Di nuovo addio

Sei comparso
sei sparito
sei tornato
e di nuovo andato via

Ora basta
perché i tuoi silenzi
accrescono la mia malinconia
e rafforzano il mio dispiacere

Ora basta
perché magari tornerai
o forse no
io però non sarò più qui per te

Ora basta
perché è troppo facile
a parole esternare un sentimento
e dimenticarlo subito dopo

Ora basta
perché la delusione è tanta
il dolore infinito
ed io voglio solo serenità

Se tornerai
non cercarmi
perché se lo farai
ti ripagherò con il tuo stesso silenzio

Se non tornerai
io metterò a tacere il mio cuore
e riprenderò la vita
da dove l’avevo lasciata

Ora come allora
è un addio che mi spezza il cuore
e il tuo silenzio
è il mio dolore più grande



Parole e parole.

Parole e parole.

Quanto son belle le parole,
dicono di te e della vita,
a volte ti fanno sapiente,
poi sorridente, e sofferente.

Che mistero la loro genesi,
i suoi racconti, milioni di racconti,
la narrazione del creato e le sue veridicità,
l’ascoltare il nostro Dio e le Sue parole,
e senza di esse quante verità
rimarrebbero eternamente occulte.

Io ho schiaffeggiato il turbamento,
ho respinto l’odiosa carezza dell’amore,
ed ora le mie ombre son più evanescenti,
e si conficcano nel mio petto, come dardi veloci,
l’ho chiamano rimorso, io rimpianto.

Fuggi veloce orizzonte costellato di luci esaltanti,
ma fa che io mai ti raggiunga,
altrimenti che senso avrebbe la mia vita,
non sono irritato del mio dolore,
credevo solo fosse più raggiante,
e poi perché non sanguina,
Dio mio, sei forse Tu l’artefice
della mia strana folle pazzia?

. Tornerò. Dedicata alla persona che più mi è cara.



Ignara ebbrezza.

Ignara ebbrezza.

Ignara ebbrezza di un‘antica reminiscenza,
eccelsa e forbita l’emozionabilità di uno
stretto abbraccio, e come il sentore mistico
dell’anima ne conservo poi esausto il sentore,
e quante strane incredibili ebbrezze,
e quanti misteriosi e piacevoli brividi.

Che sciccheria amare e non attendere nulla
in cambio, senza millantare il brado sentore
della florida e indifesa mia timidezza,
ho dato corpo ad un paradigma d’amore
senza perchè e senza ansia, solo amore e basta.

Parea folle quel sentiero nella brughiera,
cosparsa di verde e giallo e con strani fiori blu
ma è li la ragione di esistere, di credere,
questo strano mondo silenzioso e sornione
aspetta e non ama che l’indifferenza e poi colpisce,
fugge e poi torna, ma spesso con riluttanza.

.



Che bella la vita.

Che bella la vita.

Mai potrò intendere perchè trovar pace e amore
nell’altrui esistenza, si racconta si profana, ma la vita altri
non è che il grande Decamerone del Boccaccio,
che decanta sciocchezze e verità, ognuno viva
come l’aggrada, e che strana l’avventura dell’esistenza
per sorridere spesso occorre un pianto,
per celebrare la morte bisogna nascere, che follia.

Andiamo amico Bukowski,
le nostre birre ci aspettano,
ma non parlarmi di donne,
sono ancora alle prese con gli uomini,
non che mi piacciano, a volte son odiosi,
le donne si che son buone e comprensive,
vedrai ne troveremo a bizzeffe nei nostri vicoli malfamati,
l’importante e sapere che il rispetto è custodito nel fondo
di quelle stupende birre che ci attendono.

.



S’io odo e vedo il vero

S’io odo e vedo il vero
e raro incontro allegria
non posso poi tacere
e contuso l’animo
cadere non sentire.
Il corpo più s’inarca
è un ansito se salgo
ruzzolo se cado
a più nulla aderisce
il pensiero che divaga.
Svanito è l’ieri
come il passante frettoloso
all’angolo scomparso,
certezze più perdono
gli occhi all’alba
roventi scottano inganni;
immobilizzato, murato
nel domani futuro
anneriscono speranze
e non picchiano illusioni
in un angolo, sciagurato
si apparta il cuore
da tristezze assopito,
fosse buie riempie
con lento languire
fatuo e vulnerabile
tutto ben presto è colpito.

Aspetteremo, secchi
come foglie vizze,
le folate della bufera,
sotto il domo amico
forse più mai vedremo
passeri o gazze frullare
lo sfavillio dell’onda alta
che si abbatte sulla riva;
siamo oggi il moccolo fumoso
del cero dopo la fiamma.
Chi mi vende cosi’ impoverito
un giorno di gioie e di follie!
Mi darò ragione
dolente o volente
dell’avvicinarsi a sorpresa
o improvviso della sorella morte:
oltre non mi stanchi l’attesa
e ancor aspro fermenti.

Non ho alzato il gomito
non ho febbre di malinconie
né assunto oppiacei:
ci siamo solo infilati e persi
nel dedalo del non essere
per obliare una vita
che non ci bacia e più niente dice.



La frustrazione del vero.

La frustrazione del vero.

E venne il giorno del grande silenzio,
e il suggestivo compromesso
fra il bene ed il male,
la consapevolezza del fatuo
inusitato bugiardo amore,
rende miserevole il sogno
di enfatizzare la falsa verità,
dopo l’abbandono delle certezze
cerco ansiosamente una via di fuga
dalle banali parvenze,
ricoperte di compassionevoli ipocrisie.

La patina di demenza esistenziale
che ci opprime,
e la disaffezione alla vita
rende giustizia a quei concetti
di estasi illusorie e lesive,
ma il profano crede ancora,
e poetizza lascive frasi
e disperati inni all’amore,
ma è solo incoerenza,
la precarietà dell’equilibrio mentale,
labile e contraddittorio rende
eccentrici gli infiniti livori
che spietati invadono
la nostra esistenza.

.

DEDICATA A COLEI CHE SA.Tornerò