Mi tocchi l’anima

Un respiro
un gesto
un solo istante
che a te mi lega

Indissolubili, indivisibili
come acqua nell’oceano
e luce nel sole
così siamo noi

Mi perdo nel tuo sguardo
e ascolto il tuo cuore
mentre mi scivoli nel corpo
e mi tocchi l’anima

Sei la meraviglia
che non conoscevo
e il desiderio
che imperterrito mi chiama

Non so fare a meno
della tua mano intrecciata alla mia
in quel gesto dolce e sincero
che profondamente ci lega

Sarà sempre così tra noi
quel misto di infinita dolcezza
e dirompente emozione
che ci terrà uniti di giorno in giorno

Come acqua che disseta
e pioggia che rinfresca
saremo il fuoco di questa vita
che ci consuma d’Amore



L’ ANIMA DI UN POETA …


Il fiore spera che venga la pioggia , 
ma questa  non vuol venire e
allora il fiore lascia cadere
le sue foglie e appassisce ,
sta già per morire
quando cade una goccia
ma questa non basta e
così scompare il fiore …
Il bufalo nella prateria
aspetta la primavera ,
ma questa non vuole venire e
allora il bufalo diminuisce la sua forza ,
sta per finire la sua speranza di vivere
quando trova un filo d’ erba
sotto la neve
ma questo non basta e
cosi il bufalo muore …
Un foglio di carta bianca aspetta
che l’ inchiostro di una penna 
si posa dolcemente su di essa ,
ma la penna è inerte sulla scrivania ,
una mano prende il foglio di carta
lo rigira su se stesso riponendolo
con rabbia sulla scrivania ,
aspetta il foglio che l’ anima s’ illumina ,
aspetta che quella mano stringa la penna ,
aspetta che l’ anima del suo poeta si sveglia ,
ma l’ anima del poeta non macchia il foglio ,
ora l’ anima del poeta ha scritto
sui vetri del cielo la parola fine … 
Un soffio di vento
entra dalla finestra aperta ,
svolazza nella stanza silenziosa ,
accarezza l’ anima del poeta dormiente ,
lievemente lo bacia sulla fronte e
come un ladro di sentimenti ruba il foglio bianco ,
lo fa sobbalzare nell’ aria e
con un piccolo soffio se lo porta con se
nel limpido cielo colorato da mille poesie d’ amore e
così un foglio bianco rinasce alla poesia 
sospesa in un’ anima di un poeta …
     carmelo  ferrè ……08/10/2011
 



Voglio appartenerti

Cammino nel mio sogno
da te sostenuta
il mio peso non grava su di te
mi sorreggi sorridendo

Con dolcezza e desiderio
mi accompagni nel mio domani
quella voglia di appartenerci
non si affievolisce mai

Mi dimostri il tuo Amore
con ogni sguardo ed ogni sussurro
intrecciando la tua mano alla mia
nel simbolo della nostra perenne unione

Cogli fiori di speranza e desideri
da condividere in ogni istante con me
e mi doni il tuo cuore
su vassoi d’argenteo stupore

Tieni, prendi tutta me stessa
voglio appartenerti
come donna, come anima
come cuore che per te solo batte e vive

Lascia ch’io t’inglobi in me
possa il mio abbraccio avvolgerti
e donarti il calore del sole
e la meraviglia che ho negli occhi

Guardo sempre il mio sogno
con la forza di chi desidera
anche un solo piccolo istante
il tempo sufficiente per dirti Ti Amo



SENSAZIONE.

PERCHE’  NON  CI  SEI  PIU’?

TI  HO  ASPETTATO,  CERCATO,

NELLE  POESIE,  NEI  TUOI CONSIGLI,

I  TUOI COMPLIMENTI,

MI  DAVANO  FORZA,,

MI  SONO  SENTITA  IMPORTANTE,

ANCHE  SE  AVEVO

SOLTANTO  MACCHIATO  UN  ALTRO  FOGLIO,

MA  ERA  BELLO  CORRERE  AL  PC…….

PER  SAPERE   DI  TE,

HO  PERSO  QUALCOSA  A  CUI  CREDEVO.

DIMENTICAVO  SONO  UNA  SOGNATRICE,

DA  SEMPRE,  HO  SOLO  DIMENTICATO

DI  SVEGLIARMI.

CIAO  TI  VOGLIO BENE.

Salvatore Nadia



Manco legion più mi potrà fermare. Lanusei, 28 maggio 2006

“Torno così alla solita canzone
ritrovandomi a pregare mattiniero
dalle quattro e trenta, con passione.

Ben viaggiando prego per davvero
cercando d’ascoltare il mio Signore
che della vita mostra il lato vero
e lo rivela attraverso l’amore
certamente non cercando il potere
che per compagno ha l’artigli d’astore.


La scoperta di Dio che gran piacere
al cuore me la devo stringer forte
di figli e moglie più volerlo m’é dovere
e sempre più cercando la sua sorte
immerso; e mentre vado a lavorare:
restando col pregare per consorte.


