SEI ACQUA DI SORGENTE

Sei acqua di sorgente,

libera e fresca,

fluente e incontenibile.

 

Con disinvoltura avanzi

nell’afosa quiete

della mia fumosa notte.

 

Le tue onde sono specchi,

sfavillanti gocce

che recano il fuoco delle stelle.

 

E se la balza del mio cielo

si colma di grandine

ti dischiudi per placarne la furia.

 

Così mai indugi nelle anse del buio,

e giungi alla mia costa,

lanciandomi i tuoi esuberanti schizzi.

 

17.08.2012 Ciro Sorrentino



SULLA DOLCE RIVA

Ho veleggiato sempre

tra verdi onde,

sotto i lucidi specchi

dello sconfinato cielo,

e come pesante edera

ho avvolto i boccioli

dei lucenti roseti.

 

Ma ora sono stanco,

stanco e infiacchito

dall’atroce tempesta

delle mie angosce,

e cerco solo l’approdo

sulla dolce riva

della tua piccola isola.

 

16.08.2012 Ciro Sorrentino



MESSINSCENA.

IO  TRAMONTO  ALLE  DIECI
E  NON  ALBEGGIO 
MAI  IN  TEMPO  PER  AMMIRARMI
E  GLI  APPLAUSI  FINISCONO
CON  IL  BUIO  DEL  TEATRO .
BARBAGLIO ,  ABBAGLIO  E  SFUMO
DIETRO  LE  QUINTE  CON 
UN  SORRISO  E  UN  INCHINO 
E  TUTTI  SPALANCANO  LA  BOCCA
PER  AMMIRARMI  NELLA   FIOCCA
LUCE  DI  UN  FARO  ROSSO .
E’  DURO  ESSERE  UN  COMMEDIANTE
E  LA  GLORIA  MI  UBRIACA  MA…
NON  NUTRE  IL  MIO  CORPO ,
MILLE  BATTITI  DI  MANI
IMPAZZANO  IL  TEATRO 
ACCENDONO  E  SPENGONO 
DESIDERI  E  SOGNI  DI  MILLE  DRAMMI ,
E  IO  LI’  SUL  PALCO 
CHE  RECITO  LA  MIA  PAZZIA
VENGO  TRAVOLTO  DA  LACRIME
INCONCRETE  E  FREDDE  DI  COLORI  E  FESTE  .
CHIUSO  NEL  DRAMMA  DELLA  MIA  PAZZIA
RIDO  PER  GODER  MEGLIO  LA  PAURA
DEGLI  SPETTATORI  CHE  URLANO E
BATTONO  FRENETICAMENTE  LE  MANI ,
TRA  SORRISI  E  LACRIME
RIVEDO  FAUSTI  GIORNI  DI  ECHI  DI  GLORIA 
VISSUTI  E  RIVISSUTI  SU’  GRANDI 
PALCOSCENICI  DI  CITTA’  IMPORTANTI  ,
E  ORA  SU’  QUESTI  IGNOBILI
PALCOSCENICI  DI  PERIFERIA
TRASCORRO  IL  MIO  ULTIMO  DRAMMA    
 
DELLA  VITA  DI  UN  COMMEDIANTE .
RICORDO  MANIFESTI  E  PAROLE
GRAFFIATE  SUL  MURO  DEGLI  ANNI ,
COSI’  BELLA  L’ ARTE  DEL  COMMEDIANTE ,
COSI’  BELLA  DA  VIVERLA
TRA  GLORIA  E  NOTORIETA’  ,
SI’ ,  MA  QUELLI  ERANO  ALTRI  GIORNI  ,
OGGI  SONO  GIORNI 
CHE  NON  HANNO  UN  DOMANI  DI  GLORIA ,
SOLO  IL  COMMEDIANTE  INVECCHIA  E
LASCIA  IL  PALCO  AD  ANTICHE  COMMEDIE
DI  NUOVA  VESTE  ,
E  ORA  SONO  IO  CHE  APPLAUDO
MENTRE  LO  SPETTATORE  RECITA
LA  MIA  FINE  ,
GIU’  IL  SIPARIO  ,
L’ ULTIMO  DRAMMA DELLA  MIA  RECITA
SI  E’ CONCLUSA  CON  LA  MIA  PAZZIA….
   carmelo  ferrè ……02/08/2012
   
 
   



NEL FUOCO DEI TUOI SOGNI

Cercai le tue mani

nel mio oscuro viaggio.

