Mitografia, topologia, visione del mondo in “LA STANZA DEI RICORDI” di C. Sorrentino

“LA STANZA DEI RICORDI”

 

Mi ritrovo solo nella stanza

lì dove abbiamo condiviso

sguardi e sorrisi

dolci e amari

ma sempre appassionati.

 

Sono stordito e senza idee

non riesco a sentire il mondo

mi manca la tua presenza

la tua spensieratezza

il tuo imbarazzato arrossire.

 

Guardo quella finestra

tante volte attraversata

da un raggio di sole

che s’univa alla tua luce

fugando ogni ombra.

 

Nessun effetto

ha  mai oscurato

il vivido candore

che ti eleva

nel paradiso degli angeli.

 

Sei tu la fata

che mi ha guidato

con ingenua bellezza

e che sempre mi ha disarmato

quando contrastavo il tuo dire.

 

Ora rivedo gli oggetti di sempre

ogni cosa è al suo posto

sembra che tutto sia in ordine

nulla è cambiato

freddato sul suo scaffale.

 

Ma questo è il dramma

perché in questo luogo senza vita

dove m’aggiro sperduto

tra voci estranee e senza senso

non c’è segno della tua presenza.

 

A volte graffiavi

con le tue polemiche

hai sempre tenuto al tuo orgoglio

non cedevi e anzi aspettavi

che ti chiedessi scusa.

 

Cercando un tuo bacio

ti ho viziata

ti ho coccolata

non ho saputo mai rifiutarmi

dicendoti un no.

 

Ma ora dove sei

cosa fai

quale cuore stai rapendo

con il misterioso fascino

dei tuoi occhi neri.

 

Luce riflessa

scendeva tra i lunghi capelli

che come onde leggere

si sparpagliavano

ondeggiando sul viso.

 

Rincorrevo i minuti

anche l’attimo sfuggente

solo per fissarti

e anche tu eri lì

pronta a ricambiare.

 

Adesso cori di voci s’affrettano

un suono mi scuote

ho davanti un foglio

ma ho scritto solo un inizio:

“Ti amo!”

 

Non riesco a proseguire

tanta è l’angoscia

per questo tempo crudele

per questa realtà

che ci ha diviso.

 

Spero solo che ci sia un altrove

dove poterci incontrare

e percorrere la stessa via

tenendoci per mano

con amorevole affetto.

 

Ora è il momento dell’oblio

e m’inoltro verso l’ignoto domani

dove i miei pensieri saranno

tristi e vuoti sogni

svaniti sull’ultimo rintocco.

 

20.02.2011 Ciro Sorrentino

 

È QUESTA CANZONE DEDICATA AD UNA CREATURA STUPENDA, UNA FATA CHE RAPPRESENTA I SOGNI, LE SPERANZE, LE DOLCI ILLUSIONI.

 

“mi ritrovo solo nella stanza lì dove abbiamo condiviso sguardi e sorrisi dolci e amari ma sempre appassionati”

 

MA SUBITO ALL’APERTURA ELEGIACA, RIVOLTA A CELEBRARE IL TEMPO FELICE IN CUI DUE CUORI INNAMORATI COLTIVAVANO SPERANZE PER IL FUTURO, SEGUE UNA FATALE DISTORSIONE TEMPORALE, UNO SCARTO DIMENSIONALE CHE TRADISCE LE STESSE ATTESE, PRECIPITANDO LA RAGIONE  IN UN VUOTO SENZA FINE, NEL TOTALE SMARRIMENTO:

 

“sono stordito e senza idee non riesco a sentire il mondo mi manca la tua presenza la tua spensieratezza

il tuo imbarazzato arrossire”

 

AL CADERE DELLE ILLUSIONI, NON RESTA ALLORA CHE UN SENSO DI ANGOSCIA, L’IMPOSSIBILITÀ A PARTECIPARE ALLA VITA CHE CONTINUA A SCORRERE E A IMPERVERSARE SULLA MEMORIA INTIMA E PRIVATA DEL POETA:

 

 “guardo quella finestra tante volte attraversata da un raggio di sole che s’univa alla tua luce

fugando ogni ombra”

 

QUELLI CHE SEGUONO SONO VERSI PIÙ EVIDENTI DELLA LIRICA, DOVE IL POETA RIMANE RAPITO DALL’INCANTO DELL’INTENSA PUREZZA DI QUESTA DONNA ANGELICA, UNA CREATURA CHE SEMBRA OSCURARE CON LA SUA SOPRANNATURALE LUCE OGNI ALTRA REALTÀ:

 

“nessun effetto ha  mai oscurato il vivido candore che ti eleva nel paradiso degli angeli”

 

E PER ESPRIMERE I SENTIMENTI E GLI ATTIMI DI INTENSA COMMOZIONE, LA PAROLA DIVENTA RIEVOCATIVA DI UNA BELLEZZA FLUTTUANTE, MA CARICA DI UN SUO EVIDENTE FASCINO. E IL RICORDO DI QUELLE DOLCI ESPERIENZE DIVENTA QUASI UN VIVO PRESENTE:

 

 “sei tu la fata che mi ha guidato con ingenua bellezza e che sempre mi ha disarmato quando contrastavo il tuo dire”

 

