Il paradigma inquieto in “LA NOTTE” di Raffaele Feola
LA NOTTE
Albeggia, che notte
mistica è stata,
giochi d’ombra
e silenzi pervicaci,
fruscii ed incanti
veloci e fuggenti,
brandelli di sogni rotti,
mi sento irresoluto.
Sento spifferi e brezze,
ma non hanno essenza
solo piccoli brividi
di un caldo arrogante,
ma io copro il mio affetto
con la forza del pensiero,
celo l’incertezza del buio
e della luce e della vita
e della morte.
Vivere il giusto,
arrogarsi il meritato,
temere il maligno,
amare l’equo,
sfoglio le carte del destino,
nulla solo ombre a colori
con due corpi,
forse son quelle del
credere o non credere
ma seguirò il cuore,
e solo una di esse
accompagnerà
il mio percorso.
febbraio 15, 2014 – Raffaele Feola
Attilio Beltrami Scrive:
Caro Raffaele, l’affetto e la stima che lei ha nei confronti di Ciro Sorrentino sono così immensamente manifesti che sono io a ringraziare Lei.
Ciro Sorrentino, e non lo affermo da collega né da amico, è sicuramente una delle voci poetiche più potenti che siano mai esistite, paragonabile a grandi autori – che solo per caso sono diventati, rispetto a lui, famosi -; parlo di Charles Bukowski, Emily Dickinson, Hermann Hesse, David Herbert Lawrence, per citarne solo alcuni.
Un saluto sincero e sentito,
Attilio Beltrami.
feola raffaele Scrive:
Buona sera dott. Beltrami. Qualsiasi cosa io possa dire non …direbbe nulla….Ciro mi ha entusiasmato e coinvolto in qualcosa di grande, il mondo dell’esternazione, nel dire quello che si ha dentro “usando” la poesia e diversamente non si potrebbe. Io la ringrazio delle sue parole, non sa quanto bene mi hanno fatto. Grazie dott. Beltrami lele Feola