 

Attesi invano il tuo sorriso

che era già di un’altra.

 

Volevo un gesto d’amore

che mi rendesse donna.

 

Ma nulla mi concedesti

solo fredde parole…

 

…Ancora resto in attesa

nell’ombra di Lei.

 

Ti rincorro sempre

e inutilmente spero.

 

Il Tuo cuore perduto

mai vivrà del mio sangue.

 

Ti prego

sorridimi!

 

Sorridimi

e una sola volta sognami.

 

Ah fortuna

perché non cambi rotta?

 

Conducimi a Lui

nel fuoco dei suoi sogni.

 

16.08.2012 Cinzia de Rosis



Mitografia, topologia, visione del mondo in “LA STANZA DEI RICORDI” di C. Sorrentino

“LA STANZA DEI RICORDI”

 

Mi ritrovo solo nella stanza

lì dove abbiamo condiviso

sguardi e sorrisi

dolci e amari

ma sempre appassionati.

 

Sono stordito e senza idee

non riesco a sentire il mondo

mi manca la tua presenza

la tua spensieratezza

il tuo imbarazzato arrossire.

 

Guardo quella finestra

tante volte attraversata

da un raggio di sole

che s’univa alla tua luce

fugando ogni ombra.

 

Nessun effetto

ha  mai oscurato

il vivido candore

che ti eleva

nel paradiso degli angeli.

 

Sei tu la fata

che mi ha guidato

con ingenua bellezza

e che sempre mi ha disarmato

quando contrastavo il tuo dire.

 

Ora rivedo gli oggetti di sempre

ogni cosa è al suo posto

sembra che tutto sia in ordine

nulla è cambiato

freddato sul suo scaffale.

 

Ma questo è il dramma

perché in questo luogo senza vita

dove m’aggiro sperduto

tra voci estranee e senza senso

non c’è segno della tua presenza.

 

A volte graffiavi

con le tue polemiche

hai sempre tenuto al tuo orgoglio

non cedevi e anzi aspettavi

che ti chiedessi scusa.

 

Cercando un tuo bacio

ti ho viziata

ti ho coccolata

non ho saputo mai rifiutarmi

dicendoti un no.

 

Ma ora dove sei

cosa fai

quale cuore stai rapendo

con il misterioso fascino

dei tuoi occhi neri.

 

Luce riflessa

scendeva tra i lunghi capelli

che come onde leggere

si sparpagliavano

ondeggiando sul viso.

 

Rincorrevo i minuti

anche l’attimo sfuggente

solo per fissarti

e anche tu eri lì

pronta a ricambiare.

 

Adesso cori di voci s’affrettano

un suono mi scuote

ho davanti un foglio

ma ho scritto solo un inizio:

“Ti amo!”

 

Non riesco a proseguire

tanta è l’angoscia

per questo tempo crudele

per questa realtà

che ci ha diviso.

 

Spero solo che ci sia un altrove

dove poterci incontrare

e percorrere la stessa via

tenendoci per mano

con amorevole affetto.

 

Ora è il momento dell’oblio

e m’inoltro verso l’ignoto domani

dove i miei pensieri saranno

tristi e vuoti sogni

svaniti sull’ultimo rintocco.

 

20.02.2011 Ciro Sorrentino

 

È QUESTA CANZONE DEDICATA AD UNA CREATURA STUPENDA, UNA FATA CHE RAPPRESENTA I SOGNI, LE SPERANZE, LE DOLCI ILLUSIONI.

 

“mi ritrovo solo nella stanza lì dove abbiamo condiviso sguardi e sorrisi dolci e amari ma sempre appassionati”

 

MA SUBITO ALL’APERTURA ELEGIACA, RIVOLTA A CELEBRARE IL TEMPO FELICE IN CUI DUE CUORI INNAMORATI COLTIVAVANO SPERANZE PER IL FUTURO, SEGUE UNA FATALE DISTORSIONE TEMPORALE, UNO SCARTO DIMENSIONALE CHE TRADISCE LE STESSE ATTESE, PRECIPITANDO LA RAGIONE  IN UN VUOTO SENZA FINE, NEL TOTALE SMARRIMENTO:

 

“sono stordito e senza idee non riesco a sentire il mondo mi manca la tua presenza la tua spensieratezza

il tuo imbarazzato arrossire”

 

