SOTTILE CONFORTO – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”
Sbaraglia il vento
le reti dell’anima
ormai distesa
come raccolta ombra.
L’uscio della mente
ha spalancato
e tempestivo cura
ogni ferita nascosta.
Premurose sui tagli
divampano luci
e lo studio del mondo
è graffio di lieve conforto.
21.02.2014 Ciro Sorrentino
Il male beffardo, non tornerà
Il male beffardo, non tornerà
Non aver nostalgie,
i dolori son tenaci,
il corpo macilento
si aggrappa ad un Dio,
dai non esser vile è insolente
la vita punge l’anima e fugge,
poi torna sorniona.
Son solo e ostinato,
che forza il garbo
che sconfessa la paura,
spingo in là il male
e svanisco silenzioso,
ma che forza il fuoco,
incanta l’anima,
e brucia l’aria.
Ma i ricordi son vaghi
e il buon sapiente forgia
incantesimi e sortilegi,
che tormento nel cuore,
tanti e poi tanti rimedi
per un tenue lamento,
dopo il morso violento
dell’ingrato destino.
Un uomo di paglia,
con poco colore sul
paonazzo lembo di pelle,
sottile e smessa,
urla e invoca
il silenzioso addio,
forse è meglio così,
che dire,
il male è beffardo.
Dedico questa poesia alla mia vecchia amica “la Parigina”
IL MIO GELIDO CUORE
Declina fulmineo
il fiacco sole
quando emergi
nel brillio d’acque
dove elargisci
sorprendenti i raggi
dei tuoi occhi di sirena.
Lentamente prendi
forme e fattezze
e ti siedi sugli scogli
per pettinarti
nella verde laguna
che il tuo viso ama
con struggente speranza.
Dolcemente dischiudi
la conchiglia
per darmi una perla
nella trasparenza
di fedeltà bruciante
rubino delle tue labbra
che scioglie il mio gelido cuore.
08.03.2014 Ciro Sorrentino
Squallido
Squallido
Quel che fu detto e mai pensai,
e che tal tuo sguardo
ebbe come presagio
l’avvento di bui e odiosi istanti,
giunti silenziosi e infiniti.
Dimmi come fosti così ingrata,
nel dire e feroce nel cingermi,
tu fosti colei
che volle esibire,
con diletto il nulla e il futile.
Donna sagace e abile lasciasti
un uomo affranto e illuso
dal fulgido e ingiusto abbandono,
e mai io ebbi a cercar pace e
sollievo nei sentieri
di fallaci speranze.
La tua ombra abile e angustiata
da cospicue trame di infiniti dolori
e illusori indulti,
dissipa la mia vita
squallida e velleitaria,
la tua oscurità sarà
il giusto compenso
di un amore squallido,
non …tornerò… più.
Mio Signore
Mio Signore
Dire tante e tante cose
ma non riesco a intendere,
amicizia e sentimento,
io ti amo ed ora è tutto cosi strano,
con te quanti viaggi, quanti sogni,
ora i mandorli non fioriscono più,
le palme che ti accolsero festose
non son più cresciute,
raffiche di vento e vento
coprono e avviliscono,
piove sempre e non son felice,
tempesta e gelo nel mentre sogno,
ricoprono cuore ed anima,
che fare son stanco, mi manchi,
non posso che essere triste.
Dimmi Tu mio Signore non capisco,
ho fede e credo in Te,
ma come posso aiutarti,
come lenire le tue dolenti piaghe,
come spuntare quella feroce lancia
che punse il tuo corpo,
la tua denigrante corona di spine,
i chiodi gelidi e penetranti,
il mortificante sberleffo
di chi ora giace in un caldo luogo,
il pianto di Tua Madre,
il Tuo misterioso svanire,
che vuoi che sia il mio fugace
e insignificante inganno d’amore,
piego il mio capo mortificato
e spero che Tu capisca,
son piccolo e soffro per piccole pene.
Ho amato ed odiato, odiato e amato,
e quanti notti vigili, quante attese
e quanti riflessioni, mio Dio che inganno.
Nel mio cassetto ripongo tanti e tanti sogni,
ne prendo e prendo ma son tutti uguali,
deludenti e sornioni, fuggono veloci,
e non accettano preghiere,
sii paziente mio Signore
se tardo a capire son confuso,
ma io so che ho Te nel mio cuore spossato,
son sereno, e aspetto che Tu giunga,
fa presto mio Signore son solo e impaziente.
Come comportarci con gli amici?
“Come vorremmo che loro si comportassero con noi”.( Aristotele )