SULLA DOLCE RIVA
Ho veleggiato sempre
tra verdi onde,
sotto i lucidi specchi
dello sconfinato cielo,
e come pesante edera
ho avvolto i boccioli
dei lucenti roseti.
Ma ora sono stanco,
stanco e infiacchito
dall’atroce tempesta
delle mie angosce,
e cerco solo l’approdo
sulla dolce riva
della tua piccola isola.
16.08.2012 Ciro Sorrentino
MESSINSCENA.
IO TRAMONTO ALLE DIECI
E NON ALBEGGIO
MAI IN TEMPO PER AMMIRARMI
E GLI APPLAUSI FINISCONO
CON IL BUIO DEL TEATRO .
BARBAGLIO , ABBAGLIO E SFUMO
DIETRO LE QUINTE CON
UN SORRISO E UN INCHINO
E TUTTI SPALANCANO LA BOCCA
PER AMMIRARMI NELLA FIOCCA
LUCE DI UN FARO ROSSO .
E’ DURO ESSERE UN COMMEDIANTE
E LA GLORIA MI UBRIACA MA…
NON NUTRE IL MIO CORPO ,
MILLE BATTITI DI MANI
IMPAZZANO IL TEATRO
ACCENDONO E SPENGONO
DESIDERI E SOGNI DI MILLE DRAMMI ,
E IO LI’ SUL PALCO
CHE RECITO LA MIA PAZZIA
VENGO TRAVOLTO DA LACRIME
INCONCRETE E FREDDE DI COLORI E FESTE .
CHIUSO NEL DRAMMA DELLA MIA PAZZIA
RIDO PER GODER MEGLIO LA PAURA
DEGLI SPETTATORI CHE URLANO E
BATTONO FRENETICAMENTE LE MANI ,
TRA SORRISI E LACRIME
RIVEDO FAUSTI GIORNI DI ECHI DI GLORIA
VISSUTI E RIVISSUTI SU’ GRANDI
PALCOSCENICI DI CITTA’ IMPORTANTI ,
E ORA SU’ QUESTI IGNOBILI
PALCOSCENICI DI PERIFERIA
TRASCORRO IL MIO ULTIMO DRAMMA
DELLA VITA DI UN COMMEDIANTE .
RICORDO MANIFESTI E PAROLE
GRAFFIATE SUL MURO DEGLI ANNI ,
COSI’ BELLA L’ ARTE DEL COMMEDIANTE ,
COSI’ BELLA DA VIVERLA
TRA GLORIA E NOTORIETA’ ,
SI’ , MA QUELLI ERANO ALTRI GIORNI ,
OGGI SONO GIORNI
CHE NON HANNO UN DOMANI DI GLORIA ,
SOLO IL COMMEDIANTE INVECCHIA E
LASCIA IL PALCO AD ANTICHE COMMEDIE
DI NUOVA VESTE ,
E ORA SONO IO CHE APPLAUDO
MENTRE LO SPETTATORE RECITA
LA MIA FINE ,
GIU’ IL SIPARIO ,
L’ ULTIMO DRAMMA DELLA MIA RECITA
SI E’ CONCLUSA CON LA MIA PAZZIA….
carmelo ferrè ……02/08/2012
NEL FUOCO DEI TUOI SOGNI
Cercai le tue mani
nel mio oscuro viaggio.
Attesi invano il tuo sorriso
che era già di un’altra.
Volevo un gesto d’amore
che mi rendesse donna.
Ma nulla mi concedesti
solo fredde parole…
…Ancora resto in attesa
nell’ombra di Lei.
Ti rincorro sempre
e inutilmente spero.
Il Tuo cuore perduto
mai vivrà del mio sangue.
Ti prego
sorridimi!
Sorridimi
e una sola volta sognami.
Ah fortuna
perché non cambi rotta?
Conducimi a Lui
nel fuoco dei suoi sogni.
