore

d’inerte vita.

 

S’affretta all’umido alveo

l’ultima goccia di sale

compiuto attimo

d’un sussulto d’amore .

 

Spoglio e miseramente solo.

 

Solo. Freddamente perduto

nella riarsa piana

tra fiori avvizziti

d’un trascolorato sogno.

 

18.04.2012 CIRO SORRENTINO



Un fiore bianco

Sfortunato per dove è nato e cresciuto

semplice, dolce, divertente e bellissimo

per tanto tempo su una brutta strada, ma anche non lontano da un bel prato

chi è passato di lì, del fango ti ha dato

senza capire, senza vedere

che sei il fiore più bellissimo

forse nemmeno tu lo sai, ma io si, l’ho potuto sapere

ti pulirai, quando e come potrai

io accanto a te, saremo assieme felici, girati guardando verso al bel prato

dimenticando il fango del passato

Fabio Viroli qui più non leggerai

ma potrai leggere lo scrittore che più hai amato  



ESTASI DI SOLITUDINE .

Ricordare la sua voce
per rivivere le ore
passate insieme ,
sfogliare una margherita gialla
domandandola se lei mi amava
e nel silenzio del cuore 
l’ estasi dei suoi sguardi vuoti .
Ammirare il tramonto
dietro la collina più verde
per poi ritrovarmi solo
con la mia solitudine ,
guidare l’ automobile
con i finestrini aperti per
aspirare profondamente
l’ aria inquinata come fosse
un profumo  dolce e delicato
come la sua pelle ambrata
piena e misteriosa di desideri inviolati .
Avvertire un estasi di brivido
nel toccare leggermente
le sue piccole e calde mani
per poi ricadere nel buio
della sua anima desolata ,
la sua voce era un’ estasi
che  mi prendeva
come può solo dare soltanto
l’ ascolto di una
dolce canzone romantica.
L’ estasi e la solitudine
mi fanno rivivere attimi
di sorrisi e gioia ,
avrei dovuto gridare
ai quattro venti
il mio amore per lei … ma
ora nel mio cuore è rimasto
solo l’ estasi dei suoi respiri
mentre la solitudine riempie
il mio cuore di malinconia ,
ma il suo dolcissimo volto
inciso per sempre
nella mia mente …. 
  carmelo  ferrè…..04/14/2012

 



TRISTEZZA

 Anche se mi stringo

alla tenera alba

o all’ombra che muore

ti ritrovo sempre e comunque.

 

 Come irriducibile compagna

di solerte presenza

sospingi il pianto

nell’umida odiosa salsedine.

 

Oltre ogni frenesia

travolgi lo stesso pensiero

che spinge l’animo

alla ricerca di pace.

 

Percepisco la tua forza

e ambisco la fuga

alla sontuosa bruma

mischiata al tuo silenzio.

 

Nell’indistinto presente

il vento irrompe

e frusta il riposto sogno

che cade alle furiose spinte.

 

Nuovi disegni

riversa lo sconfinato cielo

dense e misteriose scie

senza domani.

 

Infierisce la sorte

sulle anelanti schegge

ed estirpa anche la speranza

dalla tesa del cuore.

 

Solo tu sopravvivi

in questo perfido vortice

e m’accompagni sicura

verso l’ignoto.

 

Così ti scopro e t’amo.

 

Ti voglio e t’amo

come la morente farfalla

nel suo ultimo giro

ama e vuole il suo buio.

 

T’inseguirò ovunque

e nel tuo tramonto

troverò la gemma

che affrancherà l’amore.

 

18.04.2012 CIRO SORRENTINO



Febbraio…aprile…maggio…

In verità, non volevo chiederti niente

volevo farti capire che non sono spaventato

che non sono sorpreso

che non sono deluso

che non sono arreso

che tra me e te

non è cambiato niente

siamo ugualmente vittime

e la maggioranza del mio male

è sapere tu che stai male

volevo farti capire che sono sempre innamorato