Un gattino

Quante cose dovevamo fare, in quanti posti dovevamo andare

girare l’Italia, le città, d’inverno assieme visitare San Marino

venirmi a vedere lavorare coi miei bambini

divertirsi facendo niente, stando assieme o giocando al mare

ricordo bene la tua espressione quando dissi di prendere un gattino

conoscere i miei che pensi sono tanto buoni

 

leggere i libri, vedere i film dell’orrore assieme sotto le coperte

mangiare il risotto coi porcini e ballare in discoteca

guardarci, annusarci, divertirci, stuzzicarci, sempre toccarci

non fare sesso, ma l’amore di continuo, con tante scoperte

tornare alla casa delle farfalle e camminare in pineta

ingelosirci, capirci, sopportarci, sostenerci, sempre amarci



I giorni passeggeri.

 

 

I topi camminavano

attorno al recinto.

 

La luna diventa stella

i giorni passeggeri

diventano fiori

per la messa annunciata.

 

La notte custode del tempo

divide la vita

che suona armoniosa

la canzone dell’amore.

 

La forza della tempesta

calma gli elementi

sonetto buio

e malinconico.

 

Oh storia incerta

il tuo rimorso

in questo prato fiorito

senza coraggio.

 

I topi camminavano

attorno al recinto.



Crescere

 

Questa volta non sarebbe per riconoscenza

farebbe rima con quello che raccolto e mangiato abbiam

assiem, la volta della nostra prima passeggiata in pineta

sarebbe una gran occasione per crescere

perchè prima il bambino cerca assistenza

ma il bambino che decide di diventare adulto e crescere

impara a prendersi la responsabilità di scegliere

è da grandi scegliere di volersi fare aiutare

è da grandi ammettere, riconoscere, accettare

è da grandi affrontare i propri fantasmi, parlandone

non farlo ora sarebbe la peggiore decisione

è difficile, ma chiedi aiuto, non sei sola al mondo

è difficile, ma c’è sempre un’altra soluzione

è difficile, ma indispensabile per crescere

se non lo fai ora, come sarà la tua vita domani?

se non lo fai ora, quando ci sarà la prossima occasione?

se non lo fai ora, quando potrai crescere?



In sosta sul vecchio ponte

In sosta sul vecchio ponte
dal parapetto malmesso e muscoso  
tu spii segui e ascolti
l’acqua viva che sotto vi passa.
Origlia attenta la mente
lo strepitare di quelle acque.
Sullo sfondo vaga e tremula
una immagine muta:
si sfrangia , si riforma,
la scompone un gorgoglio
l’annega un risucchio.
Giunchi intirizziti e canne
mezze rinsecchite sorvegliano
dagli argini l’indome flutto
che il pensiero riporta
a quello invisibile della nostra vita
che con cadenza frettolosa avanza
e senz’orma durevole lasciare di ieri
mai ci dice dove corra.
Quel brioso mormorio del rivo gonfio
pare ronzio d’orecchio illuso,
quelle guizzanti e nivee spume
ricordano vanesie speranze
andate in fumo o in malora
in un caduto arco di vita.
Su crespo mobile specchio
a tratti riflesso ti miri,
tremulo pensi a come sei oggi
e dubiti di essere ieri stato un altro.
Proteso al passato cenere
spali memorie seppellite:
giovinezza e sogni lustri,
amori dolci cari e superbi
che per un’ora ti addolcirono il petto.
Ma sai pure che il tempo pieveloce
come l’acqua o un dardo
procede in avanti e non si volta
e così ti inoltri oltre il frangente,
temi il futuro vago che non conosci
fragile rifuggi da ogni attimo che crolla.
Ah l’orizzonte remoto oltre la foce
ove una luce va morendo
e il cuore ancor vi guarda.
inseguendo un indomani
che non indugia e non ci aspetta!

Sapremo mai un altro modo di essere?
Vinceremo l’indifferenza
del cielo che ci riabbatte,
meno dolente si farà l’oscurità
che ci viene incontro a gran passo.
In primavera scenderemo al torrente
a bagnarci la faccia; una freschezza
speranza, forse verrà ancora
a rivisitare il nostro volto.



Maggio…

E’ quasi arrivato maggio, che sia il mese del coraggio

che tu possa tornare a sognare

che tu possa trovare la forza di liberarti

che tu possa trovare la forza di fidarti

che tu possa a vivere cominciare

E’ quasi arrivato maggio, che sia il mese del coraggio

il mese del compleanno tuo

il mese dell’anniversario nostro

che sia il mese del sorriso tuo

che sia il mese del ritorno nostro

E’ quasi arrivato maggio, che sia il mese del coraggio

dove il tuo fiore possa sbocciare

il mese della rivoluzione

il mese della rinascita

dove noi si possa ricominciare



Natalina

 

 

Sapessi quante volte ho sognato

vedere arrivare tu e Natalina

e subito un silenzioso abbraccio

trasformare tutto questo incubo in passato

ci basterebbe solo un nostro abbraccio

e devi smetterla di vederti sola

guardarti bene attorno, verso il mare

vedi?! siamo in due, mia cara bambolina