16.08.2012 Cinzia de Rosis
Mitografia, topologia, visione del mondo in “LA STANZA DEI RICORDI” di C. Sorrentino
“LA STANZA DEI RICORDI”
Mi ritrovo solo nella stanza
lì dove abbiamo condiviso
sguardi e sorrisi
dolci e amari
ma sempre appassionati.
Sono stordito e senza idee
non riesco a sentire il mondo
mi manca la tua presenza
la tua spensieratezza
il tuo imbarazzato arrossire.
Guardo quella finestra
tante volte attraversata
da un raggio di sole
che s’univa alla tua luce
fugando ogni ombra.
Nessun effetto
ha mai oscurato
il vivido candore
che ti eleva
nel paradiso degli angeli.
Sei tu la fata
che mi ha guidato
con ingenua bellezza
e che sempre mi ha disarmato
quando contrastavo il tuo dire.
Ora rivedo gli oggetti di sempre
ogni cosa è al suo posto
sembra che tutto sia in ordine
nulla è cambiato
freddato sul suo scaffale.
Ma questo è il dramma
perché in questo luogo senza vita
dove m’aggiro sperduto
tra voci estranee e senza senso
non c’è segno della tua presenza.
A volte graffiavi
con le tue polemiche
hai sempre tenuto al tuo orgoglio
non cedevi e anzi aspettavi
che ti chiedessi scusa.
Cercando un tuo bacio
ti ho viziata
ti ho coccolata
non ho saputo mai rifiutarmi
dicendoti un no.
Ma ora dove sei
cosa fai
quale cuore stai rapendo
con il misterioso fascino
dei tuoi occhi neri.
Luce riflessa
scendeva tra i lunghi capelli
che come onde leggere
si sparpagliavano
ondeggiando sul viso.
Rincorrevo i minuti
anche l’attimo sfuggente
solo per fissarti
e anche tu eri lì
pronta a ricambiare.
Adesso cori di voci s’affrettano
un suono mi scuote
ho davanti un foglio
ma ho scritto solo un inizio:
“Ti amo!”
Non riesco a proseguire
tanta è l’angoscia
per questo tempo crudele
per questa realtà
che ci ha diviso.
Spero solo che ci sia un altrove
dove poterci incontrare
e percorrere la stessa via
tenendoci per mano
con amorevole affetto.
Ora è il momento dell’oblio
e m’inoltro verso l’ignoto domani
dove i miei pensieri saranno
tristi e vuoti sogni
svaniti sull’ultimo rintocco.
20.02.2011 Ciro Sorrentino
È QUESTA CANZONE DEDICATA AD UNA CREATURA STUPENDA, UNA FATA CHE RAPPRESENTA I SOGNI, LE SPERANZE, LE DOLCI ILLUSIONI.
“mi ritrovo solo nella stanza lì dove abbiamo condiviso sguardi e sorrisi dolci e amari ma sempre appassionati”
MA SUBITO ALL’APERTURA ELEGIACA, RIVOLTA A CELEBRARE IL TEMPO FELICE IN CUI DUE CUORI INNAMORATI COLTIVAVANO SPERANZE PER IL FUTURO, SEGUE UNA FATALE DISTORSIONE TEMPORALE, UNO SCARTO DIMENSIONALE CHE TRADISCE LE STESSE ATTESE, PRECIPITANDO LA RAGIONE IN UN VUOTO SENZA FINE, NEL TOTALE SMARRIMENTO:
“sono stordito e senza idee non riesco a sentire il mondo mi manca la tua presenza la tua spensieratezza
il tuo imbarazzato arrossire”