AL CADERE DELLE ILLUSIONI, NON RESTA ALLORA CHE UN SENSO DI ANGOSCIA, L’IMPOSSIBILITÀ A PARTECIPARE ALLA VITA CHE CONTINUA A SCORRERE E A IMPERVERSARE SULLA MEMORIA INTIMA E PRIVATA DEL POETA:

 

 “guardo quella finestra tante volte attraversata da un raggio di sole che s’univa alla tua luce

fugando ogni ombra”

 

QUELLI CHE SEGUONO SONO VERSI PIÙ EVIDENTI DELLA LIRICA, DOVE IL POETA RIMANE RAPITO DALL’INCANTO DELL’INTENSA PUREZZA DI QUESTA DONNA ANGELICA, UNA CREATURA CHE SEMBRA OSCURARE CON LA SUA SOPRANNATURALE LUCE OGNI ALTRA REALTÀ:

 

“nessun effetto ha  mai oscurato il vivido candore che ti eleva nel paradiso degli angeli”

 

E PER ESPRIMERE I SENTIMENTI E GLI ATTIMI DI INTENSA COMMOZIONE, LA PAROLA DIVENTA RIEVOCATIVA DI UNA BELLEZZA FLUTTUANTE, MA CARICA DI UN SUO EVIDENTE FASCINO. E IL RICORDO DI QUELLE DOLCI ESPERIENZE DIVENTA QUASI UN VIVO PRESENTE:

 

 “sei tu la fata che mi ha guidato con ingenua bellezza e che sempre mi ha disarmato quando contrastavo il tuo dire”

 

MA D’IMPROVVISO, DOPO I SOGNI E LE ILLUSIONI, SUBENTRA LA DISARTICOLAZIONE ALIENANTE DI UNA SQUALLIDA REALTÀ CHE IMPONE MOSTRUOSAMENTE LE SUE FERREE LEGGI, UN ORDINE CUI NON È POSSIBILE SOTTRARSI:

 

“ora rivedo gli oggetti di sempre ogni cosa è al suo posto  sembra che tutto sia in ordine nulla è cambiato

freddato sul suo scaffale”

 

ORA AVANZANO ASFISSIANTI L’ASSENZA DEFINITIVA E IL NULLA OPPRIMENTE DI UN VAGO E INDISTINTO DESTINO:

 

“ma questo è il dramma perché in questo luogo senza vita dove m’aggiro sperduto tra voci estranee e senza senso non c’è segno della tua presenza”

 

POI LA MENTE SI RIVOLGE CON MALINCONICO RIMPIANTO:

 

“A VOLTE GRAFFIAVI CON LE TUE POLEMICHE HAI SEMPRE TENUTO AL TUO ORGOGLIO NON CEDEVI E ANZI ASPETTAVI

CHE TI CHIEDESSI SCUSA”

 

E ANCORA RICOMPARE L’IDEA DI UN SOSTANZIALE RAMMARICO:

 

“cercando un tuo bacio ti ho viziata ti ho coccolata non ho saputo mai rifiutarmi dicendoti un no”

 

LA SPERANZA DEL POETA SI È IN BREVE SPENTA DI FRONTE ALLO SCONOSCIUTO E MISTERIOSO FLUIRE DEL TEMPO E DELLE AZIONI:

 

“ma ora dove sei cosa fai quale cuore stai rapendo con il misterioso fascino dei tuoi occhi neri”

 

SI AVVERTE  LA SPERANZA CHE POSSANO FINALMENTE RITORNARE EFFETTI INCANTEVOLI E PRODIGIOSI DI UN LONTANO E RADIOSO PASSATO:

 

“luce riflessa scendeva tra i lunghi capelli che come onde leggere si sparpagliavano ondeggiando sul viso”

 

TUTTO SEMBRA ESSERE AVVOLTO DA SFUMATURE D’IMMENSA E PIACEVOLE QUIETE:

 

“rincorrevo i minuti anche l’attimo sfuggente solo per fissarti e anche tu eri lì pronta a ricambiare”

 

MA SUBITO LA SPERANZA ARRETRA E CONDUCE  ALL’ARIDITÀ DELLA COSCIENZA, QUELLA COSCIENZA CHE, SVESTITO IL VELO DEI DOLCI INGANNI, RIMANE IRRETITA, E, TRISTEMENTE SOLA:

 

“adesso cori di voci s’affrettano un suono mi scuote ho davanti un foglio ma ho scritto solo un inizio:

ti amo!”

