SONO SVANITI I DOGMI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

  Sono svaniti i dogmi

tra sassi vestiti

di bianchi mantelli

che oscurano

falsa ed oscura la via.

 

Fuggono i ricordi

in bolle di respiro

che scoppiano

nel lento rintocco

delle campane dolenti.

 

I giorni e le notti

hanno il colore

della livida ruggine

sul freddo metallo

di un cavallo sfinito.

 

Sprofondano i rami

ricovero e nido

per l’uccello

che le misere ali

non schiuderà al cielo.

 

Sono svaniti i dogmi

nel lento orizzonte

senza stelle

perduti specchi

e trasparenze di laghi.

 

21.09.2014 Ciro Sorrentino



La vita, è pur sempre morte.

La vita, è pur sempre morte.

Son perplesso dove sono gli angeli,
son caschevoli ed altri svolazzano,
ma siamo soli e pur pratichiamo
qualche guerra e poi silenzio e morte.

C’è l’amore e i suoi “per sempre”,
i grandi approcci e le eterne nenie
delle grandi promesse,
e il cielo sorride ironico
malfidente e beffardo.

La grande morte,
saggia e corpulenta
ti avvolge e sorride lasciva,
e poi, poi il buio misterioso e ingannevole,
strani villaggi tetri e con le innumerevole
croci attendono pietosi e
speranzosi il giorno della resurrezione.

E i semi dei grandi pini cospargono
irriguardosi quelle sfuocate lapidi
dei fratelli che non sono più,
Dio quanta gioia nel sapere
che la vita non avrà fine.

Ella continua sotto un grande albero
che invia copiosi i suoi semi con equità,
al povero e all’antico, si perchè i ricchi
son nelle grandi case dai marmi pregiati,
ma dai son pure trapassati,
ed il buon Dio lo sa.

.



LE ROSEE ARCATE DEI TUOI CIELI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 Quando partisti

la stazione

rimase deserta,

nella vana attesa

del mio treno in ritardo.

 

Non potesti lasciarmi

il bacio,

ed ora di Te

mi resta solo il Verbo,

che amo nella penosa Stasi.

 

Eppure, la tua dipartita

trasformò la pietra

in campi alberati,

per le pie colombe

che dispensano sacri gli ulivi.

 

E vado in un volo d’uccelli,

cerco nei tuoi cieli

l’alchimia d’amore

che guidò il tuo genio

e del cuore pronta la mano.

 

Viaggerò nel non – tempo

per incrociare

il tuo Spirito,

la mente che trascese,

colorando deformi gli spazi.

 

Come luci di una torre

che mai vacilla,

la tua fiamma

arderà le nebbie

e mi indicherà il puro Ignoto.

 

Menzognera la vita,

le sue lusinghe

mai colpiranno

la mia nave che va

alle rosee arcate dei tuoi cieli.

 

21.09.2014 Ciro Sorrentino



Il mio approdo.

Il mio approdo.

La mia dolce sera
senza vento e tanta sapidità,
e le stelle indugiano complici
dell’evento incomparabile,
quello della tua promessa d’amore.

Cerco un porto sicuro ora che
la bufera incollerita rende
insicuro il mio navigare,
ma nel buio della notte seguo
la Stella Polare, ella non mi lascerà.

Quanto dire silente
nel tuo sguardo tranquillo,
forte delle tenebre ti celi
misteriosa e saccente nell’incerto
folle sentimento quieto ed esoterico.

Che mondo dissennato il nostro,
quanto lascivo è il fruire
dell’anima nel corpo freddo
cosparso di un duro involucro
e a che vale il foraterra per attenuare.

Suona musica sii convincente
questa mia vita folleggia e angustia
e non voglio esserci il giorno del Giudizio
è troppo lontano, sii generosa
portami lontano non voglio esistere.

Quiete ombre nelle strane notti,
dense di note e sobrie presenze,
gli affanni dell’anima resistono con stoicità
alle eroiche erosioni delle angosce
angustianti e invogliano l’inizio della vita.

.



NEL TURBINIO DEI TUOI UNIVERSI dalla raccolta “La costellazione di Cariano”

Ti amo, mia rosa di seta,

rosa nel cerchio

dei sette colori

che per altri dieci cerchi

ha lo stesso ampio respiro.

 

Fiammante risplendi

nel muschio cresciuto

sui macigni

disseminati ovunque

dai quattro furiosi venti.

 

Tuo è l’occhio dolente

tua l’umida lacrima

la stilla di sangue

che d’Amore piena

ho raccolto nel mio petto.

 

Ah, Divina, in questa plaga

dove nulla cambia

il mio disco suona

e va come un girasole

nel turbinio dei tuoi Universi.

 

17.09.2014 Ciro Sorrentino



ECCOMI

FAMMI PASSARE………

LASCIAMI CAMMINARE, RESPIRARE

FAMMI SBAGLIARE, URLARE,

FA CHE I MIEI ASSURDI SOGNI DIVENTINO REALTà

E LA REALTà UN SOGNO SENZA FINE

SENZA COLORI.

DAMMI L’EMOZIONE DI UN NUOVO INCONTRO, 

UN FORTE ABBRACCIO, UNA SONORA RISATA,

UN PIANTO LIBERATORIO.

FAMMI PASSARE ……..  E DAI ……… VITA MIA.

SPOSTATI DENTRO DI ME CHE IO POSSA TOCCARTI.

SALVATORE NADIA