AL CADERE DELLE ILLUSIONI, NON RESTA ALLORA CHE UN SENSO DI ANGOSCIA, L’IMPOSSIBILITÀ A PARTECIPARE ALLA VITA CHE CONTINUA A SCORRERE E A IMPERVERSARE SULLA MEMORIA INTIMA E PRIVATA DEL POETA:
“guardo quella finestra tante volte attraversata da un raggio di sole che s’univa alla tua luce
fugando ogni ombra”
QUELLI CHE SEGUONO SONO VERSI PIÙ EVIDENTI DELLA LIRICA, DOVE IL POETA RIMANE RAPITO DALL’INCANTO DELL’INTENSA PUREZZA DI QUESTA DONNA ANGELICA, UNA CREATURA CHE SEMBRA OSCURARE CON LA SUA SOPRANNATURALE LUCE OGNI ALTRA REALTÀ:
“nessun effetto ha mai oscurato il vivido candore che ti eleva nel paradiso degli angeli”
E PER ESPRIMERE I SENTIMENTI E GLI ATTIMI DI INTENSA COMMOZIONE, LA PAROLA DIVENTA RIEVOCATIVA DI UNA BELLEZZA FLUTTUANTE, MA CARICA DI UN SUO EVIDENTE FASCINO. E IL RICORDO DI QUELLE DOLCI ESPERIENZE DIVENTA QUASI UN VIVO PRESENTE:
“sei tu la fata che mi ha guidato con ingenua bellezza e che sempre mi ha disarmato quando contrastavo il tuo dire”
MA D’IMPROVVISO, DOPO I SOGNI E LE ILLUSIONI, SUBENTRA LA DISARTICOLAZIONE ALIENANTE DI UNA SQUALLIDA REALTÀ CHE IMPONE MOSTRUOSAMENTE LE SUE FERREE LEGGI, UN ORDINE CUI NON È POSSIBILE SOTTRARSI:
“ora rivedo gli oggetti di sempre ogni cosa è al suo posto sembra che tutto sia in ordine nulla è cambiato
freddato sul suo scaffale”
ORA AVANZANO ASFISSIANTI L’ASSENZA DEFINITIVA E IL NULLA OPPRIMENTE DI UN VAGO E INDISTINTO DESTINO:
“ma questo è il dramma perché in questo luogo senza vita dove m’aggiro sperduto tra voci estranee e senza senso non c’è segno della tua presenza”
POI LA MENTE SI RIVOLGE CON MALINCONICO RIMPIANTO:
“A VOLTE GRAFFIAVI CON LE TUE POLEMICHE HAI SEMPRE TENUTO AL TUO ORGOGLIO NON CEDEVI E ANZI ASPETTAVI
CHE TI CHIEDESSI SCUSA”
E ANCORA RICOMPARE L’IDEA DI UN SOSTANZIALE RAMMARICO:
“cercando un tuo bacio ti ho viziata ti ho coccolata non ho saputo mai rifiutarmi dicendoti un no”
LA SPERANZA DEL POETA SI È IN BREVE SPENTA DI FRONTE ALLO SCONOSCIUTO E MISTERIOSO FLUIRE DEL TEMPO E DELLE AZIONI:
“ma ora dove sei cosa fai quale cuore stai rapendo con il misterioso fascino dei tuoi occhi neri”
SI AVVERTE LA SPERANZA CHE POSSANO FINALMENTE RITORNARE EFFETTI INCANTEVOLI E PRODIGIOSI DI UN LONTANO E RADIOSO PASSATO:
“luce riflessa scendeva tra i lunghi capelli che come onde leggere si sparpagliavano ondeggiando sul viso”
TUTTO SEMBRA ESSERE AVVOLTO DA SFUMATURE D’IMMENSA E PIACEVOLE QUIETE:
“rincorrevo i minuti anche l’attimo sfuggente solo per fissarti e anche tu eri lì pronta a ricambiare”
MA SUBITO LA SPERANZA ARRETRA E CONDUCE ALL’ARIDITÀ DELLA COSCIENZA, QUELLA COSCIENZA CHE, SVESTITO IL VELO DEI DOLCI INGANNI, RIMANE IRRETITA, E, TRISTEMENTE SOLA:
“adesso cori di voci s’affrettano un suono mi scuote ho davanti un foglio ma ho scritto solo un inizio:
ti amo!”