Ora null’altro a lui gli posso dare
nell’andar di maggio e dì vent’otto
con garbo e gusto recito il pregare
e null’altro sento e non mi sbotto;
pure il tempo s’annulla pregando:
se non m’assestan botte e n’esco cotto.


A Lanusei pur mi sto compassando
immerso totalmente in orazione
in miglior giornata sto viaggiando
e mai più spero torni tentazione
ascolta ti prego chi ti adora
soltanto la tua voglio ragione.


Mi ritrovo a goder in quest’ora
che ti sto pregando con diletto
il cuore mio di te più s’innamora
per la dimostrazion di grande affetto
vienimi ti prego ora in soccorso
e di te trasferisci concetto.

Son peccatore illumina il percorso
impedito da quel nero velo
in cuor non voglio resti più rimorso
bruciante come fulmine nel cielo
solo or comprendo ciò che vivo e vedo
e rizzare in ogni poro sento il pelo.


Di me tutto quanto ti concedo
dammi dunque tu buon sentimento
non mi voglio in man di falso credo
di cuore t’imploro e ben mi pento
ascoltami ti prego Signor Santo
non lasciarmi nel peggior tormento.


Alle sette meno dieci con il pianto
la voce mi manca all’improvviso
spero non mi copra freddo manto
che abitualmente cala senza avviso
ed or m’impone pur di balbettare
in modo strano e stancante per viso.


Col male non mi posso modellare
per tal motivo mi sto spaventando
e ancor di meno lo potrò sposare
sotto c’é qualcun che sta tramando
manco la voce sento più per niente
sicuramente é partito comando.


Spero di non restare in questo ambiente
il mal sempre di più sto combattendo
ma a quel non domerò sicuramente
a costo di finire anche morendo
chiaro in testa vedo ogni vestito
neppur demonio l’andrà distruggendo.


Il silenzio persiste all’infinito
cinque lunghi minuti imprigionato
del Signore mi sento ora invaghito
restando senza voce e ben legato
con funi del dorso di cinghiale
e tutto ciò che arriva é compassato.


Sempre all’interno resto del Messale
e sillabando risento la voce
ma non capisco e non so chi mi assale;
e mentre l’acqua sale sulla foce
cerco di riprender nuova moda
per capir di questa strana croce.

Ancora non discerno d’acqua o soda
per lo strano modo di pregare
che m’impone di mangiar la coda
senza saper dove potrà portare
nel petto sento il cuor sta riposando
deliziato dallo stran vociare?


Rafficante discorrer va volando
“per perdersi nell’aria via col vento?”
senza nulla capir bene ascoltando
deliziante é il nuovo e son contento
e per quanto mi sforzi di capire
più m’infilano dentro l’intervento.


Sempre più si armonizza quel sentire,
lingue d’altri mondi oggi n’intendi
col trasmetter l’imprevisto ardire
cerca tu d’ascoltare e ben apprendi
in altre lingue oggi si canta e prega
senti la voce ma nulla comprendi.


Pregante e casa l’emozion congrega
per ritrovarmi a piangere e ballare
e non m’importa sopraggiunga strega
per cercar d’impedirmi di volare
in questa stanza grande e luminosa
manco legion più mi potrà fermare.


Sento che non sarà rovinosa
la calda Luce Santa Edificante
che di profumo m’inonda di rosa
con straordinario effetto deliziante
e se ciò che sto vivendo oggi é perverso
ammaliantemente il male é deviante.


Se sto col male sono certo perso
mi sento infatti bene in questo mare
e dal bene non mi sento diverso;
al pensare non voglio or ascoltare
il rosario sventolo alto nelle mani
e tutto il resto possa via filare.

Nell’andar non vedo passi strani
totalmente si va nell’armonia
e se non si modificano i piani
questa é sicuramente Regalia
tutto ciò che si fa ben si compone

dall’emergere amore ed allegria.


Totalmente si perde la ragione
mettendosi a ballare improgrammato
senza musica intendere o canzone;
pianto d’amore emerge dallo stato
e ballando a piè dita il ballerino
non é dalla mente comandato.


Pianto, ballo e riso canterino
volano via felici dalla stanza;
mai nella vita ho pregustato vino
e nel letto si dorme e non si danza
alle droghe mai mi son rivolto
ben restandone a lunga distanza.


Nell’altra vita mi trovo coinvolto
spero dal Signore incatenato;
dall’irreale per nulla sconvolto
in altra dimensione sono entrato
e di cuore ti ringrazio Signore
per avermi tu questo regalato.


Pregarti in altre lingue: quanto onore
hai riversato tu a quel poverello
non si sentiva servo e ne pastore
guadando scivolava nel ruscello
Celeste condottiero é in nuova via
dall’avergli cambiato Tu il cervello.



Fuoribordo

Si escludono gli istanti frettolosi

che donano la vita

E piegano le barre del tempo

senza speranza di ricredersi.

Quando il tormento è ignoto

ai gesti di una mano senza senso.