AH, FORZA DEL SOGNO!!!

Vorrei vivere del Tuo respiro,

assaporare la dolcezza della Tua voce,

perdermi nella profondità dei Tuoi occhi…

 

Ah, forza del sogno!!!

 

Mi sei vicino,

sento le Tue mani sul mio viso,

il calore delle Tue madreperlacee labbra…

 

E’ questa la mia vita:

uno strano e impossibile,

ma pur sempre amabile desiderio di Te.

 

03.08.2012 Ciro Sorrentino



Mitografia, topologia, visione del mondo in “SULLA DESERTA SPONDA” di C. Sorrentino

“SULLA DESERTA SPONDA”

 

Penso, cerco, inseguo…

impetuosamente scruto…

fisso lo specchio del cielo.

 

Scopro la fatale angoscia

mentre la terra si apre

perduta al suo nero.

 

Rabbrividisce la vita

che dal giorno alla notte

si logora sui segni del tempo.

 

Tremano le inviolate radici

tra le sinistre linee

dei mutati cerchi.

 

Muoio rinascendo

in tale dubbia realtà

…e penso, cerco, inseguo

 

Scopro l’oscurità

che conficca le sue lame

pressando con empia acredine.

 

Amarezza e sgomento

lo sventurato pensiero

è incenerito come candida vela.

 

Irremovibili e irretenti passaggi

marcano dolore e stupore

alla falsante trappola…

 

Sono tristemente solo…

solo sul precipizio del nulla

insabbiato sulla via d’un sogno felice.

 

12.08.2011 CIRO SORRENTINO

 

LA POESIA SI APRE CON UNA DOLENTE DISPOSIZIONE DELL’ANIMO E DEL PENSIERO, CHE SI PROIETTANO, SUL PIANO UMANO E METAFISICO, ALLA SCOPERTA DI UNA EFFETTIVA “CONSISTENZA” OGGETTIVA E INTERIORE DELLA REALTÀ VISSUTA:

 

“penso, cerco, inseguo… impetuosamente scruto… fisso lo specchio del cielo”

 

MA LA RICERCA È DESTINATA AD ARENARSI PERCHÉ L’IO, SENZA PIÙ VELI ED INGANNI, SCORGE UN ORIZZONTE SENZA LUCE:

 

“scopro la fatale angoscia mentre la terra si apre perduta al suo nero”

 

È QUESTO IL TRAGICO E DOLENTE MOMENTO, L’ISTANTE DRAMMATICO IN CUI L’ESSERE VIENE COME FREDDATO E SPAZZATO VIA DA UNA VIOLENTA BUFERA CHE SCOMBUSSOLA L’ESISTENZA TUTTA:

 

“rabbrividisce la vita che dal giorno alla notte si logora sui segni del tempo”

 

ORA, IN TALE SQUILIBRIO, L’ESSENZA UMANA E DIVINA ARRETRA DI FRONTE ALL’ARIDITÀ CHE ISTERILISCE E PERMEA LA VITA, E CHE, SU UN PIANO VISIBILE, ALTERA E DEFORMA LE GEOMETRIE STESSE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO:

 

“tremano le inviolate radici tra le sinistre linee dei mutati cerchi”

 

COSÌ, IN TANTA DISARMONIA, L’ESSERE MUORE E RISORGE, NON S’ARRENDE E RESTA IN ATTESA DI UN SEGNO E DI UNA PROBABILE SOLUZIONE:

 

“muoio rinascendo in tale dubbia realtà …e penso, cerco, inseguo”

 

IN QUESTO TRAPASSO CONTINUO, DAL BUIO ALLA LUCE, L’INDIVIDUO ASSORBE I COLPI TESI DA UN VUOTO CHE INFIERISCE SENZA PIETÀ:

 

“scopro l’oscurità che conficca le sue lame pressando con empia acredine”

 

EPPURE, LA SOLUZIONE A SIFFATTO DOLORE NON È CONCESSA A CHI HA SEMPRE NAVIGATO NELLA PUREZZA ALCHEMICA, DISPIEGANDO LE SUE VERGINI VELE PER RAGGIUNGERE LA VERITÀ AUTENTICA E ASSOLUTA DEL NOSTRO ESISTERE:

 

“amarezza e sgomento lo sventurato pensiero è incenerito come candida vela”

 

L’UOMO SI ACCASCIA DEFINITIVAMENTE, DELUSO E AMAREGGIATO, QUASI SCHIACCIATO DALLA MORSA INSPIEGABILE DI UN’ALTERNA FORTUNA:

 

“irremovibili e irretenti passaggi marcano dolore e stupore alla falsante trappola…”

 

QUELLO CHE RESTA È UN DOLORE SENZA CONFORTO, UN’AMARA COSCIENZA DEL PRESENTE, UN PRESENTE CHE RIMANE L’ESSERE SOSPESO SU UN BARATRO, IN BILICO TRA IL TORMENTO E LA REALTÀ DEL SOGNO:

 

“sono tristemente solo… solo sul precipizio del nulla insabbiato sulla via d’un sogno felice”

 

02/08/2012 Letterature Comparate, prof. Cinzia de Rosis



Il mondo.

Il fuoco 
intona la melodia
dell’ignoto.
 
Le nuvole
arano la sabbia
e i fiori profumano
di tenera
delizia.
 
Un lago
piccolo
fa del mondo
un allegro
paese.


Amor fallace

Ti dono amor una ti dice col sorriso

poi il falso regalo presto si riprende

quello ti porto amor sincero amica

quatto lo nasconde e or tosto altra  reca

ecco son qua fremente mi dice son l’amore

mi volto un istante solo ecco già fuggita

dettò  Metastasio un tempo trova qui conferma

è la fede degli amanti come l’araba fenice.

 



LA FATALE FRECCIA DELL’OBLIO

Nell’aridità del tempo

cerco la tua fonte

il riflesso delle tue acque.

 

Ma è densa l’angoscia

e tristemente vado

soffrendo l’invincibile sete.

 

È tuo il fresco sorriso

il sogno più caro

ora prossimo alla fine.

 

Così fluiscono le tristi ore

e stridono svanendo

sull’aspra riva del mio limbo.

 

Nel cielo di tanto sconforto

come tagliente lama

svetta la fatale freccia dell’oblio.

 

30.07.2021 Ciro Sorrentino 



Piaghe

Umana carnale natura congiunto

tendo la mano alla luce dell’ombra

effusa nel viale in mille bagliori

di note suadenti e languidi canti;

vago arrancando col sole cocente

sabbia nel sangue del corpo piagato.