UNA VISIONE PESSIMISTICA DELL’ESISTENZA PER LA QUALE SI DETERMINA UN SALTO NEL BUIO DELL’INDISTINTO CHE NEGA PER SEMPRE OGNI POSSIBILE OPZIONE DI SCELTA E DI LIBERA ADESIONE AD UN SEPPUR FUGACE INGANNO. ED ESPRIME ANCORA L’INCERTEZZA, LA MANCANZA DI OGNI VERITÀ TRASCENDENTE, SÌ CHE DICE:
“non riesco a proseguire tanta è l’angoscia per questo tempo crudele per questa realtà che ci ha diviso”
IL POETA SI ALIENA E NELLO SPECCHIO DELLA SPERANZA, ATTRAVERSANDO INDEFINITI E REMOTI ISTANTI, PER RITROVARE LA SUA FATA:
“spero solo che ci sia un altrove dove poterci incontrare e percorrere la stessa via tenendoci per mano con amorevole affetto”
LA REALTÀ LASCIA UNA GELIDA E ASETTICA CALMA NEL CUORE DEL POETA CHE VEDE LA SUA VITA COME UN LENTO ED INESORABILE FRANARE IN UNO STATO DI IRRISOLVIBILE E PERENNE INQUIETUDINE:
“ora è il momento dell’oblio e m’inoltro verso l’ignoto domani dove i miei pensieri saranno tristi e vuoti sogni svaniti sull’ultimo rintocco”
14.08.2012 Letterature Comparate, prof. Cinzia de Rosis
MASCHERE .
TRA LA NEBBIA DI NOVEMBRE
VORREI NASCONDERE LA MIA FACCIA ,
ALL’ ARIA FREDDA E UMIDA
NASCONDERE LE LACRIME DEL
MIO DOLORE ,
AGLI OCCHI DI TUTTI CELARE
LA MIA ETERNA SOLITUDINE …
TUTTI DICONO CHE LA MIA FACCIA
SA’ ESPRIMERE LA VERITA’ E
NON SA’ MENTIRE AL CUORE ,
CHE PARLA CON IL DOLORE
E CON LE PENE DELL’ ANIMA ,
LA TENSIONE DEI GIORNI FINITI
E MAI INIZIATI NEL PRESENTE ,
IL TRAVAGLIO NELLA GIOIA
DI UN’ AMORE DI BACI E
SOSPIRI SFUMATI IN UN ADDIO ,
L’ INSODDISFAZIONE NEL PECCATO
CHE NON NASCONDE MAI IL VERO …
GIORNI VUOTI IN CERCA DI UN AMICO ,
UN AMICO , UN COMPAGNO O QUALCUNO
CHE MI CHIEDESSE IL COME IL PERCHE’
SONO SEMPRE NERO , OPPURE COSI’ STRANO
E POI A TUTTI DOVREI DARE UNA RISPOSTA
CHE’ NON DO’ O CHE NON SO ‘ NEPPURO IO
CHE POI E’ LA STESSA COSA …
COL PASSARE DEGLI ANNI HO IMPARATO
CHE SI PUO’ SORRIDERE A POCHE COSE
E PIANGERE PER TUTTO IL RESTO ,
LA MIA FACCIA NON E’ SOLTANTO
UNA FACCIA COME LA DESCRIVONO ,
LA MIA FACCIA HA MILLE MASCHERE
CHE SI CONFONDONO AD ALTRE MASCHERE ,
E OGNUNA DI ESSE INTERPRETA IL RUOLO
DI MOMENTI E SITUAZIONI DELL’ ANIMA ,
MASCHERE E FACCE IN UN SOLO CORPO ,
SI CONFONDONO E SI RITROVANO SEMPRE
SU’ UN UNICA FACCIA …
TRA LA NEBBIA DI NOVEMBRE
RINCORRO UNA MASCHERA DI PELLE ,
LA MIA FACCIA NASCOSTA
DIETRO UNA MASCHERA IGNOTA …
carmelo ferrè….14/08/2012