MA D’IMPROVVISO, DOPO I SOGNI E LE ILLUSIONI, SUBENTRA LA DISARTICOLAZIONE ALIENANTE DI UNA SQUALLIDA REALTÀ CHE IMPONE MOSTRUOSAMENTE LE SUE FERREE LEGGI, UN ORDINE CUI NON È POSSIBILE SOTTRARSI:

 

“ora rivedo gli oggetti di sempre ogni cosa è al suo posto  sembra che tutto sia in ordine nulla è cambiato

freddato sul suo scaffale”

 

ORA AVANZANO ASFISSIANTI L’ASSENZA DEFINITIVA E IL NULLA OPPRIMENTE DI UN VAGO E INDISTINTO DESTINO:

 

“ma questo è il dramma perché in questo luogo senza vita dove m’aggiro sperduto tra voci estranee e senza senso non c’è segno della tua presenza”

 

POI LA MENTE SI RIVOLGE CON MALINCONICO RIMPIANTO:

 

“A VOLTE GRAFFIAVI CON LE TUE POLEMICHE HAI SEMPRE TENUTO AL TUO ORGOGLIO NON CEDEVI E ANZI ASPETTAVI

CHE TI CHIEDESSI SCUSA”

 

E ANCORA RICOMPARE L’IDEA DI UN SOSTANZIALE RAMMARICO:

 

“cercando un tuo bacio ti ho viziata ti ho coccolata non ho saputo mai rifiutarmi dicendoti un no”

 

LA SPERANZA DEL POETA SI È IN BREVE SPENTA DI FRONTE ALLO SCONOSCIUTO E MISTERIOSO FLUIRE DEL TEMPO E DELLE AZIONI:

 

“ma ora dove sei cosa fai quale cuore stai rapendo con il misterioso fascino dei tuoi occhi neri”

 

SI AVVERTE  LA SPERANZA CHE POSSANO FINALMENTE RITORNARE EFFETTI INCANTEVOLI E PRODIGIOSI DI UN LONTANO E RADIOSO PASSATO:

 

“luce riflessa scendeva tra i lunghi capelli che come onde leggere si sparpagliavano ondeggiando sul viso”

 

TUTTO SEMBRA ESSERE AVVOLTO DA SFUMATURE D’IMMENSA E PIACEVOLE QUIETE:

 

“rincorrevo i minuti anche l’attimo sfuggente solo per fissarti e anche tu eri lì pronta a ricambiare”

 

MA SUBITO LA SPERANZA ARRETRA E CONDUCE  ALL’ARIDITÀ DELLA COSCIENZA, QUELLA COSCIENZA CHE, SVESTITO IL VELO DEI DOLCI INGANNI, RIMANE IRRETITA, E, TRISTEMENTE SOLA:

 

“adesso cori di voci s’affrettano un suono mi scuote ho davanti un foglio ma ho scritto solo un inizio:

ti amo!”

 

UNA VISIONE PESSIMISTICA DELL’ESISTENZA PER LA QUALE SI DETERMINA UN SALTO NEL BUIO DELL’INDISTINTO CHE NEGA PER SEMPRE OGNI POSSIBILE OPZIONE DI SCELTA E DI LIBERA ADESIONE AD UN SEPPUR FUGACE INGANNO. ED ESPRIME ANCORA L’INCERTEZZA, LA MANCANZA DI OGNI VERITÀ TRASCENDENTE, SÌ CHE DICE:

 

“non riesco a proseguire  tanta è l’angoscia  per questo tempo crudele  per questa realtà che ci ha diviso”

 

IL POETA SI ALIENA E NELLO SPECCHIO DELLA SPERANZA, ATTRAVERSANDO INDEFINITI E REMOTI ISTANTI, PER RITROVARE LA SUA FATA:

 

“spero solo che ci sia un altrove dove poterci incontrare  e percorrere la stessa via tenendoci per mano con amorevole affetto”

 

LA REALTÀ LASCIA UNA GELIDA E ASETTICA CALMA NEL CUORE DEL POETA CHE VEDE LA SUA VITA COME UN LENTO ED INESORABILE FRANARE IN UNO STATO DI IRRISOLVIBILE E PERENNE INQUIETUDINE:

 

“ora è il momento dell’oblio e m’inoltro verso l’ignoto domani dove i miei pensieri saranno  tristi e vuoti sogni svaniti sull’ultimo rintocco”

 

14.08.2012 Letterature Comparate, prof. Cinzia de Rosis

This entry was posted on martedì, agosto 14th, 2012 at 18:45 and is filed under Articoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

1 Commenti

  1. carmelo Scrive:

    STUPENDA , BELLISSIMI VERSI DI UN GRANDE POETA , MERAVIGLIOSA CHE RAPISCE L’ ANIMA E RIDONA LA DOLCEZZA DI UN GRANDE AMORE , ECCO UNA DELLE POESIE DEL PROF. CIRO IN CUI IO ASPIRO LA VENA POETICA , QUESTA PER ME E’ FORSE LA PIU’ BELLA , SENZA TOGLIERE MERITO ALLE ALTRE , TI RIGRAZIO AMICO MIO PER LE EMOZIONI CHE MI HAI DATO CON QUESTA POESIA ,TUO AMICO DI PENNA CARMELO…..

    ... on July agosto 15th, 2012

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