Basta guerre.
Basta guerre.
Quante ingrate lusinghe
ha con se il veloce piccione,
lui è solo viaggiatore e non discerne
da buone e cattive notizie.
Stretto nelle piccole “mani”
un foglio un po’sciupato
e su di esso vi è scritto,
“deponete le armi la guerra è terminata”,
che dire, che fare,
è triste ridestarsi dall’oblio,
e la conta delle mamme non più mamme,
dei padri non più padri ,
nonni, solo nonni del nulla,
dai uomo che senso ha
scomodare la morte,
ella ha già preso
quel che le occorre,
è sazia e non vuole più,
pensa e fuggi
lei adesso può aspettare,
che Iddio ci aiuti.
Raffaele Feola.
La città.
La città è senza speranze
piena di negozi affollati.
La città per mentire
le fiamme per dimenticare.
La città è senza rimorso
dolci parole
scritte sui fogli
come i libri più difficili da comprendere
come le zone senza nessun abitante
profonde delusioni attendevano.
La città per mentire.
Nel parco del centro
sul chiaro albero dimenticato
i ragazzi leggono
e ripensano alle loro vicende.
Le fiamme per dimenticare.
In alto la montagna
vino e pane sul tavolo
la certezza del principe
la riflessione più profonda ci aiuta.
La città per mentire
ora la città per soffrire.
VOGLIO CAPIRE……
Voglio capire e comprendere
il silenzio che circonda pensieri
e gesti per poi scoprire
le profondità di un lago ,
sempre calmo e indisturbato ,
capire tutto ciò
che profondamente lo tocca
senza fare rumore ,
essere vento e pioggia ,
per poi giocare
sulla liscia superficie d’ acqua
lucente di luce e ombre verde scuro . .
Voglio vivere e imparare
tra sogni e illusione della mia anima
il destino di un bambino
per poi scoprirmi d’ essere vecchio e pronto al domani .
Voglio scoprire sensazioni e paure
a me ignote
che il tempo ha cancellato dalla mia mente
per poi scoprire nei miei occhi
due lacrime salate e amare di un tempo
che riflettono un corpo di donna
china su una culla ..
Voglio capire e imparare che la solitudine
mischiata a sofferenza è necessaria all’ anima ,
per poi cercare e comprendere
fino a che i pensieri capiranno
che non è più necessario voltarsi indietro per piangere ..
Voglio capire , scoprire questo mio corpo
imparare che il corpo è soltanto uno involucro
in cui si racchiude l’anima
per poi immaginare l’ anima
dimorare al di la dello spazio
senza limite e senza tempo
Voglio capire come catturare i ricordi
per poi gestirli nei miei ultimi giorni di viandante ,
cancellare dal cuore rimorsi e rifiuti ,
vorrei capire la rabbia
per poi depositarla su un ciglio di strada afosa ,
vorrei pregare per poi sorridere all’ angoscia
che mi sussulta il petto ,
voglio capire la miseria di sconce parole
per poi scoprire di perdonare labbra senza aliti ..
Voglio capire l’ amore
per poi scoprire a imparare la felicita’ di un addio …
voglio capire ,
imparare e a comprendere
alcune cose come sono
per poi scoprire di non immaginarle
come vorrei che fossero ………
carmelo ferrè……14/01 /2014
Il paradigma inquieto in “LA NOTTE” di Raffaele Feola
LA NOTTE
Albeggia, che notte
mistica è stata,
giochi d’ombra
e silenzi pervicaci,
fruscii ed incanti
veloci e fuggenti,
brandelli di sogni rotti,
mi sento irresoluto.
Sento spifferi e brezze,
ma non hanno essenza
solo piccoli brividi
di un caldo arrogante,
ma io copro il mio affetto
con la forza del pensiero,
celo l’incertezza del buio
e della luce e della vita
e della morte.
Vivere il giusto,
arrogarsi il meritato,
temere il maligno,
amare l’equo,
sfoglio le carte del destino,
nulla solo ombre a colori
con due corpi,
forse son quelle del
credere o non credere
ma seguirò il cuore,
e solo una di esse
accompagnerà
il mio percorso.
febbraio 15, 2014 – Raffaele Feola