 

UNA VISIONE PESSIMISTICA DELL’ESISTENZA PER LA QUALE SI DETERMINA UN SALTO NEL BUIO DELL’INDISTINTO CHE NEGA PER SEMPRE OGNI POSSIBILE OPZIONE DI SCELTA E DI LIBERA ADESIONE AD UN SEPPUR FUGACE INGANNO. ED ESPRIME ANCORA L’INCERTEZZA, LA MANCANZA DI OGNI VERITÀ TRASCENDENTE, SÌ CHE DICE:

 

“non riesco a proseguire  tanta è l’angoscia  per questo tempo crudele  per questa realtà che ci ha diviso”

 

IL POETA SI ALIENA E NELLO SPECCHIO DELLA SPERANZA, ATTRAVERSANDO INDEFINITI E REMOTI ISTANTI, PER RITROVARE LA SUA FATA:

 

“spero solo che ci sia un altrove dove poterci incontrare  e percorrere la stessa via tenendoci per mano con amorevole affetto”

 

LA REALTÀ LASCIA UNA GELIDA E ASETTICA CALMA NEL CUORE DEL POETA CHE VEDE LA SUA VITA COME UN LENTO ED INESORABILE FRANARE IN UNO STATO DI IRRISOLVIBILE E PERENNE INQUIETUDINE:

 

“ora è il momento dell’oblio e m’inoltro verso l’ignoto domani dove i miei pensieri saranno  tristi e vuoti sogni svaniti sull’ultimo rintocco”

 

14.08.2012 Letterature Comparate, prof. Cinzia de Rosis



MASCHERE .

TRA  LA  NEBBIA  DI  NOVEMBRE
VORREI  NASCONDERE  LA  MIA  FACCIA  ,
ALL’  ARIA  FREDDA  E  UMIDA
NASCONDERE  LE  LACRIME  DEL 
MIO  DOLORE  ,
AGLI  OCCHI  DI  TUTTI  CELARE 
LA  MIA  ETERNA  SOLITUDINE  …
TUTTI  DICONO  CHE  LA  MIA  FACCIA
SA’  ESPRIMERE  LA  VERITA’  E
NON  SA’  MENTIRE  AL  CUORE ,
CHE  PARLA  CON  IL  DOLORE
E  CON  LE  PENE  DELL’  ANIMA ,
LA  TENSIONE  DEI  GIORNI  FINITI
E  MAI  INIZIATI  NEL  PRESENTE  ,
IL  TRAVAGLIO  NELLA  GIOIA
DI  UN’  AMORE  DI  BACI  E 
SOSPIRI  SFUMATI  IN  UN  ADDIO ,
L’  INSODDISFAZIONE  NEL  PECCATO
CHE  NON  NASCONDE  MAI  IL  VERO …
GIORNI  VUOTI  IN  CERCA  DI  UN  AMICO  ,
UN AMICO  ,  UN  COMPAGNO   O  QUALCUNO
CHE  MI  CHIEDESSE  IL  COME  IL  PERCHE’
SONO  SEMPRE  NERO  ,  OPPURE   COSI’  STRANO 
E  POI  A  TUTTI  DOVREI  DARE  UNA  RISPOSTA
CHE’  NON  DO’  O  CHE  NON   SO ‘  NEPPURO  IO 
CHE  POI  E’  LA  STESSA COSA …
COL  PASSARE  DEGLI  ANNI  HO  IMPARATO
CHE  SI  PUO’  SORRIDERE  A  POCHE  COSE
E  PIANGERE  PER  TUTTO  IL  RESTO ,
LA  MIA  FACCIA  NON  E’  SOLTANTO 
UNA  FACCIA  COME  LA  DESCRIVONO  ,
LA  MIA  FACCIA  HA  MILLE   MASCHERE
CHE  SI  CONFONDONO   AD  ALTRE  MASCHERE ,
E  OGNUNA  DI  ESSE  INTERPRETA  IL  RUOLO
DI  MOMENTI  E  SITUAZIONI  DELL’  ANIMA  ,
MASCHERE  E  FACCE  IN  UN  SOLO  CORPO ,
SI  CONFONDONO  E  SI  RITROVANO  SEMPRE 
SU’  UN  UNICA  FACCIA …
TRA  LA  NEBBIA  DI  NOVEMBRE
RINCORRO  UNA  MASCHERA  DI  PELLE ,
LA  MIA  FACCIA  NASCOSTA 
DIETRO  UNA  MASCHERA  IGNOTA … 
   carmelo  ferrè….14/08/2012