SPIGHE D’AMORE

 

Non indugiare ancora

nell’oscura palude

dei pensieri che vanno

nei sentimenti oltraggiati.

 

Sciogliti dalle catene

dei sottili ricordi

che ti urtano nel fango

dove aspettano viscidi i vermi.

 

Seguimi, giovane anima,

abbandona le zavorre

– fardelli di piombo –

e apri le ali di vivace farfalla.

 

Allunga i tuoi passi,

presto sentirai la voglia

di raggiungere me

che ne compio tre per volta.

 

Non attardarti sui sentieri

persi nel bosco,

sul verde pianoro,

l’alato Pegaso ci attende.

 

Fidati e dammi la mano,

ti aiuterò a salire

sul cavallo che va

agli eterni universi infiniti.

 

Tra quelle vergini terre

si slanciano rossi i rami

– spighe d’amore –

che nessun altro può sfiorare.

 

Lassù s’apriranno i sogni,

ignoti boccioli,

che nel sangue d’alloro

vinceranno la vastità bruciata.

 

23.09.2014 Ciro Sorrentino



Il primo abbraccio.

Il primo abbraccio.

Quel lento sciabordio
che si infrange
sul mio lento veliero ostenta calma
in questa sera di tempesta,
e percuote la mia smania
nel raggiungere estasiasiato
il godere dell’eccelsa ebbrezza
del vago ricordo del tuo volto,
sfuocato, sorridente,
e mai dimenticato.

Tu primo amore,
primo brivido,
mio primo frugare
nella tua fragile e timida intimità,
sarai forse l’ultimo,
ma certo il più bello
e mai più riuscirò
d amare chicchessia,
dopo il nostro primo
timido amplesso
nell’ignara ignara innocenza
e dai volti rosso porpora
e dall’ansioso respiro.

Raffaele Feola Balsamo.



UNA BARRICATA DI SPINE dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

 Calde le brezze

di una sciolta Estate

mi seguono

nella strana danza

sulla vastità di foglie morte.

 

Nell’improvviso tumulto

che toglie il respiro

vaga la mia anima

con passo affannoso

nello scompiglio dei fiori.

 

Ormai sfinito

attendo l’inverno

e il ghiaccio

che sulla roccia cade

come la neve sul cuore.

 

Niente e nessuno

più mi trattiene

e mi fermo alzando

una barricata di spine

intorno al rifugio dei tuoi versi.

 

23.09.2014 Ciro Sorrentino

 



I PENSIERI DELL’ ANIMA .

Sei avvolta nel caldo tepore di un raggio di sole e
ti ritrovi a pensare e a riflettere…
come cambiano i tempi…,
come tutto ruota veloce e
non hai più tempo nemmeno per pensare
per ricordare le semplice cose di una volta.
Il battito di ali di farfalle che una volta ti
facevano sognare ad occhi aperti ,
ora sono solo pavidi ricordi
di primavere ingiallite all’ ombra
del suo amore .
Cambia la vita di una volta e
ti rivedi con lucidi occhi di lacrime
che tanto tempo fa versarsi per lui ,
come sono cambiano le cose che ora ti circondano ,
le foto o gli oggetti che lui usava e
quella strana fantasia che con amore
lui creava per il tuo cuore ,
ora sono lì pieni di polvere e pensi…
come svanì il suo amore e
non trovi la risposta o il motivo
del suo non amarti più !!!!!
La scoperta di mille emozioni di un tempo
sparite insieme al suo respiro ,
l’ingenua bellezza del suo sorriso
che si rifletteva nei tuoi occhi
ora è solo una fioccala luce di una debole lacrima ,
ti sento svuotata dentro e fuori dalla tua anima ,
cerchi di camminare all’indietro
alla ricerca di quelle strane emozioni
che il tuo cuore reclama e
mentre guardi il soffitto dei tuoi pensieri ti
sorprende sulle tue labbra
l’ ultimo suo bacio che ora sa di miele amaro .
E stai li a ricordare parole ,
a quei ti amo , a quei domani
che ti accompagnavano nel saluto serale
e ti sorprendi a ricordare ancora
di quell’amore lontano cosi lontano
che ancora ora lo senti dentro di te …..
carmelo ferrè……23/09/2014



Svanito

Ti ho cercato nei silenzi
di un vuoto che hai lasciato
avvolto nel mistero

Ti ho cercato negli spazi
anfratti troppo esili
per la mia sete di sapere

Ti ho cercato nei momenti
infiniti istanti di tempo remoto
che non iniziavano ne finivano mai

Ti ho cercato….eri svanito….
poi sei riemerso la dove mai avrei cercato
in quel pensiero ormai perduto

Sei tornato per restare
per non partire più….
….per non dimenticarmi…
….per amarmi ancora…



Dimmi ombra.

Dimmi ombra.

Dimmi ombra oscura conosci la luce?
Che ignobile perseveranza nel rinnegare
lampi e arcobaleni, e quanto tenero e fugace
è quell’inutile sorriso acre e senz’amore.

Dimmi vuoi forse carpire i miei sogni, come il rapace
ghermisce l’immolata vittima per cibare
il suo corpo, ma l’anima ammiccante perché tace?
Sii generosa ombra, rifuggi il buio e senza dolere.

Và via e non voltarti, non attingere con sagace
veemenza e con l’untuoso uggiolare,
ciò che ho di più caro nell’ormai fallace
desiderio di amare, e poi far finta di sopravvivere.

( per una sola volta mi son permesso di rivolgermi indegnamente a Sylvia Plath, chissà cosa ho combinato, non arrabbiarti Ciro )

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