Nero fu il grande sogno.

Nero fu il grande sogno.

Che strano il mio sogno questa notte,
la mia ombra gioca e si nasconde
ma io non cerco,
ho uno strazio che mi dilania e opprime,
fa caldo e vedo il desiderio,
arraffo l’aria e fuggo.

Dio mio com’è strano l’amore,
incoerente e incerto,
a volte si rifugia nell’amicizia,
ma non è ospite gradito,
voglio esserci quando
il grande inganno si svelerà,
e festeggerò con odio e amarezza.

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LA MUTA DISTANZA

 

Come la tua cometa

va e viene,

eterna ed ignota,

illuminando

 gli universi

con anelli

di fulgida quiete,

così gravito muto

nel sonno

dei tuoi sogni fatali.

 

Voglio rimanere

nel tuo mondo,

avvolgermi

nei neri flutti,

immergermi

 nel silenzio

del tuo vuoto –

immane è la forza

che illumina

ogni arco d’orizzonte.

 

Nel mio sogno

che fu il tuo,

accoglierò

la muta distanza

del vergine lago:

saremo cigni

che danzano

sotto caste lune –

obliate luci

di misterioso metallo.

 

28.09.2014 Ciro Sorrentino



Ed io ti seguirò

Ed io ti seguirò
ovunque mi porterai
sia il cratere di un vulcano,
un salto nel vuoto,
una spiaggia deserta,
la cima di una montagna
o sull’orlo di un dirupo,
io ti seguirò
ovunque vorrai portarmi
tenendoti la mano
nulla mi farà paura
nulla mi sembrerà troppo grande per noi.

Se tu mi sarai accanto,
io salterò nella bocca del cratere,
salterò nel vuoto senza paracadute,
scalerò la montagna più alta
e mi riposerò su quella spiaggia deserta.

Con te accanto
guardando il tramonto e poi l’alba susseguirsi
nel nostro PER SEMPRE.



L’esuberante libertà.

L’esuberante libertà.

 

L’incredibile complicità sollecita il piacere, ma le terribili occhiaie nere e profonde irritano le sorprendenti estasi dopo
mirabolanti fervori,
ora gli amanti rompono i mesti silenzi urlando e sbattendo le palpebre come a sancire l’ordito complotto di un vivere libero e cosparso di amori furtivi.

 

Mi muovo nel mio piccolo universo
osservando con riverente silenzio
il danzare degli alberi
mossi da un incontenibile vento
e da mani misteriose,
e le fioche luci oscillano minacciose
quasi a voler rompere gli indugi
e fuggire da quel posto denso d’amarezza, ed il vecchio barbone acquattato nel suo prezioso cartone
si accartoccia e sorride,
quasi a schernire chi l’osserva dispiaciuto, ma con invidia, poiché
la sua compagna di vita e d’avventura mostra
i suoi capezzoli enormi senza ritegno con la disinvoltura di chi vive nel pieno concetto
della libertà e della emancipata scelta, senza bieche e orripilanti ipocrisie, questa forse è la reale esistenza di chi interpreta e vive la 
vita trasportato solo da indulgenze
e voluttuose indipendenze.

 

Raffaele Feola Balsamo.



A che serve, la vita.

A che serve, la vita.

Son senza palpiti ed il mio cuore
non ti ama più vita, quante strane solitudini,
quanto poco scalpore per un addio
strappato e avvilito da una morte solitaria,
dai abbandoniamo l’esistenza,
che senso ha il respiro affannoso
dell’uomo inerme costipato in uno sprovveduto
e fragile destino, Dio quanta tristezza.

L’inizio del nuovo giorno con le sue superbe
speranze talvolta umili e poi furiose
deturpano e rallegrano, sia gli altezzosi
che i miseri, ma che farne della morte
se di essa non ne comprendiamo il mistero
e non ne godiamo dell’attesa.

Poveri mortali spogli di desideri,
rabbiosi perchè il debole è debole,
furiosi della poca ricchezza, avidi di benessere,
dai godiamo del finire, esaltiamo la dipartita,
sfiniamo la saccenza e uccidiamo la vita
ella mortifica, e la sua brevità
non concede rivincite e non dona che silenzio.

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Tornerà la primavera e sarà amore.


Tornerà la primavera e sarà amore.

Che dolore,
ho perso il desiderio
acuto e affilato
di un amore
dimenticato e leso,
e quanti frustanti
desideri
di soffrire e urlare,
sino a sfiorare
quello che di più intimo
è riposto nel mio cuore.

Impudico e scaltro
l’amaro tormento
non ammette la disfatta,
ciò che freme ed esalta
è solo la fine di una
grande alba,
ed i suoi fiori ormai avvezzi
alla imperturbabile fine
curvano i loro gambi,
e le variopinte corolle
si stingono in un lento essiccare,
ma son felici,
poiché son consce
che una nuova antesi verrà.

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